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Incentivi fiscali: Rete Irene propone un modello “post Superbonus”

Incentivi fiscali
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Il sistema di incentivi fiscali “pluri obiettivo” avrebbe 3 intensità incentivanti, a partire da un’aliquota del 70%

L’Associazione Rete Irene ha lanciato una campagna per il riordino degli incentivi fiscali per l’edilizia con l’obiettivo di promuovere una nuova economia della riqualificazione che consenta ai cittadini di risparmiare in costi e consumi, adeguandosi al contempo agli obiettivi fissati dalla Direttiva Case Green.

Il Paese Italia spende 90 miliardi di euro all’anno in energia, oltre il 40% della spesa è destinata al riscaldamento e raffrescamento degli edifici esistenti, con una forte dipendenza dai fornitori stranieri. Partendo da questi presupposti, la campagna di Rete Irene prova ad elaborare una serie di proposte concrete che coinvolgano tutti gli attori della filiera, partendo dall’esperienza più eclatante e controversa degli ultimi anni in tema di riqualificaizone energetica: il Superbonus 110%.

Come organizzare il Post Superbonus attraverso un approccio pluri-obiettivo

“L’esperienza del Superbonus 110% ha indicato la strada verso la decarbonizzazione degli edifici, ma ha anche gettato ombre di complessità e inefficienze”, esordisce Rete Irene nel presentare gli obiettivi della Campagna di riordino degli Incentivi fiscali per l’edilizia. 

Come garantire dunque l’efficientamento di quel 75% di edifici inefficienti del patrimonio italiano, riducendo il consumo medio di energia primaria almeno del 16% entro il 2030 (Direttiva EPBD) ? 

Partendo da un nuovo sistema di incentivi fiscali “pluri obiettivo” con 3 intensità incentivanti, a partire da un’aliquota del 70%, proporzionali al numero di ambiti di intervento coinvolti che saranno: 

Tre le strategie da mettere in atto sul lungo periodo per garantire il successo della campagna: 

1- Promuovere un approccio pluri-obiettivo e integrato, volto a incentivare contemporaneamente interventi di categorie diverse e che possano soddisfare più ambiti di intervento. Il modello Superbonus è fallito anche perchè, il salto di 2 classi energetiche, era un obiettivo troppo poco ambizioso e troppo facile da raggiungere che ha portato a edifici riqualificati con una percentuale di riduzione del fabbisogno energetico esigua rispetto all’investimento compiuto.

Al contrario un approccio pluri-obiettivo “post Superbonus” assicura miglioramenti aggiuntivi a parità di costo con un maggior impegno degli operatori coinvolti. In questo modo gli edifici otterranno una percentuale di riduzione del fabbisogno energetico congruente rispetto all’investimento compiuto. Mentre l’innalzamento della soglia di ingresso delle imprese realizzatrici, consente solo alle aziende e agli operatori di provata specializzazione pluriennale di operare sul campo.

2- Subordinare la cessione del credito a criteri qualitativi particolarmente rigorosi, come ulteriore meccanismo di stimolo di interventi che siano realmente nell’interesse pubblico.

3- Applicare i controlli previsti dal DL Antifrode in modo da tutelare i cittadini e lo Stato dalle truffe.

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