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Italia e Case Green: Pichetto Fratin: “Scadenze impossibili, servono soldi e più tempo”

Italia e Case Green
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Saranno oltre 5 milioni gli edifici italiani sui quali intervenire per rispettare le richieste europee 

Il no dell’Italia alla votazione finale in Consiglio UE Ecofin sulla Direttiva Case Green non è un “No” alla decarbonizzazione. Esordisce così il Ministro Pichetto Fratin in un’intervista al Corriere della Sera a poche ore dal voto definitivo sul nuovo testo europeo. Il rapporto tra Italia e Case Green non è mai stato rose e fiori. Sin dalle prime fase di discussione della revisione sulle Prestazioni Energetiche degli Edifici in vista di una riduzione totale entro il 2050 delle emissioni di gas serra del comparto, il nostro Governo si è sempre espresso con scetticismo. A preoccupare è ovviamente lo stato di salute dell’esistente, costruito per il 70% più di 70 anni fa. Edifici storici, ma non sempre di pregio e che quindi non potranno essere inseriti nella lista delle esenzioni previste dalla Direttiva EPBD.

“L’80% delle famiglie possiede un’abitazione”, prosegue il Ministro Fratin. “Abbiamo due terzi degli edifici in zona montana o collinare, con 50 mila piccoli borghi”. Insomma condizioni più difficili rispetto ad altri Paesi europei. 

Per l’Italia gli obiettivi della Case Green raggiungibili solo al 2050

La Direttiva sulle Prestazioni degli edifici EPBD impone un primo step di riduzione dei consumi al 2030 ed un secondo al 2033. Secondo il MASE però questi due obiettivi sono impossibili da raggiungere per l’Italia. “Sappiamo che i fabbricati sono una delle principali cause delle emissioni di CO2 e che dobbiamo intervenire. Ci metteremo al lavoro sul Piano nazionale di ristrutturazione edilizia previsto dalla direttiva europea, ma lo facciamo guardando agli obiettivi finali europei del 2050 sul climate change”, ribadisce Pichetto Fratin facendo ben capire che al Bel Paese serve più tempo e soldi. Quest’ultimo un altro tema scottante.

Detrazioni fiscali in vista, ma senza le distorsioni del Superbonus

Garantire la progressiva decarbonizzazione degli edifici richiederà finanziamenti mirati in aiuto delle famiglie che, inevitabilmente, non potranno accollarsi tutte le spese di riqualificazione. Ai privati si dovranno poi aggiungere gli interventi pubblici e sul non residenziale. Un’anticipazione sugli strumenti che potrebbero essere messi in campo l’abbiamo avuto nella presentazione del Def. E’ il Ministro Pichetto Fratin a dare qualche ulteriore dettaglio sul tema risorse dell’Italia per le Case Green. Le risorse saranno ancora una volta fiscali, cercando però di evitare gli elementi andati male con il Superbonus a causa del quale sono stati spesi “200 miliardi per intervenire su 500 mila edifici” afferma il Ministro ricordando poi che, gli edifici potenzialmente interessati dalla Direttiva EPBD in territorio nazionale saranno invece milioni. Quali saranno dunque gli strumenti?

Per i contribuenti con redditi elevati, si definiranno aliquote di detrazione ad hoc. Mentre “per chi ha redditi bassi occorre un altro sistema”, spiega il ministro. “Anche con un contributo diretto dello Stato. Per gli edifici pubblici si possono coinvolgere le Esco, società che finanziano gli interventi e per un po’ si tengono il risparmio energetico, e usare il Conto termico del Gestore dei servizi energetici (Gse)”.

In arrivo una riforma generale delle detrazioni

L’arrivo di una riforma sulle detrazioni fiscali per l’edilizia è imminente ed inevitabile dunque. Lo conferma il Mase nell’allegato al Def sull’attuazione degli impegni di riduzione delle emissioni in riferimento sia alla Direttiva Case Green, ma anche alla Direttiva sull’Efficienza Energetica ed al PNIEC. “Si prevede l’attuazione di una riforma generale delle detrazioni, che affronti con un approccio integrato ed efficiente le opere di riqualificazione degli edifici residenziali esistenti e superi l’attuale frammentazione delle varie detrazioni ad oggi attive.  Un approccio integrato, infatti, consentirebbe di ottimizzare le tempistiche ed i costi di riqualificazione di un edificio, favorendo gli interventi di riqualificazione profonda in un’ottica di sostenibilità che interessi vari ambiti: quello energetico, sotto il profilo dell’efficienza, della produzione di energia da fonti rinnovabili e dell’elettrificazione dei consumi; quello della digitalizzazione degli edifici e del dialogo con le altre infrastrutture quali quella dei trasporti; quello della sicurezza con riferimento agli aspetti sismici e all’antincendio; quello di tutela ambientale con riferimento alla riduzione dei consumi idrici e all’uso del verde”.

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