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Silenzio-assenso nel Salva Casa: per i Comuni non è attuabile

Silenzio-assenso
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C’è tempo fino al 28 luglio 2024 per convertire il DL n.69/2024 in Legge 

Proseguono i lavori in Commissione Ambiente per la conversione in legge della neo Sanatoria edilizia voluta da Salvini ed inserita DL Salva Casa n.69/2024. Tra le Audizioni del 12 giugno merita un focus il commento espresso da ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, dubbiosa sul procedimento del silenzio-assenso previsto dal Salva Casa, soprattutto alla luce del fatto che toccherà poi alle Amministrazioni locali il compito di applicare le nuove norme previste dal “mini condono 2024”. 

Le proposte presentate alla Camera si trasformeranno poi in emendamenti al DL lasciando decidere al Parlamento se validi o meno. 

Anche per ANCI serve un nuovo Testo Unico Edilizio

Pur condividendo lo sforzo che il provvedimento fa in direzione di una più semplice e snella burocrazia edilizia, ANCI non può esimersi da esprimere qualche dubbio sul testo. 

Il primo pensiero si allinea a quanto già dichiarato da ANCE, Confedilizia e CNA, ovvero la necessità di superare queste correzioni puntuali delle norme, che altro non fanno se non accrescere la confusione generali. Serve invece una revisione omogenea del TUE, dpr n.380/2001, riscrivendo sia le norme edilizie che quelle urbanistiche per adattarsi ad un’attualità completamente diversa di quella che era oltre 20 anni fa. 

In linea generale andranno comunque inseriti nella conversione del testo, finalizzati soprattutto ad un maggior raccordo della nuova disciplina, con i temi:

Silenzio assenso 

ANCI entra poi nel dettaglio delle singole criticità individuate nel DL Salva Casa partendo proprio dal passaggio a “silenzio-assenso” per le nuove sanatorie. 

La previsione del silenzio-assenso per la nuova sanatoria dell’art. 36-bis (comma 6), non appare attuabiledichiara ANCI e le motivazioni sono plurime:

Il DL Salva Casa prevede infatti che le istanze di sanatoria siano sottoposte al regime di “silenzio-assenso” mentre oggi vige il “silenzio-diniego”. Ciò vuol dire che, se l’ufficio tecnico non analizza la pratica entro i giorni stabiliti (45 gg per il permesso di costruire e 30 gg per la SCIA) l’istanza si considera automaticamente approvata. 

Secondo ANCI “Parrebbe ragionevole optare – per tutte le fattispecie di abuso regolate dal nuovo art. 36-bis – per il rilascio di un titolo espresso da parte dell’amministrazione, con silenzio-inadempimento decorsi 60 giorni dalla proposizione dell’istanza. Infine, per maggiore chiarezza, è opportuno che nella rubrica sia fatto espresso riferimento anche agli interventi eseguiti in assenza o in difformità dalla SCIA”.

 Le altre richieste 

Le considerazioni di ANCI spaziano poi sul tema dell’edilizia libera, con la richiesta di migliorare la formulazione della norma soprattutto nel caso delle VEPA. Considerazioni anche sullo stato legittimo evitando di creare un legittimo affidamento su abusi edilizi solo rappresentati e non sanati. L’Associazione dei Comuni richiede di inserire nella norma maggiori dettagli nel merito del cambio di destinazione d’uso, soprattutto per evitare lo spopolamento dei centri storici convertiti a tursimo. 

Infine, ma non meno importante appare urgente una revisione della modulistica necessaria per presentare la nuova richiesta di sanatoria edilizia, sia in considerazione del fatto che le istanze possono essere presentate dal 24 maggio 2024, sia in considerazione delle tempistiche imposte dal regime di silenzio assenso. 

Scarica le considerazioni di ANCI sul DL Salva Casa.

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