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Quali sono le “difformità lievi” che potranno accedere alla Sanatoria Salva-Casa

Il CNI, intervenuto al Tavolo di lavoro con il MIT, illustra quali potrebbero essere le caratteristiche del Pacchetto Salva-Casa e quali difformità potranno essere sanate perchè considerate di lieve entità

Sanatoria Salva-Casa
Immagine di freepik

CNI: “E’ importante ribadire che stiamo parlando di difformità minime che sono ben altra cosa dall’abuso edilizio”

La bomba sganciata dal Ministero delle Infrastrutture con l’annuncio di un’imminente Sanatoria Salva-Casa ha fatto gridare al “condono edilizio”, ma di fatto non esiste un testo o una bozza da visualizzare che possa fornire dettagli più accurati. A fare chiarezza ha pensato il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, presente al tavolo di lavoro con il Mit.

Terzo appuntamento di un percorso finalizzato alla riforma del TU dell’edilizia ed all’elaborazione di un nuovo Piano Casa che favorisca la rigenerazione urbana, al tavolo tecnico hanno partecipato rappresentanti degli Enti, Ordini, Associazioni e Istituti di credito.

Come sottolineato dal CNI, il punto nodale dell’incontro ha riguardato la “riforma e semplificazione delle norme in materia di edilizia che consentirebbero di superare una serie di criticità che oggi caratterizzano il sistema della domanda e dell’offerta di alloggi”. 

Il tema già messa in evidenza da Salvini nell’illustrare il piano per la Sanatoria Salva-Casa, sarebbe dunque quello di alleggerire gli uffici tecnici comunali, saturi di pratiche, sanando solo alcune “difformità lievi”. Vediamo quali. 

Cosa si intende per difformità lievi

Secondo il CNI, la norma allo studio del Mit consentirà di superare lievi difformità esterne o interne delle singole unità immobiliari e degli edifici, che non pregiudicano la sicurezza degli edifici e l’interesse collettivo, ma che molto spesso non sono superabili a causa di un quadro normativo contraddittorio. Grazie alla sanatoria i proprietari di tali unità immobiliari, potrebbero superare gli ostacoli che fino ad oggi impedivano la vendita o la locazione dell’edificio. 

La sanabilità riguarda lievi difformità su fabbricati regolarmente assentiti, collaudati e resi agibili che:

  • presentavano, sin dalla loro costruzione, piccole variazioni dimensionali rispetto al progetto. 
  • che sono stati oggetto di interventi in epoca successiva, senza sostanzialmente intaccare la volumetria di progetto, 
  • hanno determinato modifiche distributive negli alloggi o variazioni prospettiche (spostamento di bucature, chiusure di balconi o verande, etc.) senza comunque far venir meno le condizioni di sicurezza nell’utilizzo. 

E’ di tutta evidenza – sottolinea il CNI nella nota – che in tali casi bisogna intervenire affinché la legittimazione di tali immobili avvenga in tempi più rapidi di quanto accade oggi: è un aspetto che tutti gli operatori ritengono debba essere affrontato e risolto riscrivendo le norme e semplificandole anche alla luce delle esperienze finora acquisite”.

Le proposte del CNI

Il Consiglio degli Ingegneri è passato quindi dalla teoria alla pratica, mettendo nero su bianco una serie di proposte che potrebbero facilitare la definizione del pacchetto Salva-Casa.

Sanabilità più spedita: per alcune modifiche strutturali entro definiti limiti volumetrici, fatte salve sempre le condizioni di sicurezza dell’edificio, sulla possibilità di dichiarare legittimo un immobile costruito prima del 1 settembre 1967 con difformità, rispetto al progetto originale, relative alla planimetria o alla distribuzione interna degli spazi o a lievi modifiche della sagoma, sul superamento della cosiddetta doppia conformità nelle sanatorie. Inoltre potrebbero essere considerate sanabili le opere eseguite senza titolo autorizzativo, se conformi alla disciplina edilizia e urbanistica in vigore all’epoca di realizzazione dell’opera stessa e se dal punto di vista strutturale sottoposte a verifiche e collaudo da parte di professionista abilitato.

“Il CNI sta lavorando, insieme ad una molteplicità di altri soggetti – ha commentato la Consigliera nazionale Irene Sassetti, presente all’incontro con il MIT – al fine di individuare e classificare con chiarezza ciò che dal punto di vista prettamente tecnico rientra nella categoria di “difformità lieve”, dando sempre priorità al rispetto del criterio di sicurezza della struttura dell’immobile su cui si è intervenuti. E’ importante ribadire che stiamo parlando di difformità minime che sono ben altra cosa dall’abuso edilizio che per noi va sempre prevenuto, contrastato e sanzionato”.

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