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Corte di Conti, l’impatto economico dei bonus ha avuto effetti macroscopici

Impatto economico dei bonus edilizi
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“Tra le motivazioni della procedura di infrazione appena aperta, un peso rilevante lo ha avuto  proprio lo sbilancio degli oneri connessi al superbonus”

Le diverse agevolazioni hanno effettivamente contribuito al rilancio economico e al miglioramento dello stato degli edifici, ma non sono mancate le truffe, le indebite percezioni e, in particolare, per il superbonus – che sconta agevolazioni fino al 110% – ricadute assai negative sul bilancio dello Stato”. E’ questo in sintesi il giudizio formulato dalla Corte dei Conti sull’impatto economico dei bonus edilizi. Il testo è parte della requisitoria del procuratore generale Pio Silvestri, in occasione dell’udienza Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2023.

L’impatto economico del Superbonus

Dal 2020, anno dell’introduzione del Superbonus a contrasto della crisi pandemica e a supporto dell’efficientamento del patrimonio edilizio, la misura è stata poi progressivamente estesa con “effetti incontrollati sul bilancio dello Stato”. Il giudizio della Corte dei Conti sull’impatto economico dei bonus edilizi richiama poi quanto evidenziato ad aprile dall’ufficio Parlamentare di Bilancio in occasione della conversione in legge del DL n.39/2024. “Il Superbonus (Super Ecobonus e Super Sismabonus) – insieme al Bonus facciate in vigore dal 2020 al 2022 – e, in misura minore, gli incentivi alle imprese Transizione 4.0 hanno inciso marcatamente sui conti pubblici degli ultimi anni e lasciano una pesante eredità sul futuro”. Ad aggravare il giudizio negativo sono inoltre i minori versamenti conseguenti ai crediti di imposta fruiti dai fornitori per gli interventi di efficienza energetica, rischio sismico, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici, anticipati invece sotto forma di sconto sul corrispettivo ai soggetti che sostengono le spese, e che nel 2023 sono stati pari a circa 16,76 miliardi di euro. 

La Corte dei Conti sottolinea poi come i crediti legati al Superbonus negli anni precedenti al 2024 siano considerabili “crediti pagabili” provocando di conseguenza “un impatto sul disavanzo delle Amministrazioni pubbliche rilevante e crescente negli anni”.

Effetti mascrospoci dei bonus edilizi 

Si può ben dire che gli effetti negativi di finanza pubblica di tali misure, che hanno assunto una dimensione macroscopica, sono ascrivibili all’ampliamento degli obiettivi dell’agevolazione e alle ripetute estensioni temporali della misura, che hanno, appunto, generato un aumento della spesa ben oltre le aspettative iniziali”, prosegue Silvestri. Si deve aggiungere poi il problema dei comportamenti fraudolenti che hanno contribuito ad ampliare gli effetti finanziari della misura. Purtroppo i tentativi tardivi di arginare la misura non hanno sortito l’effetto desiderato, dovendo al contempo tutelare i beneficiari dell’agevolazione rimasti con i cantieri aperti ma mai conclusi.

Il Superbonus pesa anche sulla procedura di infrazione appena aperta

Nel suo Giudizio, la Corte dei Conti passa poi a citare il recente report della Banca d’Italia, sull’“L’impatto economico degli incentivi fiscali alle ristrutturazioni edilizie”, nel quale considera “una perdita netta” oltre 45 miliardi di euro investiti nel Superbonus 110.

Inoltre, sempre Bankitalia, ha registrato  tra i Paesi dell’area euro, un disavanzo maggiore rispetto al PIL anche per effetto degli oneri derivanti dal Superbonus. “Non è, quindi, un caso che, tra le motivazioni della procedura di infrazione appena aperta, un peso rilevante lo abbia avuto proprio lo sbilancio degli oneri connessi al superbonus”, ribadisce Silvestri.

Scarica QUI la la memoria del procuratore generale Pio Silvestri sul “GIUDIZIO SUL RENDICONTO
GENERALE DELLO STATO 2023″.

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