Secondo l'Abi se non modificata, la Direttiva Case Green potrebbe mettere a rischio il valore delle case più energivore, riducendo mutui e finanziamenti a disposizione dei prorietari
La Direttiva sulle Prestazioni energetiche degli edifici imporrà la riqualificazione minima del 15% delle case più energivore entro il 2030
(Rinnovabili.it) – La Direttiva Case Green, approvata dal Parlamento europeo la scorsa settimana potrebbe avere un impatto negativo sul valore delle case più energivore del nostro Paese.
L’allerta arriva da Abi, sentita in Audizione alla Camera presso la Commissione Politiche dell’Unione Europea. Secondo le stime dell’Associazioni, illustrate dal Direttore Sabatini, l’applicazione della Direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici potrebbe mettere a rischio i finanziamenti ed i mutui indirizzati all’acquisto o alla riqualificazione delle case meno performanti. Ovvero quelle nella classe energetica più bassa che per il nostro Paese rappresentano ben il 60% del patrimonio immobiliare.
leggi anche Case Green: quanto costa ristrutturare casa per passare dalla classe G alle D?
Meno mutui per le case più energivore
Il primo problema sottolineato dall’Abi arriverà da quello che in gergo si chiama “portafoglio ipotecario”. Ovvero la Direttiva Case Green imporrà alle banche di migliorare le prestazioni energetiche degli immobili “posti a garanzia dei propri portafogli di mutui”, anche se non di proprietà dell’istituto stesso. “In mancanza di modifiche sostanziali, le banche sarebbero necessariamente obbligate – nell’impossibilità di migliorare la qualità degli immobili già assunti in garanzia – a orientare le proprie scelte di finanziamento verso immobili che hanno migliori performance energetiche, riducendo le possibilità di accesso al credito per l’acquisto/riqualificazione degli immobili di minore qualità”. Le case più energivore vedrebbero ridursi lo spazio a disposizione per i finanziamenti.
Meno finanziamenti per le persone meno abbienti
La conseguenza della situazione prospettata sopra, andrebbe a ricadere principalmente sui proprietari meno abbienti. “Anche immaginando interventi di sostegno pubblico, non tutti i proprietari di casa avrebbero le disponibilità finanziarie o sarebbero in grado di contrarre mutui (o ulteriori finanziamenti) per interventi di ristrutturazione energetica”.
Leggi anche Il Parlamento Ue approva la Direttiva sulle Prestazioni Energetiche degli edifici: addio bonus caldaia
Come sottolinea Sabatini, anche le Banche avrebbero perciò più difficoltà ad erogare finanziamenti a soggetti definiti con più basso “merito creditizio”. Coloro che hanno meno possibilità economiche e che occupano case più energivore, si potrebbero veder negati finanziamenti per riqualificare la propria abitazione, ricadendo di conseguenza nel problema precedente, con una svalutazione dell’immobile di proprietà.
“Per questa fascia di popolazione dovrebbe dunque intervenire lo Stato con oneri rilevanti per la finanza pubblica in un arco temporale molto ristretto”. Inoltre l’interesse imposto unicamente alla riqualificazione energetica, potrebbe portare a trascurare ristrutturazioni per la messa in sicurezza sismica del patrimonio immobiliare.
Accesso alle Banche al database SIAPE
La decisione contenuta nella Direttiva Case Green di aprire anche alle banche i database contenenti gli Attestati di Prestazione Energetica (APE) degli edifici è invece vista come una opportunità importante. L’accesso a questi elenchi permetterebbe di utilizzare le informazioni per stimare in maniera più corretta il valore di mercato dell’immobile. Oltre che a favorire il mercato dei “mutui verdi” ossia i finanziamenti finalizzati all’acquisto di abitazioni con elevate prestazioni energetiche o alla riqualificazione energetica degli immobili di proprietà.