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Lanciata la Buildings Breakthrough, obiettivo: rendere gli edifici Net zero la normalità

Buildings Breakthrough
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Per essere in linea con lo scenario Net Zero Emission, entro il 2030, le emissioni operative dovranno diminuire del 50%, quelle del cemento del 20% e dell’acciaio del 25%

(Rinnovabili.it) – E’ in corso proprio in queste ore alla COP28 di Dubai, il lancio ufficiale del Buildings Breakthrough, la piattaforma per la collaborazione internazionale tra i governi che permetterà di accelerare l’azione climatica sugli edifici. Co-guidata da Francia e Regno del Marocco, e coordinata dal  Global Alliance for Buildings and Construction (GlobalABC), la partnership permetterà ad oltre 25 paesi di lavorare insieme per sbloccare l’azione nel settore delle costruzioni con l’obiettivo di trasformare gli edifici resilienti e ad emissioni prossime allo zero “nella nuova normalità” prima del 2030.

Reclutare nuovi “rivoluzionari”

Presentato come proposta alla COP27, la Buildings Breakthrough è nata per implementare ed inserire anche il comparto edile all’interno della più ampia Breakthrough Agenda Report 2023, il report internazionale prodotto dall’IEA che definisce i progressi e le azioni prioritarie per la decarbonizzazione dei settori maggiormente emissivi.

Si parla di un obiettivo rivoluzionario perché, nonostante i progressi, ancora oggi il comparto delle costruzioni è responsabile del 37% delle emissioni di CO2 e del 34% della domanda globale di energia. Ma La “rivoluzione” del settore sarà solo il punto di partenza, per arrivare entro il 2030 a ridefinire la “normalità” costruttiva rendendola ad emissioni quasi zero.

Il lancio ufficiale della piattaforma Buildings Breakthrough mette l’iniziativa sotto i riflettori, nel tentativo di coinvolgere un sempre maggior numero di partner e Paesi aderenti. Ad oggi sono già 27 i Paesi che hanno aderito al Buildings Breakthrough: Armenia, Austria, Canada, Cina, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Finlandia, Francia, Germania, Guinea-Bissau, Giappone, Giordania, Kenya, Liberia, Mauritania, Mongolia, Marocco, Paesi Bassi, Norvegia, Senegal, Svezia, Tunisia, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti d’America e Zambia.

A che punto siamo

Come dichiarato senza mezzi termini nel capitolo Buildings della Breakthrough Agenda Report 2023, il settore dell’edilizia non è sulla buona strada per raggiungere lo zero netto entro la metà del secolo (2050). Nonostante le innumerevoli documentazioni prodotte, i progressi restano solo sulla carta ed ogni anno le emissioni del settore anziché diminuire, crescono in media dell’1%.

A questo si aggiunge la crescita, attesa nei prossimi decenni, della superficie edificata destinata ad aumentare dell’80% nei Paesi in via di Sviluppo e già entro il 2030.

Dal Buildings Breakthrough emergono chiaramente alcune raccomandazioni chiave che saranno indispensabili per raggiungere davvero la decarbonizzazione:

Attenzione ai materiali più energivori

Come ricordato durante il lancio ufficiale di Buildings Breakthrough alla Cop28, il successo del progetto sarà garantito solo attraverso una maggiore attenzione anche ai materiali più energivori che compongono il settore, primi fra tutti acciaio e cemento. E’ proprio il cemento il primo ostacolo da superare. Dal 2015 le emissioni causate soprattutto dalla produzione di clinker sono aumentate del 10%. Il problema principale è da imputare al costo superiore delle tecnologie a basse emissioni rispetto alle tecniche più tradizionali. Anche in questo caso, secondo il Breakthrough Agenda Report 2023, superare questo ostacolo è possibile solo attraverso una maggiore collaborazione tra i Paesi per il riutilizzo massiccio dei materiali da costruzione. Inoltre, aumentando il numero di produttori di soluzioni a basse emissioni, si potrebbero ridurre i costi generali rendendo il materiale maggiormente conveniente.

Dopo la COP28, il prossimo appuntamento per fare il punto sui progressi della piattaforma Buildings Breakthrough, sarà in occasione del Buildings and Climate Global Forum (7-8 Marzo 2024 a Paigi).

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