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Le ricadute economiche della Direttiva Case Green: i tre scenari del risparmio

Le ricadute economiche della Direttiva Case Green: i tre scenari del risparmio
AdobeStock Di AndreaNicolini

Il 75% degli edifici italiani è inefficiente, di questi l’85% sarà ancora in piedi nel 2050

Quale sarà l’impatto ambientale che la Direttiva Europea sulle Performance degli edifici EPBD avrà sul comparto delle costruzioni italiano? In termini di risparmio energetico riusciremo ad avere benefici tangibili o sarà un peso in negativo? Quanto ci costerà la Direttiva Case Green? Domande più che lecite in un momento storico cruciale per il settore edile italiano, che saluta la florida stagione appena conclusa dei Bonus Edilizi e sposta i suoi interessi maggiormente a favore di interventi pubblici guidati dal PNRR. 

Eppure la risposta a questa domanda c’è ed è anche supportata da numeri reali capaci di stimare quali saranno le ricadute su tutte le realtà che caratterizzano il settore delle costruzioni. 

A sciogliere i nodi ci ha pensato l’hub MIBA (Milan international building alliance) che, in partnership con il Politecnico di Milano, ha creato il nuovo Osservatorio MIBA per analizzare scenari e trend, con l’obiettivo di focalizzare i temi chiave di sviluppo. 

Il primo studio del team si è rivolto proprio alla Direttiva case green e alla ricaduta potenziale sui vari comparti rappresentati da MIBA in base a tre scenari di investimento.

Quanto ci costerà la Direttiva Case Green?

Entro maggio 2026, l’Italia dovrà dare attuazione alla Direttiva EPBD IV (Energy Performance of Buildings Directive), comunemente definita “Case Green”. 

La norma sposta l’attenzione dagli edifici ad “Energia quasi zero” NZEB, ad una nuova categoria che punta invece alle “Emissioni Zero”.
Per farlo ciascuno Stato Membro sarà chiamato a ridurre i consumi dei propri edifici intervenendo sugli immobili con le performance peggiori. 

Il problema però è lo stato dell’arte del nostro patrimonio immobiliare, composto per il 75% da edifici inefficiente dal punto di vista energetico che per la maggior parte, saranno ancora in uso nel 2050. Quale sarà dunque l’impatto di questa Rivoluzione green? Prima di rispondere è bene fare un passo indietro, partendo da alcuni dati che ci fornisce proprio l’Osservatorio MiBA, curato dal Dipartimento di Architettura e Ingegneria delle Costruzioni dell’Ambiente Costruito del Politecnico di Milano.

Grazie ai Bonus edilizi si è raggiunto già il 52% del risparmio richiesto dalla EPBD

I consumi in Italia nel 2020 sono stati pari a circa 350.000 GWh

E’ possibile quindi calcolare quanto dovremo risparmiare, in termini di energia primaria, per potersi adeguare alle due scadenze richieste della Direttiva case Green:

A questo punto l’Osservatorio Miba sottolinea un fatto interessante. Secondo i dati ENEA, i risparmi ottenuti a dicembre 2024 grazie ai Bonus edilizi sono pari a circa 30.000 GWh/anno. 

A quella data, quindi, si sarà già raggiunto il 52% degli obiettivi fissati per il 2030. Letta in questo modo è chiaro che “lo sforzo economico nazionale” richiesto per raggiungere l’obiettivo, sarà decisamente inferiore rispetto alle previsioni.
Guardando al non residenziale invece, la Direttiva EPBD richiede che entro il 2030, sia efficiente almeno il 26% degli edifici con le prestazioni peggiori. Dai dati ENEA questa percentuale corrisponde a circa 300 kWh/mq anno.

Ipotizzando che un intervento di riqualificazione eseguito su questa parte particolarmente obsoleta del patrimonio porti ad un risparmio di almeno il 50% di energia primaria, i conteggi dell’Osservatorio Miba stimano che il risparmio ottenibile sarebbe pari a circa 18.000 GWh/anno, entro il 2033. Con interventi svolti su approssimativamente 120 milioni di m2 di edifici a destinazione non abitativa.

Il panorama nazionale dei bonus edilizi si è decisamente ridimensionato in questo 2024, il prossimo anno sarà invece caratterizzato dagli investimenti pubblici che, con il PNRR in testa, traineranno il settore delle costruzioni. 

“In mancanza di orientamenti politici definiti, risulta ancora difficile effettuare delle stime precise sul reale impatto economico che l’EPBD avrà sul settore delle costruzioni, è evidente che una rapida emanazione dei decreti attuativi a livello nazionale potrebbe ridare vigore al mercato già dal 2025”, sottolinea il report dell’Osservatorio Miba.

I tre scenari possibili

In attesa di conoscere i decreti Attuativi a livello nazionale della Direttiva Case Green, l’Osservatorio Miba ha costruito 3 ipotetici scenari che prevedono per il periodo 2025-2035 diversi livelli di investimento e risparmio ottenibile:

 Ciascuno scenario prevede diversi livelli di spesa destinati a interventi di riqualificazione energetica, che si aggiungono alla quota fissa di investimenti annui per ristrutturazioni e manutenzioni. 

Tale quota fissa si suppone venga mantenuta stabile ai livelli pre-Superbonus e considerata indipendente dall’attuazione della Direttiva.

Scenario Business-As-Usual (BAU), conservativo

Nel primo scenario ipotizzato dall’Osservatorio Miba, si prevede un’applicazione moderata dei principi della Direttiva Case Green EPBD, sufficiente a contrastare il calo del mercato senza introdurre requisiti stringenti. 

Gli investimenti in riqualificazione energetica residenziale seguiranno un trend simile a quello dell’Ecobonus:

Questa quota, sommata ai 30.000 GWh/anno già raggiunti entro il 2024, coprirà il 65% dell’obiettivo EPBD per il 2035

Nel settore non residenziali invece, a fronte di investimenti stimati in 700 M€/anno, si otterrà un risparmio di 2.800 GWh/anno entro il 2035. Includendo le spese per ristrutturazioni convenzionali, cioè non specificamente finalizzate all’efficientamento energetico, si stima un giro d’affari totale di circa 84.000 M€/anno.

Scenario Policy-Driven, conforme alla EPBD

Spingiamo sull’acceleratore e guardiamo lo scenario Policy-Driven. In questo caso il mercato sarà guidato dall’applicazione della EPBD.

Per il settore residenziale, a fronte di un investimento medio sul periodo 2025-2035 in interventi di riqualificazione energetica di 10.000 M€/anno, si otterrebbe un risparmio energetico di almeno 40.000 GWh/anno al 2035. 

Per il non residenziale invece, a fronte di un investimento di 5.500 M€/anno, si otterrebbe un risparmio pari a circa 22.000 GWh/anno al 2035.

Il totale sull’intero patrimonio edilizio esistente, incluse ristrutturazioni/manutenzioni convenzionali, sarà quindi pari a 95.500 M€/anno, ovvero il 13% superiore rispetto allo scenario Business-As-Usual.

Scenario, Ambitious

L’ultimo livello, il più sfidante sfrutta appieno le opportunità offerte dalla Direttiva Case Green, per raggiungere un tasso di riqualificazione più ambizioso rispetto a quello minimo richiesto dall’EPBD. 

Sarà però necessaria la compresenza di diversi fattori:

In questo scenario otterremmo:

Includendo infine le ristrutturazioni/manutenzioni convenzionali è dunque possibile stimare un giro di affari totale sul patrimonio edilizio esistente pari a 102.500 M€/anno, corrispondente ad un incremento di circa il 22% rispetto allo scenario BAU.

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