Nell'emendamento Salva Milano è stata mantenuta la parte sull'interpretazione autentica mentre ci sono novità sul fronte della cessione del credito ulteriormente limitate
Importanti novità per l’urbanistica di Milano che prova ad uscire dal guado delle inchieste di abuso edilizio
Dopo la chiusura totale degli Uffici tecnici milanesi, che ha creato non poco scompiglio tra gli operatori del settore, arrivano novità importanti sul fronte della norma Salva Milano. Il testo nato in concomitanza con il Salva Casa, ha successivamente assunto vita propria tramutandosi in un emendamento ad hoc a firma di Tommaso Foti (FdI).
Oggi è arrivato finalmente il via libera della commissione Ambiente alla Camera al Salva Milano che passa quindi all’esame dell’Aula.
L’accordo è stato raggiunto dopo molteplici discussioni che avevano fatto slittare l’approvazione inerenti soprattutto all’interpretazione autentica della legge in tema di rigenerazione urbana.
Perchè è nato il Salva Milano
L’esigenza del Salva Milano è emersa in seguito alle molteplici inchieste di abuso edilizio che hanno letteralmente bloccato il comparto milanese. Il nodo riguarda le differenti interpretazioni della legge sulle ristrutturazioni edilizie da parte del Comune e della Procura che ha messo nel mirino centinaia di edifici del capoluogo perchè considerati “abusivi”, avendo utilizzato una procedura autorizzativa semplificata, senza ricorrere cioè alla predisposizione più articolata di piani particolareggiati.
Le inchieste hanno coinvolto sia i progettisti e i direttori lavori dei cantieri, quanto anche i funzionari tecnici del Comune che la scorsa settimana, ha deciso di blindarsi all’interno della struttura, chiudendo al pubblico l’accesso in attesa di risvolti sul caso.
L’ok al Salva Milano da parte della Commissione arriva dopo un tira e molla con il Ministero dell’economia, preoccupato della possibile riduzione degli oneri destinati al Comune con il nuovo assetto della norma. Entriamo dunque nel merito dell’emendamento Salva Milano.
Cosa prevede l’emendamento “Salva Milano”
Il primo punto trattato nell’emendamento è l’interpretazione autentica della legge urbanistica del 1942, strutturato per sciogliere i dubbi venutisi a creare tra Comune e Procura sulla procedura da utilizzare negli interventi di rigenerazione urbana.
Il testo del Salva Milano licenziato dalla Commissione prevede che “l’approvazione preventiva di un piano particolareggiato o di lottizzazione convenzionata non è obbligatoria nei casi di edificazione di nuovi immobili su singoli lotti situati in ambiti edificati e urbanizzati, di sostituzione, previa demolizione, di edifici esistenti in ambiti edificati e urbanizzati e di interventi su edifici esistenti in ambiti edificati e urbanizzati”.
Per essere realizzati, questi interventi edilizi, potranno ricorrere alla semplice Scia senza dover prevedere l’approvazione di un più complesso Piano attuativo.
Con l’emendamento Salva Milano la nuova procedura è assicurata sia per il passato che per il futuro. Inoltre, nel nuovo ambito di Ristrutturazione edilizia, potranno essere inseriti anche gli interventi che presentano sagoma, prospetti sedime e caratteristiche planivolumetriche, funzionali e tipologiche anche integralmente differenti da quelli originari.
Con il Salva Milano cambia la cessione dei crediti
Un altro contenuto estremamente importante dell’emendamento Salva Milano è la modifica alla procedura di cessione dei crediti edilizi. Da oggi l’opzione alternativa si potrà applicare solo in caso di demolizione e ricostruzione di edifici per i quali siano stati approvati i piani attuativi e risulti approvata la richiesta del titolo abilitativo necessario per l’esecuzione dei lavori entro il 30 dicembre 2023.
Il decreto Blocca cessioni invece aveva previsto una deroga allo stop delle cessioni dei crediti proprio per gli interventi che rientrano in piani di recupero già approvati dai Comuni al 17 febbraio 2023.