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Case in paglia: le risposte ai quesiti più comuni sul sistema costruttivo secolare

Le case in paglia bruciano più facilmente? Sono attaccate dai parassiti? Ammuffiscono o sono soggette all'umidità? Alle domande più comuni sulle case in paglia, risponde l'architetto Magnus Reffs Kramhøft, del team di Henning Larsen

case in paglia
Foto di NoName_13 da Pixabay

Il team di Henning Larsen ha già prodotto un interessante catalogo open source di materiali a base biologica

(Rinnovabili.it) – Una tecnica che esiste da migliaia di anni, per qualche tempo messa da parte e scelta da una nicchia ristretta di progettisti, ma ora la costruzione di case in paglia è tornata al centro del dibattito architettonico. Potrebbe essere un’alternativa sostenibile agli approcci moderni ed industrializzati ormai troppo impattanti per il nostro Pianeta? L’architetto Magnus Reffs Kramhøft, team lead di uno degli architetti contemporanei più attento all’ecosostenibilità della progettazione, Henning Larsen, prova a rispondere alle domande principali che assillano committenti e tecnici sulle potenzialità delle case in paglia.

La paglia al posto dei mattoni

Anche se la storia dei tre porcellini ci ha insegnato l’esatto contrario, costruire case in paglia potrebbe salvarci la vita. Ovviamente non potrà diventare il materiale principe della future costruzioni, soprattutto perchè riservata ad architetture più contenute come dimensioni, tuttavia potrebbe trasformarsi in una valida alternativa.

A quanto pare, la paglia potrebbe diventare un attore chiave nella decarbonizzazione del settore delle costruzioni. Non è un concetto nuovo ed è vantaggioso rispetto a molti altri materiali quando si tratta di sostenibilità ambientale”. “Poiché la paglia è un sottoprodotto agricolo ampiamente disponibile, costruire con essa rilascia meno carbonio rispetto al compostaggio o alla combustione del materiale. Inoltre, la paglia evita complesse procedure di produzione e riduce significativamente il consumo di energia per la produzione e il trasporto, minimizzando efficacemente la sua impronta di carbonio”.

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La paglia è estremamente infiammabile?

Come sottolineato da Magnus Reffs Kramhøft, nonostante quello che si pensi la paglia resiste molto bene al fuoco. Può essere imballata così densamente da eliminare l’ossigeno che alimenta le fiamme, e unita ad un intonaco in argilla, è in grado di resistere ad oltre 2 ore di fiamme a 1.050°C.

Inoltre la paglia contiene un alto grado di silice, un materiale naturalmente ignifugo.

Durante la combustione, la paglia crea uno strato isolante di carbone sulla superficie che la protegge dalle fiamme”. Uno dei progetti più emblematici del team è la Scuola Feldballe, costruita in paglia in Danimarca, secondo il sistema EcoCocon. In questo esempio di edilizia in paglia, la materia prima è incapsulata all’interno di pannelli di argilla e fibre di legno per aumentare la resistenza alle fiamme. Inoltre sono stati inserite barriere taglia fuoco per evitare la propagazione delle fiamme. “Man mano che la costruzione con la paglia cresce in popolarità, seguiranno ulteriori innovazioni”.

Case di paglia, umidità e muffa e durata

“Le regioni nordiche hanno una lunga storia e tradizione di costruzione con paglia e canne (soprattutto quando si costruiscono tetti). Abbiamo imparato che se è presente un’adeguata ventilazione naturale, ci saranno pochi o nessun problema con umidità e muffa, specialmente in un tipico clima nordico”, mette in chiaro l’architetto Magnus Reffs Kramhøft.

In quanto alla durata, basta pensare che alcune delle case in paglia dello scorso secolo ancora resistono, inoltre progettando le costruzioni in modo che possano essere smontate, è possibile sostituire i singoli pannelli in caso di perdite o danni.

La paglia gli Insetti e i roditori

Nemmeno i roditori o i parassiti come le termiti, trovano attraente la paglia, in quanto l’estrema compressione risulta di difficile attraversamento per i topi e di scarso interesse per le termiti. Tuttavia esistono trattamenti specifici che è sempre consigliato utilizzare per evitare attacchi indesiderati.

Le prospettive future dei materiali a base biologica per l’architettura

“Spero che prendere parte a progetti ambiziosi in modo sostenibile dimostri che una transizione verde è a portata di mano. Iniziando con piccoli progetti come l’estensione della scuola di Feldballe , possiamo e abbiamo raccolto un’immensa quantità di nuove conoscenze che possiamo scalare per progetti più grandi. I progetti costruiti sino ad ora ci hanno mostrato il potenziale che si presenta quando la scelta del materiale è prioritaria e la responsabilità planetaria è abbracciata come catalizzatore per il design. Ripensare la scelta dei materiali attingendo a materiali biogenici e tecniche di costruzione storica supporta una notevole riduzione delle emissioni di CO2. Il nostro obiettivo è spingere l’intero settore verso una direzione più sostenibile, abbiamo la responsabilità di farlo”, conclude.