Gli interventi di riqualificazione effettuati nel 2022 possono essere detratti in 4 anni o in 10 anni. Ma come scegliere?
I dubbi sul Superbonus si protraggono nel tempo anche se l’incentivo si è ormai dimezzato e le possibilità di cessione del credito sono ormai nulle.
In questo caso il tema coinvolge il famoso Spalmacrediti Superbonus, ovvero la possibilità di portare in detrazione le spese sostenute per la riqualificazione dell’immobile, in 10 rate annuali di pari importo al posto delle 4 rate originariamente previste.
L’obiettivo della norma era, ed è ovviamente quello di tentare di arginare il problema dell’”incapienza fiscale” riducendo l’importo della rata di detrazione.
Ma se il contribuente volesse optare per lo spalmacrediti in 10 anni solo per una parte dei lavori e la restante quota di spesa distribuirla invece su 4 anni?
A rispondere ha pensato direttamente l’Agenzia delle Entrate.
Come detrarre in 10 anni anche solo parte delle spese di Superbonus
Il quesito è stato posto da una contribuente proprietaria di una villetta che, nel 2022, ha eseguito interventi “trainanti” e “trainati” ammessi al Superbonus, senza però inserirli nella dichiarazione dei redditi dello stesso anno.
Le intenzioni della proprietaria sarebbero le seguenti:
- sfruttare lo spalmacrediti Superbonus in 10 anni per i lavori di sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale, sostituzione degli infissi e all’installazione dell’impianto fotovoltaico;
- detrarre in 4 anni le spese sostenute per l’intervento di isolamento termico delle superfici opache.
Spalmacrediti Superbonus in 10 anni o detrazione in 4 anni
Prima di rispondere (n.252 del 9 dicembre 2024) l’Agenzia delle Entrate ricorda i meccanismi che regolano la possibilità di detrarre in 10 anni anzichè in 4.
L’articolo n.119 del D.L. n. 34/2020 ha previsto la possibilità di detrarre fino al 110% le spese sostenute per la riqualificazione energetica e la riduzione del rischio sismico sul residenziale in 4 anni.
L’articolo 2 del Dl n. 11/2023 (poi Legge n. 38/2023) ha invece introdotto la possibilità di esercitare l’opzione spalmacrediti in 10 anni (su richiesta del contibuente) per le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022, portandole in detrazione a partire dal periodo d’imposta 2023.
Questa ripartizione, come già chiarito, ha la finalità di agevolare la fruizione della detrazione, evitando possibili situazioni di ”incapienza fiscale” (nelle quali l’imposta lorda è inferiore all’ammontare della detrazione in questione).
La risposta del Fisco
Chiarito il regime normativo entriamo nel merito del dubbio: sarà quindi possibile spezzare le spese e detrarre parte degli interventi in 10 anni ed un’altra parte in 4 anni?
La risposta del Fisco è affermativa. Le “spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022, che il contribuente può scegliere di distribuire in dieci quote annuali di pari importo a partire dal periodo d’imposta 2023, è esercitabile anche solo per una parte delle spese sostenute nel 2022, non essendo previsto che tale opzione debba riguardare tutte le spese sostenute in tale anno”, sottolinea l’Agenzia.
Di conseguenza, la contribuente potrà:
- da un lato presentare il Modello Redditi persone fisiche integrativo del modello 730/2023, indicando le spese sostenute nel 2022 da ripartire in 4 quote annuali di pari importo.
- Dall’altro indicare nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2023, la scelta di optare per lo spalma crediti in 10 anni con riferimento solo alle altre spese sostenute nel 2022.
Attenzione però: l’opzione “10 anni” è irrevocabile e deve essere indicata sempre nella dichiarazione dei redditi.
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