Report Mckinsey: “Mantenere la produttività non è più un optional”
Un quadro cupo e poco rassicurante è quello che emerge dalla fotografia del mercato degli investimenti in edilizia in Ue del 2024. Nel biennio 2023-2024 i volumi delle costruzioni registrano un calo dell’1,5%, leggermente inferiore rispetto alle aspettative, ma che si riflette nel 2024 ritardando solo la decrescita arrivata al -2,7%. A tirare verso il basso è il settore residenziale delle nuove costruzioni, stagnante in 15 dei 19 paesi dell’area Euroconstruct, come registrato dai dati Eurostat.
Le ristrutturazioni battono le nuove costruzioni
A causa dei lunghi tempi di consegna, del caro materiali, della carenza di manodopera e della crisi energetica, gli investimenti nell’edilizia abitativa di nuova costruzione sono diminuiti nel biennio 2023-2024. Partendo dai dati di Euroconstruct, il Cresme ha estrapolato l’andamento degli investimenti nelle nuove costruzioni in raffronto alle ristrutturazioni.
Se nei primi anni 2000 l’investimento medio nelle nuove abitazioni era pari a 630 miliardi, con 100 miliardi in più rispetto alle ristrutturazioni; dopo il 2022 la forbice si è completamente invertita con gli investimenti in nuova costruzione che scendono sotto il 40% del totale residenziale a fronte di una copertura di quasi il 63% dell’output settoriale da parte del mercato del recupero del patrimonio edilizio.
In base alle stime Eurostat il mercato del recupero residenziale nell’edilizia UE valeva 672 miliardi solo lo scorso anno e nel 2024 sarà il settore a registrare la contrazione minore (-3,8%) se paragonato alle nuove costruzioni (-10%).
Analizzato nel suo complesso il comparto delle costruzioni in Europa ha subito una contrazione generale.
Il calo generale dei nuovi investimenti residenziali in Europa, pari al -18% tra il 2022 e il 2024, ha interesato quasi tutti i paesi. Questo fenomeno è legato in gran parte all’aumento dei costi di costruzione e del credito, nonché alla svalutazione dei prezzi delle abitazioni, che ha portato molti paesi a ridurre i propri piani di sviluppo immobiliare. Le diminuzioni più significative sono visibili nei nei paesi nordici (-45%, ossia 18,5 miliardi in meno, che rappresentano il 22% del calo complessivo del mercato europeo). Tuttavia, se si considerano le dimensioni dei singoli mercati, emerge chiaramente che il maggior contributo alla flessione complessiva proviene dai mercati di Francia, Regno Unito e Germania, con una riduzione del 24% (53,4 miliardi in meno tra il 2022 e il 2024, pari al 63% del totale).
A pesare sugli investimenti in edilizia è la bassa produttività
Il comparto delle costruzioni rimane uno dei più produttivi in termini economici a livello globale. Si prevede che entro il 2040 il settore crescerà addirittura del 70% per riuscire a colmare la richiesta abitativa per una popolazione mondiale in aumento.
Il problema resta però la produttività.
Progettisti e costruttori si trovano a lottare per riuscire a garantire la consegna di molti progetti odierni. Come sottolinea la Mckinsey, i ritardi nella produttività edilizia fanno ormai parte della storia.
L’aspetto più insolito però si nota mettendo il settore delle costruzioni a confronto con altri comparti economici. Dal 2000 al 2022 la produttività edilizia è cresciuta solo del 10%, rispetto ad un’impennata dal 50% al 90% in altri settori come quello manifatturiero ad esempio. Nonostante un indiscusso progresso tecnologico negli ultimi decenni, l’edilizia è rimasta stagnante sotto il profilo della produttività, soprattutto per quanto riguarda i grandi mercati delle economie più avanzate come USA ed Europa.
Questo procedere a rilento ha causato anche un aumento dei costi, reso quasi impossibile da sostenere se sommato al caro materiali.
Per colmare il divario servirebbe più manodopera, anche perché le figure professionali che attualmente ruotano attorno al comparto edile sono troppo spesso di “età avanzata”. In altre parole, il settore dell’edilizia dovrà ben presto fare i conti con un aumento della domanda ed una riduzione della forza lavoro prossima al pensionamento.
Un dato curioso e da tenere ben a mente è la predominanza di aziende piccole e medie nel mercato edile, dove il 95% delle imprese ha meno di 20 dipendenti.
Scarsa produttività e carenza di manodopera causeranno un Deficit da $40mila miliardi
Il report Mckinsey parla addirittura di un deficit vicino ai 40.000 miliardi di dollari cumulati entro il 2040, a seguito di una produttività stagnante e della crescita lenta o negativa della forza lavoro.
Tecnologia concentrata sul controllo e non sulla produttività
Eppure i progressi tecnologici sono tangibili. Come mai il settore delle costruzioni non ne ha beneficiato?
In verità il progresso c’è stato, ma ha riguardato soprattutto innovazioni in termini di sicurezza e progettazione; raramente gli investimenti sono stati destinati all’aumento della produttività della manodopera. La digitalizzazione ha portato ad ottimizzare i processi e la gestione dei documenti, ha portato a migliorare il monitoraggio dei dati e l’uso delle risorse, ma raramente è riuscita ad intervenire sul lavoro diretto della manodopera trasformando significativamente il “modo di lavorare” della maggior parte degli occupati del settore.