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Come ridurre i consumi energetici degli uffici italiani 

ENEA e Assoimmobiliare mettono a disposizione degli operatori del settore il Quaderno dell’efficienza energetica per gli uffici, una guida operativa per facilitare le diagnosi energetiche e ridurre i consumi efficacemente

Ridurre i consumi energetici degli uffici: il manuale ENEA
Immagine di dit26978 su Freepik

Esiste un catalogo di ben 767 interventi di efficientamento che, se applicati con criterio, ci consentirebbero di ridurre i consumi energetici degli uffici italiani di ben 50 GWh/anno

Considerando poi che la maggioranza degli edifici ad uso uffici del nostro Paese rientra nelle classi energetiche peggiori (dalla D alla G), è chiaro che un intervento tempestivo ci assicurerebbe un notevole ritorno economico ed ambientale.

Per implementare le diagnosi energetiche e promuovere soluzioni in grado di contenere i consumi energetici del settore uffici, ENEA e Assoimmobiliare hanno predisposto una Guida operativa con tanto di esempi pratici e analisi di costo/efficacia per ciascun intervento. Ottavo volume della serie il Quaderno dell’efficienza energetica per gli uffici è stato realizzato nell’ambito dell’accordo di programma per la Ricerca di Sistema Elettrico 2022-2024, finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Quanto consumano gli uffici italiani

Il settore non residenziale del comparto uffici italiano conta circa 630.000 unità dislocate in prevalenza nel Nord (53%), con la Lombardia al primo posto (30%).

Purtroppo dall’analisi dei dati raccolti nel SIAPE (Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica) emerge chiaramente come gli uffici italiani certificati non siano poi così efficienti:

  • Il 49,3% rientra nelle classi energetiche più basse (E, F e G), 
  • il 41,3% si colloca nelle classi intermedie (B, C, D), 
  • il 9,4% raggiunge le classi più efficienti (A1-A4), 
  • solo lo 0,4% del totale certificato rientra nella categoria NZEB (Nearly Zero Energy Building).

Ridurre i consumi degli uffici ci consentirebbe di garantire una fetta di efficientamento notevole del nostro patrimonio immobiliare anche in prospettiva del recepimento della Direttiva EPBD sulle prestazioni energetiche degli edifici.

Sotto il profilo energetico, il campione analizzato mostra un consumo maggiore legato al vettore energetico elettrico (67%) e al gas naturale (22%), a cui si aggiunge (11 %) un uso moderato di altri vettori energetici come il gasolio, GPL e biomassa etc.

Come ridurre i consumi degli uffici

Il Quaderno dell’Efficienza di ENEA ed Assoimmobiliare si rivolge sia ai professionisti che agli operatori di settore e mette a disposizione le informazioni per svolgere diagnosi energetiche di qualità e per strutturare un piano di monitoraggio dei consumi energetici.

Un intero capitolo della guida mostra inoltre un’analisi accurata del rapporto costo/efficienza degli interventi effettuati, offrendo un’ampia descrizione delle possibili soluzioni di efficientamento energetico presenti sul mercato.

“Negli ultimi anni, il settore immobiliare a uso uffici ha subito una trasformazione significativa, trainata dai cambiamenti nelle modalità di lavoro, come il coworking e lo smart working, e da una crescente attenzione al contenimento dei consumi energetici. Questa evoluzione pone il settore di fronte a sfide rilevanti, tra cui la decarbonizzazione e l’aumento dell’efficienza energetica”, dichiara Emanuela Poli, direttore generale di Confindustria Assoimmobiliare. “Gli edifici del settore terziario, sebbene meno numerosi rispetto a quelli residenziali, generano un impatto elevato sulle emissioni di CO₂. Un insieme di interventi mirati su questi immobili può quindi produrre benefici significativi, anche per il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla Direttiva EPBD”, conclude Poli.

Scarica il Quaderno dell’efficienza uffici.

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