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Edilizia scolastica: solo il 50% dei finanziamenti stanziati viene poi speso per ristrutturare

Niente agibilità, scarsa attenzione alla qualità sismica, efficienza e sostenibilità poco considerate e mancano i servizi. La fotografia dell’edilizia scolastica di Legambiente mostra un quadro sempre più sconfortante

Edilizia scolastica: solo il 50% dei finanziamenti stanziati viene poi speso per ristrutturare
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Interessati dal XXIV rapporto Ecosistema Scuolaoltre 7.000 edifici per 1milione e 300mila studenti

Gli anni passano, ma i problemi legati alla qualità dell’edilizia scolastica italiana sembrano ormai cronici. Su 3 scuole italiane, 1 avrebbe bisogno di un intervento di manutenzione straordinaria. Solo la metà delle strutture è dotata di un certificato di sicurezza, un dato che mette seriamente a rischio la vita di ben oltre 600.000 studenti. 

E’ il quadro sconfortante che emerge dal Rapporto di Legambiente Ecosistema Scuola XXIV 2024 e che punta i riflettori su 7.024 edifici scolastici appartenenti a 100 comuni italiani, frequentati da circa 1 milione e 300 mila studenti.

La sicurezza fa acqua da tutte le parti

Uno dei dati che negli anni lascia maggiormente perplessi, è la sicurezza delle strutture scolastiche. Solo la metà delle scuole ha tutte le garanzie ed è dotata del certificato di agibilità con forti divari tra Nord (68,8% degli edifici) e Sud (22,6%).

Proprio al Sud, dove si concentra anche la maggior parte dell’edilizia scolastica in zona sismica, solo il 27,2% degli edifici ha effettuato un collaudo statico.

Barriere architettoniche, mense, servizi sportivi, wi-fi sono solo alcune delle voci che mancano a gran parte delle strutture che sembrano prestare poca attenzione anche alla sostenibilità ed all’efficienza. 

Solo il 20,9% degli edifici scolastici utilizza fonti di energia rinnovabile, con un picco al Nord (24,3%) e un minimo nelle Isole (14,1%), solo il 16,4% delle scuole ha visto realizzati interventi di efficientamento negli ultimi 5 anni e di tutte le strutture scolastiche, solo il 6,7 % si trova in classe A. 

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Poca Efficienza energetica 

Seppure le amministrazioni che dichiarano di aver realizzato interventi di efficientamento energetico negli ultimi 5 anni sono l’82,1%, solo il  16,2% delle scuole ne ha potuto beneficiare. 

Questi interventi hanno riguardato:

  • per il 16,3% sono stati di riqualificazione complessiva
  • per il 33,2% hanno riguardato doppi vetri e/o serramenti
  • per il 25,8% l’isolamento della copertura, 
  • per il 24,9% la sostituzione della caldaia a gas tradizionale con una a condensazione, 
  • per il 19,3% gli impianti di energia rinnovabile, 
  • per il 14,9% l’isolamento delle pareti, 
  • per il 2,4% la sostituzione di caldaie a gas con impianti da fonti rinnovabili, 
  • per il 29,5% altri interventi soprattutto di relamping (la sostituzione di corpi illuminanti tradizionali, come lampade alogene, a incandescenza o fluorescenti, con lampade a LED).

Nell’insieme questi interventi riescono a incidere ancora poco sulle prestazioni energetiche degli edifici scolastici. Nel 2023 solo il 30% a livello nazionale risulta aver acquisito la certificazione energetica; il 43,8% al Nord, il 24,4% nelle Isole, il 17,9% al Centro e il 16,5% al Sud.

Più fondi stanziati, ma meno interventi effettuati

Tra i molti dati preoccupanti che emergono dal rapporto, certamente il connubio tra fondi stanziati per la manutenzione straordinaria e le spese effettuate è quello che più colpisce. 

Rispetto al passato aumenta l’entità delle risorse messe a disposizione per questi interventi (42mila euro, rispetto ai 36.000 euro di media degli ultimi 5 anni). Eppure le amministrazioni non sembrano in grado di spendere questi soldi: nel 2023 considerata la media a edificio scolastico su 42.022€ stanziati ne sono stati spesi 23.821€. 

Allargando il focus agli stanziamenti medi per edifici si arriva ad una media di 1,4 milioni di euro da fondi nazionali stanziati per Nord e Sud. E circa 600mila euro per il Centro, dato che scende a 300mila euro nel caso delle Isole. 

A questo problema si aggiungono i ritardi per digitalizzazione, trasporti, servizi per lo sport ed efficientamento energetico e in questo quadro l’autonomia differenziata rischia di non aiutare la scuola.

10 proposte di legambiente

Alla luce di questo quadro sconfortante, Legambiente ha presentato 10 proposte per rilanciare l’edilizia scolastica:

  1. Attivare da parte degli Enti Locali processi di amministrazione condivisa sulla base di patti educativi di Comunità. 
  2. Ampliare la funzione dell’anagrafe scolastica rendendo trasparenti le informazioni sullo stato di avanzamento degli interventi per l’edilizia scolastica e relativi finanziamenti, 
  3. Creare una struttura di governance per facilitare accesso e gestione dei fondi per l’edilizia scolastica da parte degli Enti Locali e garantire il funzionamento dell’Osservatorio per l’edilizia scolastico. 
  4. Rendere le scuole sostenibili, innovative, dotate di servizi integrati (mensa, palestra, trasporti…) e aperte anche in orario extrascolastico, soprattutto nelle periferie sociali caratterizzate da alto tasso di dispersione scolastica e povertà educativa,  co-progettando con i diversi attori territoriali a partire da specifici bisogni educativi e sociali. 
  5.  Dare priorità alla messa in sicurezza e adeguamento sismico delle scuole in area sismica 1 e 2 e completare le indagini diagnostiche e la messa in sicurezza dei solai in tutte le scuole.  
  6. Incentivare l’efficientamento energetico degli edifici attraverso la realizzazione di Comunità energetiche rinnovabili e solidali nelle scuole (C.E.R.S.) anche come misura di contrasto alle povertà, raggiungendo una diminuzione dei consumi almeno del 50%. 
  7. Sostenere piani di mobilità partecipata e co-progettata che prevedano l’incremento del trasporto pubblico scolastico, pratiche di mobilità ecosostenibile (pedibus e bicibus), strade scolastiche, piste ciclabili in prossimità delle scuole, percorsi protetti. Istituire la figura del mobility manager scolastico, prevista in ogni scuola dal 2015.
  8. Programmare, a fronte della futura diminuzione della popolazione scolastica, un investimento adeguato per garantire condizioni di benessere negli spazi di apprendimento, con riduzione del numero di alunni per classe e sviluppo di una didattica laboratoriale.
  9. Implementare il sistema complessivo dei Livelli Essenziali di Prestazione e i relativi finanziamenti, per quanto riguarda trasporti, palestre e sostenibilità energetica, al fine di superare i divari territoriali.  
  10. Aprire tavoli di co-programmazione sul tema del dimensionamento fra Ministero dell’Istruzione, Regioni e territori, per superare il solo approccio quantitativo e individuare anche parametri qualitativi per il mantenimento delle istituzioni scolastiche a garanzia del servizio e il diritto allo studio. 

Scarica il rapporto completo di Ecosistema Scuola XXIV

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