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Caro affitti: gli universitari tornano in tenda e Milano ribatte con lo “studentato diffuso low cost”

Nonostante le molte promesse il problema del caro affitti per gli studenti universitari resta irrisolto. Per far fronte all'emergenza l'assessore alla Casa ha proposto la messa a bando delle case popolari riqualificate per creare uno studentato diffuso

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Oggi è in previsione una mobilitazione nazionale contro il caro affitti

(Rinnovabili.it) – L’estate è trascorsa, un nuovo anno accademico ha inizio, ma il problema del caro affitti resta inalterato. Da qualche giorno sono tornate le tende in Piazza Leonardo a Milano, simbolicamente diventati gli unici alloggi per gli universitari a prezzi ancora accessibili. Oggi 14 settembre, partirà una mobilitazione nazionale con lo slogan “Stanchi di attendere”, nel tentativo di richiamare l’attenzione sul problema irrisolto.

Oltre 600 euro per un posto letto

Il caro affitti è in realtà una piaga diffusa lungo tutta la penisola, con un costo medio per l’affitto di un alloggio in una stanza singola pari a 620 euro.

Lo scorso maggio un emendamento al decreto-legge Pubblica Amministrazione ha permesso di sbloccare 660 milioni di fondi pubblici per l’attivazione di nuovi posti letto, svincolandoli dall’etichetta “aiuti di Stato”.

Nel frattempo però, l’Italia si è trovata in ritardo sulla terza rata PNRR perdendo i fondi previsti per gli alloggi universitari. Con una modifica dell’ultimo il Ministro Fitto ha poi accolto le proposte della Commissione di trasformare l’obiettivo dei 7.500 posti letto nuovi da assegnare entro il 31 dicembre 2022 previsti nella terza rata, in una nuova “milestone qualitativa” nella quarta rata. Ma, come denunciano in questi giorni gli studenti universitari accampati davanti al Politecnico, la mossa è servita solo agli investitori privati che di fatto hanno usato le risorse “per comprare immobili dove esistevano già residenze, senza creare nuovi posti letto”.

Intanto Milano sogna uno studentato diffuso low cost

Nel frattempo l’assessorato alla Casa di Milano ha presentato un dossier che immagina la messa a bando delle case popolari sfitte, previa riqualificazione, per trasformarle in alloggi per studenti. Definito dall’assessore alla Casa Pierfrancesco Maran, una sorta di “studentato diffuso”, il progetto prevede di partire con le prime 300 case, da mettere a disposizione a circa 600 studenti, a cifre comprese tra i 250 e i 350 euro in base all’Isee. Prezzi decisamente più accessibile di quelli stimati per gli studentati privati in corso di realizzazione, che oscilleranno tra i 700 e i 1.000 euro al mese per una stanza singola. Tra questi interventi rientrerà anche la successiva conversione del Villaggio Olimpico 2026, che creerà certamente numerosi nuovi posti letto, ma senza risolvere il problema del caro affitti.