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Cercasi 14.000 ingegneri per il Sistema produttivo, ma sono introvabili

L'allarme arriva dal Centro Studi Cni, nei prossimi mesi serviranno oltre 14mila ingegneri a sistema produttivo, ma non ci sono candidature. Stipendi troppo bassi e preparazione universitaria poco aggiornata

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Foto di Ziaur Chowdhury da Pixabay

Il gap tra la domanda del sistema produttivo e reperibilità di professionisti specializzati

(Rinnovabili.it) – Il Centro studi CNI ha rivelato un fatto decisamente anomalo: nonostante la fase di rallentamento, la richiesta di ingegneri da parte del sistema produttivo è elevata, ma non si trovano.

Anche gli studi professionali di dimensioni minori ha le stesse esigenze di reclutamento, e anche in questo caso le risorse sono difficili da reperire.

L’analisi è stata condotto dal Centro Studi del Consgilio Nazionale Ingegneri attraverso un approfondimento dei dati del Sistema Informativo Excelsior Unioncamere-Anpal.

Dei 76.200 lavoratori e lavoratrici ad alta specializzazione richiesti per i prossimi mesi, ben 13.720 sono ingegneri, che tra le professioni scientifiche e tecniche ad alta specializzazione, sono in questo momento i più richiesti. Ma non solo. Come sottolinea il CNI, il sistema produttivo sta cercando altrettanti (14.850) tecnici in ambito ingegneristico.

Nello specifico, si stima un fabbisogno di oltre 4.000 laureati in ingegneria civile e architettura, oltre 4.000 laureati in ingegneria elettronica e dell’informazione, 4.000 laureati in ingegneria industriale e circa 1.200 laureati in altri indirizzi di ingegneria”, si legge nel report.

Mancano le candidature

Il gap tra domanda e offerta del sistema produttivo non è da sottovalutare. Per fare un paragone basti pensare che le aziende che lamentano difficoltà ad individuare laureati in indirizzo economico, sono circa il 35%. Ma il livello cresce 53% se si tratta di cercare ingegneri. La causa più frequente è proprio la mancanza di candidature.

La progettazione con Superbonus 110% ha infatti ampliato l’orizzonte operativo di molti liberi professionisti. Sappiamo per certo che molti studi professionali in questo momento sono in stretto contatto con le Università per reclutare giovani risorse”, sottolinea Armando Zambrano, residente CNI.

Si tratta di un evento importante da non sottovalutare, lo scambio tra “nuove leve” e professionisti con esperienza più consolidata. Un evento che per Zambrano sarà occasione di crescita di qualità dell’ingegneria italiana.

“I Superbonus restano per noi un’occasione di sviluppo importante non solo per la nostra categoria professionale ma per l’intero Paese; essi sono l’occasione per rinnovare il patrimonio immobiliare italiano in chiave di risparmio energetico e di messa in sicurezza antisismica. Per questo auspichiamo che le norme sui bonus per l’edilizia vengano migliorate e rese più durature nel tempo”, prosegue poi il Presidente CNI.

Calibrare i percorsi universitari

Se nel prossimo futuro dei 14.000 ingegneri ricercati, se ne assumeranno solo 7.000, la causa è da ricercarsi a monte. I percorsi universitari infatti, il più delle volte, non tengono in considerazione i continui microaggiustamenti a cui il sistema produttivo e le libere professioni sono sottoposti. Da questo punto di vista secondo il report, sarebbe auspicabile un dialogo a cadenza fissa, tra gli Atenei e gli stesi Ordini professionali.

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Un secondo aspetto da rilevare è poi il livello retributivo. Senza cadere in luoghi comuni, figure specializzate come quelle in ambito ingegneristico avrebbero dritto ad un compenso adeguato alle prestazioni e, soprattutto, rapportato al livello europeo.

Le nostre analisi – afferma Giuseppe Margiotta, Presidente Centro Studi CNI – tendono a monitorare costantemente l’andamento del mercato del lavoro in cui operano gli ingegneri, collocandoli naturalmente in un contesto più ampio, che coinvolge altre professioni. Siamo coscienti di essere parte di un tutto, per cui è importante capire non solo cosa succede agli ingegneri, ma anche a molte altre figure professionali, oltre a definire uno scenario più completo del mercato del lavoro. Gli ultimi preziosi dati forniti dal Sistema informativo Excelsior evidenziano l’opportunità di un dialogo costante tra i nostri Ordini e le Università al fine di indirizzare ancora di più i corsi universitari a ciò che poi il mercato (costituito da aziende e studi professionali) richiede. Come Centro Studi vorremmo peraltro che alcune interessanti esperienze di confronto e dialogo tra federazioni regionali di Ordini degli ingegneri e Università fossero condivise da tutti gli Ordini per avviare uno scambio di idee tra sistema formativo e mercato del lavoro che riteniamo particolarmente utile”.