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Niente sconti per chi vende casa dopo il Superbonus 

Niente sconti per chi vende casa dopo il Superbonus
Foto di Nataliya Vaitkevich

Poche ore di vita e l’emendamento proposto alla Manovra 2025 per ammorbidire la tassa sulle plusvalenze superbonus si è già arenato. La proposta andava a ritoccare al ribasso le tempistiche oltre le quali vendere casa dopo il Superbonus è soggetto al pagamento di una tassazione extra. 

Come sottolinea il Sole24Ore però, l’emendamento si è scontrato con la commissione Bilancio del Senato che ne ha stabilito l’inammissibilità.

Vendere casa post superbonus implica una tassa extra

Così come strutturata ad oggi, al netto di eventuali emendamenti, la Legge di Bilancio 2025 conferma quanto stabilito lo scorso anno: la compravendita entro i 10 anni dalla fine dei lavori di un immobile ristrutturato con il Superbonus, è soggetta ad una tassazione del 26% sulle plusvalenze. Sono esentati dalla tassa extra le abitazioni considerate prima casa.

La proposta emendativa a firma FdI suggeriva una riduzione dell’arco temporale, portando il limite oltre il quel poter vendere casa dopo il Superbonus a 5 anni, al posto degli attuali 10.

Ma la commissione Bilancio al Senato ha bocciato l’emendamento, annoverandolo tra i 113 correttivi alla Manovra giudicati inammissibili.

Tassa extra anche per i contratti preliminari sottoscritti nel 2024

Nulla da fare anche per i rogiti firmati nel 2024 ma sottoscritti con contratto preliminare nel 2023. Lo stesso emendamento di FdI propone l’esclusione dalla tassazione extra dei contratti sottoscritti primi del 1° gennaio 2024, anche se in forma preliminare, mettendo al sicuro gli accordi presi prima di questa data. 

Quello di Fratelli d’Italia è uno degli oltre 4.000 emendamenti presentati alla Manovra.

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