I cantieri del Superbonus avviati dalla nascita della detrazione sono 425.351
(Rinnovabili.it) – Dall’inizio del 2023 i nuovi cantieri Superbonus avviati con l’obiettivo di riqualificare ed efficientare gli immobili sono stati più di 65.000. Questi i numeri che si leggono chiaramente nell’ultimo monitoraggio di ENEA sulla misura del 31 agosto 2023. Un anno drammatico per avviare il cantiere, vivendo all’ombra dello spauracchio delle mancate proroghe e della decurtazione dell’aliquota all’alba del 1°gennaio 2024 che passerà dal 110% o 90% fino ad un 70%. I lavori avviati quest’anno quasi sempre sono stati pianificati ben prima, ma il blocco alla cessione del credito, la mancanza di manodopera ed il caro materiali, hanno contribuito a rallentare le opere tanto da mettere a repentaglio il futuro di centinaia di migliaia di imprese e cittadini.
Oggi circa l’81,9% dei cantieri del Superbonus sono ultimati, lasciando scoperta una fetta di lavori ancora da portare a compimento pari a circa 15 miliardi di euro.
Quali proroghe per il Superbonus?
Come è facilmente intuibile, tra i cantieri del Superbonus, la tipologia edilizia più “avanti” sulla timeline dei lavori è ovviamente quella delle unifamiliari arrivata a completare il 91% dei lavori.
Il Decreto Asset o Omnibus ha inoltre portato con sé un’importate proroga del Superbonus villette, consentendo, ai fortunati proprietari che ancora stanno utilizzando il 110%, di sfruttare questa stessa detrazione per tutto il 2023 (prorogando la scadenza dal 30 settembre al 31 dicembre).
Il problema più consistente lo avranno invece i condomini, per i quali i cantieri del Superbonus sono completi solo al 73,9%. Nel mese di agosto si sono aggiunti altri 2.660 nuovi condomini, portando i cantieri del Superbonus avviati nel solo 2023 a superare le 25.700 unità.
Voci di corridoio ipotizzano dunque un’altra potenziale proroga per il Superbonus condomini, estendendo la possibilità di detrarre le spese al 110% almeno fino al 31 marzo 2024.
Ma ancora la partita è tutta da giocare e quello che è chiaro ormai ai più, è la poca stima che l’attuale Governo ha nei confronti del Superbonus. Chiaramente, un’aliquota al 110% non può essere sostenibile a lungo andare. Come ha sottolineato anche la Presidente ANCE Federica Brancaccio, il Superbonus “è stata sicuramente un’agevolazione nata durante un momento drammatico per l’economia italiana che non poteva essere stabilizzata negli anni”. Tuttavia “questo incentivo ha dato uno shock all’economia contribuendo a un Pil eccezionale”.
Superbonus: ma quanto mi costi?
Senza dubbio l’impatto economico del Superbonus è stato sottostimato, sia da un punto di vista delle risorse stanziate a copertura della misura, ma anche sotto il profilo del gettito fiscale guadagnato dallo Stato e derivato dall’aumento dell’occupazione e dei lavori avviati. Secondo l’ultimo report ENEA le detrazioni maturate e a carico dello Stato per lavori conclusi ammontano a 76 miliardi di euro, ai quali si dovranno aggiungere le detrazioni dei lavori ancora da ultimare.
C’è poi il tema dei crediti fiscali. Al 10 luglio 2023, l’Agenzia delle Entrate comunicava che, le prime cessioni e sconti in fattura comunicati dal 15 ottobre 2020 nel complesso superavano i 141,8 mld di euro. Di questo 88,5 mld sono relativi al Superbonus mentre poco più di 53,3 mld sono riferibili agli altri bonus edilizi. Ma circa 30 miliardi di crediti risultano ancora bloccati nei cassetti fiscali di contribuenti e aziende, con conseguenze a cascata su circa 33mila cantieri e 350.000 famiglie.
Dalla sua nascita, il Superbonus ha permesso di avviare 425.351 cantieri finalizzati alla riqualificazione energetica e sismica degli immobili.