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Il preoccupante trend del settore delle costruzioni: nel 2024 attesa pesante recessione

Trend del settore delle costruzioni
Foto di Shivendu Shukla su Unsplash

 Federcepicostruzioni rivendica un “programma di investimenti e nuovi incentivi fiscali che riattivino gli interventi per la riqualificazione” 

(Rinnovabili.it) – Dalla stagnazione del 2023 alla recessione del 2024. Così il Presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi, descrive il prossimo trend del settore delle costruzioni sui dati emersi dal 96th Euroconstruct Italy Report – Winter 2023, presentato dal CRESME qualche giorno fa. L’inflazione, i tassi d’interesse, il debito e i costi energetici, sono tutti fattori che hanno contribuito ad una mutazione del mercato, creando un contesto difficile per la crescita.

Il clima di incertezza e indebolimento penalizza le transazioni immobiliari

A partire dal secondo semestre dello scorso anno, la situazione macroeconomica si è rapidamente deteriorata, lasciando presagire una recessione imminente.

“Uno scenario di sostanziale passaggio dalla stagnazione del 2023 ad una di recessione a partire dal 2024. Dopo due anni di crescita costante, tutti i segmenti dell’industria edile stanno affrontando un momento di estrema difficoltà, con una previsione di contrazione stimata dal CRESME nell’ordine del 7,3% nel 2024”, sottolinea Antonio Lombardi 

A trainare verso il basso il trend del settore delle costruzioni per quest’anno, sarà lo stesso mercato immobiliare con i settori del residenziale del non residenziale in fase di brusco rallentamento. “Le transazioni immobiliari residenziali stanno diminuendo, mentre i tassi d’interesse sui mutui in aumento rendono sempre più difficile l’accesso al credito in particolare per alcuni segmenti della domanda. Anche il settore non residenziale privato sta registrando flessioni nelle transazioni, con una diminuzione delle vendite di uffici e proprietà industriali”, prosegue Federcepicostruzioni. 

Se da un lato i prezzi dei materiali ed i costi di costruzione si stanno stabilizzando, dall’altro il costo ancora molto elevate sta creando uno squilibrio tra la domanda e l’offerta. Inoltre, la politica monetaria restrittiva e l’inflazione hanno fortemente inciso sui redditi delle famiglie, eliminando gradualmente quella propensione al risparmio presente fino a poco tempo fa.

Lo stop ai bonus edilizi non aiuta nella stabilizzazione

Secondo Federcepicostruzioni, ed in base ai dati emersi anche dal 35° Rapporto congiunturale CRESME, il ridimensionamento dei principali bonus edilizi senza una strutturalità nella programmazione a lungo termine, ha ulteriormente indebolito il mercato. “Il settore delle costruzioni sta affrontando anche le conseguenze di repentini cambiamenti nelle politiche governative – prosegue Lombardi – Con il ridimensionamento e il superamento del Superbonus, il mercato delle costruzioni si trova a dover affrontare gravi sfide di liquidità, ritardi nella realizzazione dei progetti e dispute legali in un contesto già di per sé, come giustamente rilevato dal CRESME – di estrema complessità e difficoltà”.

Le opere pubbliche: motore trainante dei prossimi anni

L’unico appiglio al quale sarà bene aggrapparsi emerge dalle opere pubbliche. Sfruttando al meglio gli interventi del PNRR sarebbe possibile interrompere il negativo trend del settore delle costruzioni previsto quest’anno. 

Dallo studio CRESME emergono anche segnali di speranza: soprattutto nel settore delle opere pubbliche, che si configura come il motore trainante dell’edilizia nei prossimi anni. Gli investimenti in opere pubbliche, nonostante le complesse sfide temporali legate ai cronoprogrammi del Pnrr, mostrano una tendenza positiva, fornendo una prospettiva di crescita nel biennio 2025-2026”. 

Federcepicostruzioni – conclude il presidente Lombardi – rimane impegnata nel sostenere il comparto edile attraverso queste sfide e quelle nuove che si profilano, lavorando in collaborazione con le autorità e gli stakeholder, al fine di arginare le difficoltà attuali e contribuire alla ripresa del settore con una prioritaria attenzione alle piccole e medie imprese. A tal fine rivendica un programma di investimenti e nuovi incentivi fiscali che riattivino sollecitamente gli interventi per la riqualificazione e la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare”.

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