Uno strumento di pianificazione urbanistica inutilizzato, ma che avrebbe il potenziale per affiancare le città verso un percorso di resilienza al climate change e sostenibilità

Sono passati più di 10 anni dalla prima Strategia europea sulle infrastrutture verdi seguita dall’attuazione nel nostro Paese di norme specifiche per definire i Piani del verde in città, eppure questo strumento resta per la maggior parte inutilizzato. Ma la direzione intrapresa a livello comunitario non può certo essere ignorata, partendo ovviamente dalla Nature Restoration Law (Regolamento sul Ripristino della Natura) che spinge gli Stati Membri al ripristino almeno del 20% degli ecosistemi degradati entro il 2030.
Nonostante ciò solo 11 dei 106 Comuni capoluogo di provincia italiani censiti da ISTAT nel 2022 hanno approvato un Piano del verde, e tutti adottati dopo il 2020.
Un nuovo Quaderno Ispra prova a fare chiarezza sul tema, partendo dall’analisi di 10 Piani del verde che raccontano un visione di città più resiliente, ma ancora troppo poco attenta all’utilizzo del verde urbano come strumento di protezione contro il climate change.
10 regole per realizzare un Piani comunale del verde
Nella pubblicazione “I Piani comunali del verde: strumenti per riportare la natura nella nostra vita?”, ISPRA analizza i Piani Comunali del verde di diverse città italiane, mettendo in evidenza le strategie e le potenzialità per rendere maggiormente sostenibili, inclusive e resilienti le nostre realtà urbane. Le città prese in esame e che hanno adottato Piani Comunali del Verde sono: Torino, Vercelli, Bolzano, Padova, Rovigo, Parma, Bologna, Forlì, Livorno, Avellino.
E’ bene ricordare che la scelta di dotarsi di un Piano del verde è ancora volontaria ed opzionale, nonostante le numerose normative europee mosse in questa direzione.
Tuttavia esiste una guida redatta per conto della Commissione Europea da Eurocities e ICLEI che delinea 10 passi fondamentali da seguire per adottare un Piano del verde che sia efficace. I 10 passaggi sono:
- assicurare un impegno politico di lungo termine;
- istituire una struttura di lavoro;
- avviare un processo di co-creazione;
- sviluppare visione e obiettivi di lungo termine;
- analizzare lo stato corrente della natura e della biodiversità;
- definire indicatori e target;
- concordare su priorità, azioni, responsabilità, scadenze e modalità di finanziamento;
- sviluppare una strategia di comunicazione, educazione e sensibilizzazione pubblica;
- stabilire un sistema di monitoraggio, reporting e valutazione;
- approvare, pubblicare e attuare il Piano.
Perchè favorire la diffusione di Piani del verde
Rimandando al Quaderno ISPRA per l’analisi dettagliata dei Piani del Verde sotto la lente, alcune considerazioni emergono inevitabili sottolineate dal documento.
La mancanza di una metodologia a monte vanifica gran parte delle aspettative di regolazione ed elimina sul nascere possibili comparazioni tra politiche urbane e buone pratiche.
Non esistono criteri tecnici nazionali sul verde, né tantomeno figure terze con competenze specifiche per accompagnare i Comuni nell’adozione di questi piani.
Inoltre, come sottolinea ISPRA, incentivare i Piani del Verde potrebbe essere uno strumento in aiuto al contenimento del consumo di suolo, favorendo invece il recupero dell’esistente. Un aiuto per coordinare la mobilità sostenibile, un incentivo alla partecipazione pubblica ed al coinvolgimento dei vari portatori di interesse delle città, un valido sbocco per l’agricoltura urbana sempre più necessaria in vista delle città iper popolate del prossimo futuro, oltre che ovviamente un supporto ad arrestare la perdita di biodiversità e la gestione delle aree blu.