Ogni m3 costruito di case in legno immagazzina 1 tonnellata di CO2 equivalente ad un viaggio di 9.000 km in auto
(Rinnovabili.it) – Con un turnover per la produzione pari a 1.795 mld di euro l’Italia diventa il terzo produttore europeo di case in legno. A confermarlo è il 7° Rapporto Edilizia in Legno realizzato dal Centro Studi di FederlegnoArredo che ogni anno fotografa la filiera delle costruzioni inerente a questo particolare comparto.
L’Italia segue Germania e Svezia nella classifica, con oltre 3.400 nuove abitazioni realizzate con tecniche costruttive sempre più complesse ed accurate.
L’indagine fa riferimento alle aziende associate ad Assolegno di Federlegno Arredo che operano nel mercato delle abitazioni con struttura portante in legno, coinvolgendo nell’analisi statistica i maggiori players del mercato e raggiungendo una rappresentatività di circa l’80% del fatturato generato.
Lombardia la prima in classifica
Scendendo di scala è la Lombardia la regione dove si concentrano il numero maggiore di realizzazioni, seguita da Trentino, Veneto, Emilia Romagna e Marche.
I maggiori player si concentrano invece nelle province autonome di Trento e Bolzano, con un peso del 34% sulla produzione del settore.
“Registriamo con soddisfazione l’apprezzamento da parte del consumatore, che evidenzia la competitività delle nostre tecnologie costruttive” spiega Assolegno di FederlegnoArredo, associazione nazionale che rappresenta il settore e che promuove un utilizzo razionale del materiale legno quale elemento strutturale. “Circa 1 casa su 13 è costruita in bioedilizia in legno, raggiungendo oggi una percentuale sul complessivo dei permessi di costruire che è superiore al 7,3%.”
Dal report emerge con chiarezza il sempre maggiore valore del costruito al mq e l’aumento delle dimensioni medie delle strutture, prova di una crescente capacità costruttiva e possibilità di realizzazione di case in legno e strutture sempre più complesse.
Il panorama si sta espandendo anche verso gli edifici multipiano con 4-5 piani fuoriterra, ovvero gran parte del nostro patrimonio edilizio.
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Come più volte sottolineato anche a livello globale, le costruzioni in legno hanno il prego di rappresentare dei potenziali incubatori di carbonio, immagazzinando tonnellate di CO2. E dato che il comparto delle costruzioni, se considerato nell’intero ciclo di vita, è responsabile di quasi il 40% delle emissioni di gas serra la scelta più ovvia ricade in primis sul legno.
Nonostante quanto si possa pensare, le case in legno sono più resistenti al fuoco rispetto a strutture in acciaio o in cemento. La velocità a cui brucia il legno è nota e calcolabile, la struttura attaccata da un incendio comunque non collassa, a differenza dell’acciaio che si deforma o del cemento che crolla senza preavviso.