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Gli Smart Building in Italia: la chiave per riqualificare il patrimonio guadagnando

Secondo il Rapporto Strategico della Community Smart Building di The European House Ambrosetti presentato oggi a Roma, se applicassimo le tecnologie smart più conosciute agli edifici italiani più vetusti, potremmo attivare più di 330 mld di euro di investimenti

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Evento di presentazione del Rapporto Strategico della Community Smart Building – 2a Edizione

Uno Smart building è un hub di servizi automatizzati integrabile con l’organismo edilizio e l’ecosistema esterno che massimizzano efficienza, sicurezza e well-being

Si è svolta oggi a Roma la presentazione del 2° Rapporto Strategico della Community Smart Building di The European House Ambrosetti.

L’appuntamento si è confermato un punto di riferimento del settore e, anche in questa edizione, ha coinvolto esponenti del mondo delle istituzioni italiane ed europee, aziende e stakeholders, con l’obiettivo di elaborare un piano di intervento per trasformare in chiave smart il patrimonio immobiliare italiano. Un traguardo reso ancora più importante dall’imminente entrata in vigore della Direttiva Europea EPBD, cd. Case Green, che entro il 2050 imporrà la decarbonizzazione totale del settore. Un passaggio normativo, quest’ultimo, spesso oggetto di critiche, ma che andrebbe rivisto alla luce delle incredibili potenzialità offerte dalla filiera degli edifici intelligenti che nel solo 2022 ha generato per il nostro Paese un fatturato di ben 174 miliardi di euro.

Nel corso della mattinata si sono succeduti sul palco molti attori chiave della comparto, a partire dallo stesso Ciarán Cuffè, relatore del Parlamento Europeo sulla Direttiva EPBD, e dalle istituzioni nazionali portavoce dei Ministeri di competenza. Tra casi studio e descrizioni puntuali dello stato dell’arte del patrimonio immobiliare italiano, è emersa una interessante chiave di lettura che potrebbe completamente rivoluzionare l’approccio alle riqualificazioni energetiche e smart dei prossimi anni.

I benefici della riqualificazione smart: un risparmio economico di 17 mld l’anno per i cittadini

Evento di presentazione del Rapporto Strategico della Community Smart Building – 2a Edizione

Se gli edifici più vetusti del parco immobiliare italiano fossero dotati di tecnologie smart, i cittadini risparmierebbero tra i 17 ed i 19 miliardi di euro. Un valore economico estremamente rilevante calcolato nel dettaglio dal Rapporto della Community Smart Building partendo proprio dall’analisi dello stato di fatto del patrimonio edilizio del nostro Paese.

In Italia oltre l’84% degli immobili risulta costruito prima del 1990, ¾ degli stabili presentano una classe scarsa energetica inferiore o pari alla D, con consumi energetici ed idrici  estremamente rilevanti. Basti pensare che l’Italia è al 9° posto tra i paesi UE per difficoltà a mantenere le abitazioni adeguatamente calde. Insomma un patrimonio “colabrodo” costoso e decisamente poco confortevole. Tuttavia già oggi la filiera dello smart building italiano genera un valore economico ed occupazionale di 174 mld di euro, con 38 mld di Valore aggiunto e oltre 500 mila occupati. Non solo, ogni 100 Euro investito nell’Edificio Intelligente in Italia se ne generano €187 nel resto dell’economia. 

Quanto potremmo guadagnare applicando tutte le tecnologie smart agli edifici più vetusti?

Alla luce di queste considerazioni, la Community Smart Building ha provato ad immaginare cosa accadrebbe se si applicassero tutte le principali tecnologie smart, ad uno quota specifica di edifici italiani (circa 4,9 mln), costruiti tra il 1964 ed il 1976 e per i quali risulterebbe conveniente una riqualificazione totale. Ebbene, i risultati raccolti lasciano senza parole: applicando soluzioni smart quali interventi sull’involucro, installazione di pannelli solari, illuminazione smart, sistemi HVAC smart, sistemi di erogazione dell’acqua intelligente, elettrodomestici ed elevatori smart, su ciascun edificio vetusto, si potrebbero attivare più di 330 miliardi di euro di investimenti.

leggi anche Edifici Smart in Italia, il 64% dei cittadini non sa cosa siano 

Ci soffermiamo sui benefici economici per quantificare il peso che questo settore potrebbe giocare nel prossimo futuro, ma senza trascurare i benefici ambientali ed energetici che questa rivoluzione smart porta con sé con un risparmio tra il 23-29% sui consumi energetici annui ed una riduzione delle emissioni di CO2 del settore tra il 20 ed il 24% l’anno.

Come realizzare questa visione di sviluppo? 

L’obsolescenza del patrimonio immobiliare italiano rende ancora più urgente la conversione al paradigma di «Smart Building», anche in considerazione del fatto che il tasso di rinnovamento italiano è fermo allo 0,85% l’anno, contro l’1,7% di altri paesi europei come la Germania o la Francia. Per accelerare l’implementazione del concept Smart Building in Italia, la Community TEHA ha individuato tre ambiti propositivi chiave su cui puntare:

Promuovere una revisione del sistema di incentivi che valorizzi tutte le componenti che rendono smart un edificio secondo la definizione olistica proposta dalla Community. Rendere obbligatoria per legge la messa a norma digitale delle abitazioni, sia per gli edifici in fase di nuova costruzione sia per gli edifici in via di ristrutturazione.

Introdurre un “Libretto della casa” a valenza legale e che sia riconosciuto da tutti gli stakeholder connessi al settore residenziale. Si tratterebbe di una certificazione in grado di offrire una mappatura delle tecnologie ed indicare i benefici, oltre a contenere le informazioni sul possibile sostegno finanziario e tecnico, seguendo il motto “Mettere a norma per mettere a reddito”.

Rafforzare e costruire le competenze necessarie alle filiere industriali delle tecnologie dell’Edificio Intelligente, colmando il gap di competenze, favorendo la collaborazione tra le aziende e le PA, ma anche incentivando la collaboraizone pubblico privata.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.