Il Rapporto ha analizzato quasi 1 mln di attestati per interventi di certificazione energetica
(Rinnovabili.it) – Secondo il Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici nel 2020 il settore residenziale ha assistito ad un aumento del numero di Attestati di Prestazione Energetica (APE) per le classi energetiche più elevate. Si riducono invece gli APE relativi alle classi intermedie e più basse, con un -1,2 % rispetto al 2019.
Il Rapporto è il risultato della collaborazione tra ENEA e Comitato Comitato Termotecnico Italiano (CTI) e fotografa l’evoluzione delle prestazioni energetiche del parco edilizio nazionale entro il 2020. L’analisi ha riguardato quasi 1 milione di APE trasferiti dai catasti energetici di 17 Regioni e 2 Province Autonome al Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica nazionale (SIAPE) gestito da ENEA.
L’importanza per il futuro degli APE
Il Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici, giunto alla sua seconda edizione, rappresenta un importante momento di confronto su uno dei temi di maggiore attualità. Pochi giorni fa è stata per altro pubblicata la revisione della Direttiva Europea sull’efficienza energetica che ha chiesto agli Stati Membri di riqualificare almeno il 15% del proprio patrimonio edilizio non residenziale con un salto di classe energetica (dalla G alla F) entro il 2027 e per il residenziale entro il 2030.
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Gli incentivi fiscali innescati dal Superbonus 110% e dai altri bonus energetici hanno ulteriormente incentivato la predisposizione degli Attestati energetici, tanto che il Rapporto 2021 ha potuto contare su quasi il doppio di dati analizzati, passando da circa 450.000 Ape del 2019, ai 950.000 analizzati dall’attuale Rapporto.
“I risultati del rapporto 2021 dimostrano che rafforzando la collaborazione con Regioni e Province Autonome è possibile intraprendere nuovi percorsi per aumentare l’efficacia e le potenzialità degli APE”, commenta il Presidente di ENEA Gilberto Dialuce. “I progressi nella raccolta e nell’elaborazione dei dati favoriscono il potenziamento del SIAPE, il Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica, che, gradualmente, potrà rappresentare la principale fonte di dati sulle caratteristiche energetiche degli immobili sul territorio nazionale. I risultati ottenuti – aggiunge – sono molto interessanti in un contesto nel quale l’aggiornamento della metodologia per la classificazione degli edifici e l’armonizzazione a livello europeo sono di grande attualità”.
Più APE per ristrutturazioni che per nuove costruzioni
Dei circa 950mila APE analizzati, tre quarti riguardano edifici costruiti prima della legge 10/1991, mentre quelli più recenti (2016-2020) ricoprono circa il 6%. E’ interessante notare che circa l’85% delle certificazioni si riferiscono a passaggi di proprietà o di locazione, mentre poco più del 3% è riferito a nuove costruzioni, quasi il 4% alle riqualificazioni energetiche e meno del 2,5 % alle ristrutturazioni importanti.
La necessità di intervenire sul patrimonio edilizio emerge chiaramente osservando la differenza tra i valori medi dell’indice di prestazione energetica globale tra la classe G e la A4, rispettivamente quasi il triplo.
Il Rapporto sulla certificazione energetica è “uno strumento che sarà sempre più importante per il settore immobiliare”, sottolinea il Presidente del CTI, Cesare Boffa. “Stiamo parlando di un vero e proprio manuale – aggiunge – che spiega come leggere in modo aggregato le informazioni raccolte nel SIAPE. Un lavoro importante che potrà migliorare grazie al nostro impegno e alla collaborazione di tutti gli attori coinvolti”.
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