Non si fermano le indagini della procura meneghina sul caso dei presunti abusi edilizi in merito agli interventi di demo-ricostruzione delle molteplici Torri sorte nella città e qualificate come ristrutturazioni edilizie. Nel mirino della Procura nel merito delle inchieste sull’urbanistica di Milano, è finito anche l’archistar Stefano Boeri con il suo progetto per Bosconavigli.
Dai primi dati emersi si parla di oltre 5,5 milioni di danni per le casse del Comune. Un mancato introito dovuto all’utilizzo di procedure edilizie inadeguate per l’entità del progetto.
Proviamo a fare chiarezza.
Il caso delle inchieste sull’urbanistica di Milano
Le indagini sull’urbanistica di Milano hanno scoperchiato il vaso di pandora. Secondo la Procura molti interventi edilizi che hanno portato alla costruzione di Condomini residenziali partendo dalla demolizione di strutture preesistenti, sarebbero stati costruiti utilizzando un titolo edilizio non corretto. Gli interventi sarebbero stati classificati come “ristrutturazioni edilizie” anzichè come “nuova costruzione” presentando al comune una semplice SCIA al posto di un permesso di costruire.
La differenza sostanziale è quindi la mancanza di un Piano urbanistico attuativo o piano particolareggiato, necessario per quantificare il carico urbanistico che si viene a creare sul lotto con questa nuova costruzione.
Ma il confine molto sottile e la disciplina urbanistica complessa lasciano aperto uno spiraglio interpretativo per le lottizzazioni realizzate in aree già urbanizzate, come in questo caso, portando all’inevitabile caso.
Il problema della mancata “monetizzazione” per il Comune
Nel mirino della procura è finito anche il progetto di Bosconavigli firmato dall’architetto Stefano Boeri. I titolari dell’inchiesta appena conclusa, il professor Alberto Roccella e l’architetto Maurizio Bracchi, hanno così quantificato la perdita economica per Palazzo Marino dovuta all’uso di procedure edilizie errate.
La mancata monetizzazione per il Comune sarebbe pari a 5,5 milioni di euro, dato che l’importo complessivo sarebbe dovuto essere vicino ai 7,8 milioni di euro, mentre il costo finale ammontava a 2,4 milioni di euro.
Molte le aspettative sul Salva Milano
A mettere pace in questa situazione che, come sottolineato da ANCE, sta mettendo a dura prova il mercato immobiliare di Milano, potrebbe essere il Salva Milano.
Scorporato dal Decreto Salva Casa, la norma viaggia ora all’interno di una proposta di legge della Maggioranza presentata nei giorni scorsi ed ora al vaglio della Commissione Ambiente.
Come sottolineato dai promotori della proposta di legge, la norma non andrebbe ad agire solo sulle inchieste dell’urbanistica di Milano, ma potrebbe essere applicata in molti altri comuni italiani con contenziosi e casi analoghi.