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Come progettare una casa sostenibile: la check-list dell’indispensabile

Un team di ricerca finlandese ha messo nero su bianco una check-list di punti chiave che un appartamento ben progettato ed una casa sostenibile dovrebbero avere

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Ørsted Gardens di Lokal (2020) – credits: Hampus Berndtson

La tabella analizza la progettazione nella scala dell’appartamento, dell’edificio e del quartiere

(Rinnovabili.it) – L’aumento della densità abitativa urbana sta facendo emergere una tendenza preoccupante: case sempre più compatte, per non dire piccole, strette e lunghe spesso scarsamente illuminate, e quasi sempre, senza uno spazio esterno realmente vivibile. Ma vivere in città non deve necessariamente voler dire rinunciare ad abitare in una casa sostenibile. Per fermare sul nascere questa tendenza, un tema della Facoltà di Architettura dell’Università di Tampere, guidato da Sofie Pelsmakers ha provato a stilare una check-list dell’indispensabile per progettare una casa sostenibile.

Dal punto di vista della sostenibilità e dell’efficienza energetica, le strutture urbane più dense garantiscono sicuramente maggiori benefici sia dal punto di vista della gestione energetica che della gestione dei servizi e del trasporto pubblico. Ma tutto ciò non deve prescindere dall’indispensabile attenzione alla flessibilità ed alla qualità degli spazi. La pandemia ci ha insegnato l’importanza di abitare in spazi accoglienti, capaci di trasformarsi all’occorrenza, anche in postazioni lavorative, spazi di svago o semplicemente relax. Eppure gli appartamenti in vendita nelle grandi città offrono sempre più spesso, lunghi corridoi a doppio carico, spazi limitati e scarsamente illuminati, difficili da reinterpretare.

Come progettare una casa sostenibile secondo il team finlandese

Ecco che il team di ricercatori dell’Università di Tampere ha provato a stilare una lista di ciò che è davvero importante nel progettare una casa sostenibile, o meglio ancora di un ambiente abitativo. Si perchè l’appartamento è in realtà inserito in uno spazio più ampio che comprende il condominio e l’intero quartiere.

La check-list sintetizza quattro aspetti chiave:

  • la qualità ambientale interna,
  • la configurazione e l’organizzazione spaziale,
  • l’arredabilità e la trasformabilità,
  • e l’infrastruttura sociale.

Ciascun aspetto è approfondito in base alla scala dell’appartamento, dell’edificio e del quartiere.

Nulla di nuovo eppure sempre più spesso le progettazioni urbane dimenticano uno o più elementi.

1 – Qualità ambientale interna (IEQ). Questa prima voce della check-list per progettare una casa sostenibile considera l’accesso alla luce solare diurna, i diversi orientamenti, la vista su elementi naturali che possano trasmettere una consapevolezza del cambio delle stagioni. Il Comfort termico e acustico e una buona qualità dell’aria interna, nonché la miglior gestione delle variazioni climatiche dettate dal surriscaldamento.

Un appartamento ben progettato dovrà avere un layout poco profondo (max 6 mt di lunghezza), ampie finestre esposte in direzioni diverse, guadagno solare invernale e ventilazione incrociata estiva. I balconi non devono precludere la luce interna, di conseguenza o le finestre sono molto ampie o è bene sfalsare i balconi e le aperture. La presenza di finestre in più direzioni consente ad esempio di poter suddividere in due una stanza in futuro.

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2 – Configurazione e organizzazione spaziale. Questo punto coinvolge anche il layout dell’edificio e del quartiere, maggiori tipologie abitative per soddisfare le scelte della comunità e garantire sempre varietà abitativa. Abolire i corridoi a doppio carico evitando ciò di costruire condomini con una fila di appartamenti esposti in una unica direzione ed altri in quella opposta.

Un appartamento ben progettato in questo caso dovrà avere un accesso diretto dall’ingresso a tutte le aree della casa, evitando il classico corridoio. Organizzazione spaziale che includa spazi sociali e spazi privati separabili all’occorrenza, e soprattutto gestire le aree di passaggio tra una stanza e l’altra come parte integrante della casa e non come spazi residuali.

3 – Arredabilità e trasformabilità. La possibilità di posizionare i mobili in più direzioni, modificando i collegamenti tra le stanze, la separazione di una stanza privata o anche la divisione o l’accorpamento di appartamenti senza alterare gli elementi portanti.

Un appartamento ben progettato avrà più percorsi o più aperture tra le stanze, per poter modificare i livelli di privacy. Le porte in quel momento non utilizzate potranno semplicemente essere coperte da un mobile che all’occorrenza viene spostato. Essere in grado di apportare facilmente modifiche temporanee o più durature alla casa e ai suoi spazi comunitari esterni condivisi significa che i residenti non devono cambiare casa se la loro situazione cambia. Supporta anche la stabilità e la diversità.

4 – Infrastruttura sociale. Si riferisce alla possibilità tra le persone di interagire attraverso spazi e funzioni comuni interne o esterne, ma accessibili nel quotidiano direttamente dal condominio o dal quartiere. Oltre a favorire la coesione ed il benessere, questi spazi favoriscono spazi pedonali a misura d’uomo, senza barriere architettoniche, la presenza di aree verdi per la biodiversità, microclima gradevole e riparo dal sole estivo o dalle intemperie in inverno.

Ad un appartamento ben progettato si accederà quindi da spazi collettivi con una funzione ben precisa e non da spazi residuali. In questo modo un condominio ed una casa sostenibile, incoraggeranno le relazioni con i vicini e renderanno l’ambiente più sicuro.

Gli autori della ricerca ci tengono a sottolineare che la check-list va inteso come un promemoria, perchè per sua natura, una tabella riassuntiva non può essere onnicomprensiva. Tuttavia è un valido punto di partenza per ripensare completamente la progettazione alla scala urbana.

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