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Case Green: entro il 2026 l’Italia dovrà introdurre il passaporto di ristrutturazione

Cos’è il Passaporto di ristrutturazione, a cosa servirà e chi dovrà redigerlo. Tutti gli obblighi contenuti nella Direttiva EPBD sulla documentazione necessaria per raggiungere l’obiettivo emissioni zero entro il 2050

Passaporto di ristrutturazione
Immagine di freepik

Gli Stati membri avranno 24 mesi dall’entrata in vigore della Direttiva EPBD per dotarsi di un piano di riqualificazione

La Direttiva Case Green interviene in maniera incisiva anche sulle certificazioni degli Stati Membri, introducendo l’obbligo di dotarsi di un sistema per la predisposizione del Passaporto di Ristrutturazione degli edifici.

Entriamo nel dettaglio per capire a cosa serviranno e se sarà obbligatorio per tutte le ristrutturazioni.

Cos’è il Passaporto di Ristrutturazione

La Direttiva stessa spiega nell’articolo 12 che “i Passaporti di ristrutturazione forniscono una tabella di marcia chiara per le ristrutturazioni profonde in fasi successive nella misura in cui aiutano proprietari e investitori a programmare al meglio tempi e portata degli interventi”.

Gli Stati Membri avranno a disposizione 24 mesi dall’entrata in vigore (entro il 29 maggio 2026)  della norma per recepirla e predisporre un piano nazionale di ristrutturazioni che comprenda anche i passaporti di ristrutturazione.

L’obiettivo di questi strumenti sarà quello di facilitare l’efficientamento degli immobili secondo precise tempistiche che puntino, riducendo progressivamente le emissioni fino ad arrivare alla decarbonizzazione totale. Consultando il documento sarà possibile avere un’idea dei benefici attesi sia in termini di risparmio energetico che in termini di risparmio in bolletta

Il Passaporto di ristrutturazione sarà obbligatorio?

Mentre permane l’obbligo per gli Stati Membri di dotarsi di un sistema per il monitoraggio delle riqualificazioni, il Passaporto di Ristrutturazione sarà utilizzato dai proprietari di edifici su base volontaria, a meno che il recepimento nazionale non decida di renderlo obbligatorio.

Quanto costerà un passaporto di ristrutturazione?

Esistono alcune sinergie tra i passaporti di ristrutturazione e gli attestati di prestazione energetica in particolare per ciò che riguarda le prestazioni attuali dell’edificio e le raccomandazioni per il suo miglioramento. Per questo gli Stati Membri dovranno poter consentire che siano rilasciati entrambi contestualmente e dallo stesso esperto.

Si tratta di una raccomandazione inserita esplicitamente nella Direttiva Case Green la quale ribadisce che “gli Stati membri dovrebbero fare in modo che i passaporti di ristrutturazione non generino un onere sproporzionato”. “Gli Stati membri adottano misure per far sì che i passaporti di ristrutturazioni siano economicamente accessibili e valutano la possibilità di fornire sostegno finanziario alle famiglie vulnerabili che desiderano ristrutturare”.

 Più facile, ed economico, sarà redigere questo documento, maggiore sarà il numero di coloro che decideranno di redigerlo, mappando in maniera sempre più capillare il patrimonio nazionale. 

Chi potrà redigerlo?

Il documento dovrà essere rilasciato da un esperto certificato che caricherà tutta la documentazione sul registro digitale degli edifici e nella banca nazionale delle prestazioni energetiche dell’edilizia, in modo tale da rendere la consultazione accessibile a tutti. 

Quali dati conterrà il passaporto di ristrutturazione

Il passaporto di ristrutturazione comprende:

  1. informazioni sull’attuale prestazione energetica dell’edificio
  2. una o più rappresentazioni grafiche della tabella di marcia e delle sue fasi in vista di una ristrutturazione profonda per fasi;
  3. informazioni sui pertinenti requisiti nazionali, quali i requisiti minimi di prestazione energetica per gli edifici, le norme e le regole minime di prestazione energetica nello Stato membro sull’eliminazione graduale dei combustibili fossili utilizzati negli edifici per il riscaldamento e il raffrescamento, comprese le date di applicazione;
  4. una spiegazione sintetica della sequenza ottimale delle fasi;
  5. informazioni su un potenziale collegamento a un sistema efficiente di teleriscaldamento e teleraffrescamento;
  6. la quota di produzione individuale o collettiva e di autoconsumo di energia rinnovabile stimata da conseguire a seguito della ristrutturazione;
  7. informazioni generali sulle opzioni disponibili per migliorare la circolarità dei prodotti da costruzione e ridurre le loro emissioni di gas a effetto serra nel corso del ciclo di vita, nonché i benefici più ampi in termini di salute e comfort, la qualità degli ambienti interni e il miglioramento della capacità di adattamento dell’edificio ai cambiamenti climatici;
  8. informazioni sui finanziamenti disponibili ed il link alle pertinenti pagine web che indicano le fonti di tali finanziamenti;
  9. informazioni sulla consulenza tecnica e sui servizi di consulenza, comprese le informazioni di contatto e i link alle pagine web degli sportelli unici.

Entrando nel dettaglio delle fasi di ristrutturazione profonda, i Passaporti di ristrutturazione dovranno contenere: 

  • la descrizione delle misure di ristrutturazione che saranno adottate volta per volta, comprese le pertinenti opzioni inerenti alle tecnologie, alle tecniche e ai materiali da utilizzare
  • il risparmio energetico stimato nel consumo di energia primaria e finale (kWh) e in miglioramento percentuale rispetto al consumo energetico prima della fase in questione;
  • la riduzione stimata delle emissioni operative di gas a effetto serra;
  • i risparmi stimati sulla fattura energetica, con chiara indicazione delle ipotesi sui costi dell’energia di cui ci si è avvalsi per il calcolo;
  • la classe di prestazione energetica da conseguire al termine dei lavori.

Il documento conterrà l’obiettivo da raggiungere (emissivo, energetico e economico) ed i costi di ciascuna fase.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.