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Case Green, Pichetto Fratin: “Sarà l’Italia a decidere, nessun altro”

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Secondo la revisione della Direttiva EPBD entro il 2050 dovremo avere un patrimonio edilizio completamente carbon neutral

(Rinnovabili.it) – “Sarà il Governo italiano e nessun altro a decidere tempi e modi per rendere sostenibile il patrimonio immobiliare del nostro Paese”, queste le parole del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Pichetto Fratin, in merito alla bozza di Direttiva UE sulle Case green.

In una lettera inviata a il Sole24Ore, il Ministro mette i puntini sulle “i”, chiudendo una discussione iniziata la scorsa settimana e che aveva spaventato gli italiani parlando di obblighi di efficientamento degli edifici.

Direttiva UE “Edifici green”, accettato solo un orientamento generale

Secondo ENEA un terzo del nostro patrimonio edilizio risulta nella classe energetica più penalizzante. L’idea di garantire per tutti gli edifici esistenti la classe E entro il 2030 e la classe D entro il 2033 ha suscitato diverse polemiche. Ma il MASE ribadisce che, quanto accettato dal Governo italiano in tema di Case Green è solo un “orientamento generale della direttiva”. L’obiettivo è una decarbonizzazione totale, “sarà poi il nostro piano nazionale di ristrutturazione a prevedere una tabella di marcia con obiettivi stabiliti a livello nazionale in vista dell’obiettivo della neutralità climatica nel 2050 che l’Italia ha siglato e che il Presidente Meloni ha ribadito in più occasioni”.

Rispetto al Regolamento, lo strumento della Direttiva stabilisce degli obiettivi comuni per i Paesi, ai quali è lasciata libertà di manovra nella definizione delle tempistiche.

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Nessun obbligo di ristrutturare per i proprietari

Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha poi rassicurato tutti i proprietari di immobili: nessun obiettivo penalizzante per l’Italia e nessun obbligo per i proprietari di ristrutturare entro il 2030, quando solo le nuove costruzioni dovranno essere ad emissioni zero.

Lo stesso varrà per le compravendite per le quali la Direttiva non prevede alcuna limitazione nella possibilità di vendita o affitto di edifici non riqualificati. Tuttavia è chiaro che gli immobili meno performanti saranno progressivamente meno appetibili sul mercato rispetto alle Case Green, garanzia anche di minori costi di gestione operative.

Ogni Stato Membro potrà poi stabilire criteri per esentare determinate categorie di immobili come quelli di particolare valore architettonico o storico, di cui il nostro Paese è ricco.
Stiamo parlando quindi di una misura con ampi margini di elasticità, che declina un impegno già assunto dal nostro Paese, la neutralità carbonica al 2050, e che tiene conto – invece di ignorarla come s’è detto e scritto – della peculiarità del nostro Paese, indicando per gli edifici esistenti un percorso da qui ai prossimi 27 anni i cui step saranno decisi a Roma e non a Bruxelles”, ribadisce il Ministro Pichetto Fratin non nascondendo la disapprovazione in merito all’atteggiamento allarmistico dimostrato nell’ultima settimana.

Tempi ancora lunghi per l’approvazione definitiva della Direttiva

L’iter di approvazione della revisione sulla Direttiva Case Green è ancora lungo. Il voto del parlamento è solo uno dei tasselli. Il testo dovrà passare anche dalla Commissione Industria e Energia del Parlamento, in vista di una adozione da parte della Plenaria di metà marzo. Quando entrambe le Istituzioni avranno espresso un parere partiranno i negoziati per trovare un accordo politico sul testo finale.

Nel mercato immobiliare globale siamo un’eccellenza e dovremo continuare ad esserlo”, conclude Pichetto Fratin, “operando con gradualità, intelligenza, cura della bellezza e quel talento italiano che nessuna direttiva potrà mai mettere in discussione”.

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