Dalle logiche degli ultimi 30 anni alle esigenze dei prossimi 30. Come possiamo reimmaginare il futuro degli edifici modificando il troppo banale concetto di "prestazione edilizia”? Secondo gli esperti di Arup seguendo 4 nuovi pilastri
Nel report “Building Performance Reimagined” Arup e CIBSE anticipano le esigenze future
Il concetto di prestazione edilizia dell’ultimo trentennio ci sta stretto. Le vecchie logiche basate sul “valore” di un edificio puramente economico come rapporto tra costo d’acquisto e rivendita, chiaramente non trovano più riscontro nelle nuove esigenze. Il futuro degli edifici e dell’ambiente costruito oggi si basa anche su logiche sociali, climatiche, flessibili, inclusive.
Per mettere a sistema questi elementi e fornire un indirizzo pratico e concreto d’aiuto a progettisti ed ingegneri, gli esperti di Arup hanno sviluppato il report “Building Performance Reimagined“. Commissionato da CIBSE, lo studio esplora i nuovi orizzonti delle pratiche ingegneristiche ed edilizie, addentrandosi in un panorama ricco di stimoli ed in continua evoluzione, andando oltre al più semplice concetto di efficienza energetica o riduzione delle emissioni di carbonio.
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Dalle esigenze solo umane a quelle multispecie
Ripensare il futuro degli edifici è estremamente complesso. Per arrivare a scrivere una formula che potesse adattarsi a tutti gli attori del comparto, gli esperti di ARUP hanno messo in atto un processo di “futures thinking” partendo prima di tutto dall’intervistare questi stessi esperti e capire le rispettive criticità.
Per modificare il futuro degli edifici è necessario prima conoscere il punto di partenza.
Sono stati quindi identificati alcuni cambiamenti fondamentali che si dovranno attuare per una visione a lungo termine:
Il punto di partenza | La nuova interpretazione |
Beneficio individuale | Utilità sociale collettiva |
Utenti umani (design centrato sull’utente) | Stakeholder multispecie (design centrato su umani e natura) |
Consumo, estrazione ed emissioni | Contributo, restauro e rigenerazione |
Prevenzione delle malattie e protezione della salute | Miglioramento del benessere e sicurezza |
Sviluppi isolati e spazi segregati | Approccio sistemico globale |
Focus sul CapEx (progettazione focalizzata sui necessari per la costruzione) | Focus sull’intero ciclo di vita dell’edificio |
Produttività e rendimento | Resilienza ed equilibrio |
Valore sulle “novità” della costruzioni | Valore nel tempo, nella durabilità e nel riuso |
Design basato sulla conformità | Design orientato alle prestazioni |
Il report Building Performance Reimagined, sviluppa ed esplora alcune idee radicali su cosa dovremmo aspettarci dagli edifici in cui investiamo.
Dobbiamo spostare l’attenzione dal beneficio individuale all’utilità sociale collettiva. Progettare soluzioni che non servano solo gli obiettivi umani, ma che siano in linea con le esigenze della natura. Un passaggio dal consumo al ripristino e alla rigenerazione. Fondamentalmente poi, uno spostamento dalla progettazione basata sulla conformità a quella guidata dalle prestazioni.
I 4 pilastri delle nuova visione
Le prestazioni edilizie, ovvero come un edificio funziona, hanno sempre avuto un ruolo fondamentale nel determinare il valore a lungo termine degli edifici. Tuttavia, in futuro, il “valore” non potrà essere ridotto solo ai costi operativi o al prezzo di rivendita.
Secondo il report di ARUP sono 4 i nuovi parametri di performance che guideranno le scelte del prossimo trentennio: la varietà di spazi e usi, la capacità di adattamento, la connessione con l’infrastruttura locale e l’emergere di nuovi materiali e idee attraverso il riuso.
La Varietà di spazi
La domanda da cui parte il report è: in che modo i futuri edifici sapranno ottimizzare lo spazio, promuovere l’adattabilità e la diversità di utilizzo e di utenti?
Creando un ecosistema sano e resiliente che rifiuta il “mono utilizzo” traendo invece vantaggio dalle differenze. Implementando il design biofilico e creando spazi personalizzati sulle singole esigenze degli utenti.
La Prontezza
In che modo i servizi di costruzione possono ridurre rischi e danni e sviluppare la capacità di anticipare le minacce invisibili?
Il futuro degli edifici in questo caso dovrà essere composto da ecosistemi sani e resilienti, capaci di prevenire i danni causati da eventi estremi o dall’azione dell’uomo. Spazi sicuri anche dal punto di vista digitale, che reagiscono come un sistema immunitario.
La Connettività
In che modo i servizi infrastrutturali (riscaldamento, ventilazione, elettricità ecc) potrebbero rispondere meglio alle specifiche esigenze di un edificio ed ai suoi occupanti, integrandosi anche nei sistemi locali urbani e naturali?
Qui entrerà in gioco la componente digitale. Persone, dispositivi, oggetti smart, un ecosistema sano deve essere connesso ad altri sistemi complessi. Radicato nel contesto, ma aperto all’innovazione. Un ambiente che crea nuove connessioni sia tra la stessa specie (umani-umani) che tra specie differenti (uomo-natura).
L’Emersione delle innovazioni
In che modo i servizi degli edifici potrebbero contribuire più di quanto consumino e imparare con l’invecchiamento delle strutture?
Un concetto che nel report in lingua inglese è espresso come “Emergence“. La nascita di nuovi materiali, di nuove idee partendo da ciò che già esiste. Per farlo servirà un ambiente capace di apprendere e adattarsi durante tutto il ciclo di vita di un edificio. Un ecosistema sano in questo caso sarà in grado di ripristinare e rigenerare le risorse, bilanciando sempre la domanda e offerta.