Proxigas, Assogas, Assogasliquidi e Utilitalia: Incentivi fondamentali per rendere accessibile l’efficienza energetica a tutte le famiglie
Dato che la Direttiva EPBD “Case Green” non vieta di incentivare le nuove caldaie a gas rinnovabile, “è importante confermare in Legge di Bilancio le agevolazioni previste dall’Ecobonus caldaie anche per la sostituzione dei vecchi impianti a gas con nuove caldaie a condensazione alimentabili con green gas”. E’ questo il pensiero delle associazioni Proxigas, Assogas, Assogasliquidi-Federchimica e Utilitalia affidato ad un comunicato per chiedere che le cose restino come sono, ed evitare nuove modifiche alla Manovra, che potrebbero ledere il settore e danneggiare il percorso di decarbonizzazione.
Le Linee guida pubblicate dalla Commissione UE in merito alla Direttiva sulle Prestazioni degli edifici prevede infatti che, a partire dal 1° gennaio 2025, siano eliminati gli incentivi fiscali destinati alle caldaie a gas, mantenendo le detrazioni solo per gli apparecchi alimentati con almeno il 51% di combustibili rinnovabili, come il biogas.
Partendo da queste argomentazioni, le associazioni di settore hanno ribadito la necessità di mantenere l’Ecobonus caldaie anche per il 2025.
Per decarbonizzare dobbiamo puntare sulle caldaie a condensazione
“Garantire, anche per il 2025, i benefici dell’ecobonus per le caldaie significa permettere a tutti i cittadini italiani, anche quelli con meno disponibilità economiche, di proseguire sulla strada della decarbonizzazione e dell’efficientamento dei consumi residenziali”, sottolineano le associazioni, affidandosi ad uno studio realizzato da Bip Consulting per confermare il ruolo che le caldaie a condensazione avranno nel prossimo futuro.
Secondo lo studio questa tecnologia sarà la più economica, efficace e praticabile per decarbonizzare il parco residenziale italiano caratterizzato da immobili costruiti per oltre il 70% prima degli anni ’80. Oltre ad essere per la maggior parte collocati nelle classi energetiche meno performanti, i nostri edifici si trovano anche in aree geografiche con caratteristiche climatiche fredde. Queste caratteristiche vanno poi sommate al fatto che il 60% degli appartamenti con riscaldamento autonomo non presenta un giardino privato, un terrazzo o uno spazio esterno.
“Elementi che limitano le alternative tecnologiche realmente utilizzabili per il riscaldamento”. Come sottolineano le 4 associazioni, “dei 16,6 milioni di abitazioni in classe F e G solo meno di 6 milioni potrebbero accogliere una pompa di calore elettrica. Ma se si affina l’analisi e si considerano anche i fattori legati al reddito delle famiglie, essendo le pompe di calore elettriche molto costose, il numero si riduce a meno di 2 milioni di abitazioni”. “Confrontando oltre che i costi di installazione anche i costi di gestione dell’impianto lo studio dimostra come le caldaie a condensazione si confermino le soluzioni più economiche per il consumatore”.
La richiesta dei produttori è quindi quella di mantenere inalterate le norme inserite nella Legge di Bilancio 2025 per garantire continuità nei benefici dell’ecobonus caldaie.