Gli immobili nella classe energetica più bassa rappresentano ancora l’80% del patrimonio italiano
(Rinnovabili.it) – Serviva il caro bollette per portare definitivamente alla luce un dato di enorme importanza: le case in classe energetica E non pagano. Non pagano la bolletta, perchè gli enormi sprechi a cui sono associate influiscono pesantemente sul bilancio energetico annuale. Ma non pagano nemmeno in termini di compravendita. Il valore degli immobili nella classe energetica più bassa è sceso dell’8% in soli 5 anni. A dimostrarlo è una ricerca della business unit di Immobiliare.it, specializzata in studi di mercato.
L’analisi ha preso come campione lo stock degli immobili in vendita scoprendo per altro che il 76% risulta ancora tra le classi di efficienza energetica più basse, dalla E in giù. E paradossalmente, la cifra è aumentata del 10% rispetto a 5 anni fa. Solo l’11% si attesta con classe A o superiore e quasi sempre, si tratta di edifici di nuova costruzione.
Rispetto al 2017 le case in classe A hanno assistito ad un’impennata del 70% della loro presenza sul mercato, un dato che si spiega sia con il proliferare di edifici sempre più green, ma anche con la crescente difficoltà nel riuscire a vendere gli immobili meno efficienti e più costosi.
La categoria media, dalla classe B alla D, è l’unica ad aver ridotto la presenza sul mercato italiano, con un 30% in meno in 5 anni e rappresentando ora il 13% dell’offerta. Si tratta degli immobili più appetibili dagli acquirenti e i più facili da efficientare.
“Abbiamo ribadito in diverse occasioni come il patrimonio immobiliare italiano sia un patrimonio “vecchio” – commenta Carlo Giordano, Board Member di Immobiliare.it – La maggior parte delle case in cui viviamo, infatti, sono state costruite a cavallo degli anni ‘60 e ’70, quando i materiali e la tecnologia a supporto dell’efficienza energetica, come anche la sensibilità verso le tematiche legate alla sostenibilità ambientale, non erano particolarmente sviluppati. I volumi stessi delle abitazioni erano molto diversi da quelli attuali: ora si privilegiano spazi razionali con ambienti multifunzione, mentre una volta la suddivisone era più rigorosa, con stanze dedicate alle diverse necessità. Non è sempre facile riorganizzare quei metri quadri secondo l’impostazione moderna e questo fattore condiziona la dispersione energetica e impatta sui costi delle utenze”.
Poca resa, scarso valore
Secondo l’indagine di Immobiliare.it, chi nel 2017 ha deciso di investire in case in classe energetica E perchè attirato dal prezzo basso, ora si ritrova con un immobile in costante perdita di valore, passato da circa 2.000 euro al mq a poco più di 1.800€/mq (una flessione dell’8%).
Al contrario le case in classe A si sono rivalutate del 2% in cinque anni, e quelle in classe media hanno assistito ad una crescita fino al 5% del valore, passando da 2.073 a 2.168 €/mq.
Conti alla mano è chiaro che 5 anni fa il costo al metro quadro degli immobili a media efficienza superava quello delle abitazioni non efficienti solo del 5%, ma era più economico delle classi più elevati di oltre il 20%. Un ottimo investimento dunque.
Si riduce lo scarto percentuale tra il prezzo della classe più alta e quella media (passando dal 21% al 19%), mentre aumenta il prezzo della classe più bassa passando da 25% al 32%.
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Quanto consuma una casa in classe energetica E?
Puntando i riflettori sulle singole Regioni si nota come sia il Nord-Est a segnare la maggior differenza di prezzo tra immobili in classe alta e bassa: le case in classe A costano il 40% in più. Poco sotto troviamo le Isole, dove il gap di prezzo si stabilizza sul 39%. Mentre è al Centro che lo scostamento si riduce ulteriormente, fermandosi al 16%.
Ma quanto consuma un immobile poco efficiente? Prendendo come riferimento i livelli trimestrali dell’Arera, l’indagine di Immobiliare.it si è concentrata nel calcolare la spesa relativa al consumo di gas annuo per un immobile tipo di 100 mq sia in classe A che in classe E.
E’ ancora il Nord dove si spende di più in classe più bassa: 1.964 euro/anno al Nord-Ovest e 1.803 al Nord-Est. Nel resto d’Italia la spesa si aggira sui 1.400 euro/anno.
Le case in Classe A con elevata efficienza energetica, hanno invece costi sensibilmente più bassi rispetto alle classi meno performanti. La spesa più alta si registra al Sud e nelle Isole, 892 euro/anno e 852 euro/anno. Al Centro ci si aggira sui 700 euro/anno, mentre al Nord si rimane tra i 600 euro/anno della parte Est e i 500 euro/anno di quella Ovest. Le Regioni più a Nord hanno un risparmio decisamente considerevole sul caro bollette grazie agli immobili più performanti, da 3 a 4 volte inferiore rispetto alle classi più basse. Al Centro con una casa in classe elevata si spende circa la metà. Mentre al Sud e nelle Isole una bassa efficienza energetica porta a spendere in consumi circa il 60% in più all’anno. “Il costo del mancato ammodernamento delle nostre case in senso di una maggiore efficienza energetica lo vedremo quest’anno – conclude Giordano – Gli aumenti nel prezzo di luce e gas impatteranno in maniera significativa sul bilancio famigliare di quanti vivono ancora in immobili fortemente energivori. Se fino ad ora la scelta della classe A era legata più che altro ad un’evoluzione in chiave green della società moderna, adesso diventa un tema di “portafoglio”: semplicemente non ci si potrà più permettere di vivere in abitazioni a bassa efficienza energetica”.
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