Nella Direttiva EPBD per Ristrutturazione Profonda si intende una ristrutturazione che è in linea con il principio “l’efficienza energetica al primo posto“
Secondo le stime dell’Unione Europea, la Direttiva EPBD sulle Performance energetiche degli edifici, permetterà di intervenire su 35 milioni di unità immobiliari entro il 2030. Lo strumento che gli Stati Membri dovranno utilizzare per raggiungere il target net zero entro il 2050 sarà dunque la “ristrutturazione profonda” degli edifici più energivori.
Per arrivare a questo traguardo sarà però prima indispensabile ridefinire i requisiti minimi di prestazione energetica, garantendo che ogni singolo intervento raggiunga un grado di “profondità” sufficiente. Ecco perchè nella Direttiva case Green entrano in gioco due voci essenziali che ciascuno Stato Membro dovrà tenere ben presente al fine di raggiungere i target di decarbonizzazione:
- la ristrutturazione profonda;
- la ristrutturazione importante.
Cos’è la Ristrutturazione Profonda
Il concetto di “ristrutturazione profonda” non è ancora stato definito nel diritto dell’Unione. Secondo la definizione data dalla Direttiva europea, per Ristrutturazione Profonda si intede una ristrutturazione che è in linea con il principio de «l’efficienza energetica al primo posto», che si concentra sugli elementi edilizi essenziali e che trasforma un edificio o un’unità immobiliare:
- in un edificio ad energia quasi zero entro il 2029;
- in un edificio a zero emissioni a partire dal 1° gennaio 2030.
Una ristrutturazione profonda a fini di prestazione energetica può anche rappresentare un’opportunità da cogliere per riuscire a far fronte ad altri aspetti quali: la qualità degli ambienti interni, le condizioni di vita delle famiglie vulnerabili, l’aumento della resilienza ai cambiamenti climatici, la resilienza ai rischi di catastrofi, resilienza sismica compresa, la sicurezza antincendio, l’eliminazione delle sostanze pericolose tra cui l’amianto, l’accessibilità per le persone con disabilità.
La ristrutturazione profonda per fasi
La ristrutturazione profonda per fasi successive può costituire una soluzione per affrontare i costi iniziali elevati e i disagi per gli abitanti nel caso di una ristrutturazione “tutto in una volta“. Può inoltre consentire misure di ristrutturazione meno drastiche e più efficienti in termini di costi.
E’ bene però che la ristrutturazione profonda per fasi sia pianificata con attenzione per evitare che una fase ostacoli le necessarie fasi successive. Rispetto alla ristrutturazione per fasi, la ristrutturazione profonda in un’unica fase può essere più efficace sotto il profilo dei costi e comportare minori emissioni legate alla ristrutturazione.
Quando i proprietari saranno chiamati a metter mano al proprio immobile con una ristrutturazione, sarà dunque indispensabile elaborare la strategia più consona al caso specifico, optando per una ristrutturazione profonda in un’unica fase o in più fasi in base:
- alla convenienza degli interventi rispetto all’obiettivo finale;
- al bilancio del carbonio risultante;
- alle tempistiche richieste dai lavori;
- all’approvvigionamento dell’energia primaria dell’edificio.
Il ruolo chiave dei passaporti di ristrutturazione
Entro il 29 maggio 2026, gli Stati Membro saranno chiamati a introdurre un sistema per i Passaporti di ristrutturazione. Pur rimanendo uno strumento facoltativo per gli utenti che si accingono a ristrutturare, il passaporto potrebbe diventare uno strumento indispensabile per elaborare una tabella di marcia accurata delle ristrutturazioni profonde in fasi successive, offrendo ai proprietari ed agli investitori la possibilità di programmare al meglio tempi e portata degli interventi.
Che differenza c’è tra Ristrutturazione Importante e Ristrutturazione Profonda
La normativa italiana da sempre parla di Ristrutturazione Importante, un termine che compare anche nella direttiva Case Green in accoppiata con le ristrutturazioni profonde. La definizione di ristrutturazione importante sarà lasciata agli Stati Membri che potranno scegliere tra due tipologie di approccio in termini di percentuale della superficie dell’involucro dell’edificio oppure in termini di valore dell’edificio.
Si definirà ristrutturazione importante quando:
- il costo complessivo della ristrutturazione per quanto riguarda l’involucro dell’edificio o i sistemi tecnici per l’edilizia supera il 25 % del valore dell’edificio, escluso il valore del terreno sul quale è situato;
- oppure quando la ristrutturazione riguarda più del 25 % della superficie dell’involucro dell’edificio.
A prescindere dalla scelta, una ristrutturazione importante costituisce un’occasione per migliorare la prestazione energetica mediante misure efficaci sotto il profilo dei costi.
Ad oggi in Italia, il concetto di Ristrutturazione importante è associato alla seconda casistica (b) considerando una ristrutturazione importante “l’intervento che interessa gli elementi e i componenti integrati costituenti l’involucro edilizio che delimitano un volume a temperatura controllata dall’ambiente esterno o da ambienti non climatizzati, con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio”.
Secondo la Direttiva Case Green, le due ristrutturazioni riguardano due aspetti degli interventi di ristrutturazione. La Ristrutturazione Importante tiene conto dell’impatto che l’intervento edilizio avrà sul costo dei lavori o sulla superficie ristrutturata. Mentre la Ristrutturazione profonda è legata alla praticità degli interventi, alla trasformazione fisica dell’edificio che dovrà puntare al traguardo delle zero emissioni.
A livello nazionale, è il Dm Requisiti Minimi a definire la ristrutturazione importante suddividendola in due livelli a seconda della quantità di superficie disperdente interessata ed all’eventuale sostituzione dell’impianto termico invernale ed estivo. La revisione del DM Requisiti Minimi è attesa da tempo e dovrebbe arrivare entro la fine dell’estate.