Secondo un’indagine di Nomisma e Rockwool siamo a metà strada verso gli obiettivi di decarbonizzazione della Direttiva EPBD IV che ci permetterebbero di risparmiare in bolletta fino a 1.200 euro l’anno
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Mancano 5 anni e siamo a metà strada nella corsa verso gli obiettivi di decarbonizzazione edilizia fissati dalla Direttiva EPBD IV, cd. Case Green per il 2030. Una spinta assicurata soprattutto dagli incentivi fiscali. Eppure più del 50% del nostro patrimonio immobiliare residenziale è ancora energivoro e obsoleto. Arrivare al traguardo da vincitori, implica continuare ad investire nell’efficientamento, ma mancano ancora all’appello circa 83,4 miliardi di euro per arrivare al taglio del 16% delle emissioni di CO2 richiesto dall’UE.
Il 54% delle case italiane ancora in classe F o G
Un’interessante analisi sullo stato dell’arte del processo di efficientamento energetico del patrimonio residenziale italiano, responsabile del 25% dei consumi energetici totali del Paese, emerge dallo studio congiunto tra Nomisma e ROCKWOOL, “Direttiva EPBD, un’opportunità di rilancio per il Sistema Paese”.
Secondo i dati aggiornati a maggio 2024, il 54% delle abitazioni italiane appartiene alle classi energetiche con le performance peggiori (classi F e G). E’ soprattutto la zona climatica D, quella con la maggiore percentuale (65%) di abitazioni con le prestazioni peggiori, incidendo sui consumi energetici per oltre il 25% del totale.
Grazie agli incentivi fiscali ridotti i consumi dell’8,9%
Oltre la metà dell’obiettivo fissato dalla Direttiva EPBD IV “Case Green” per il residenziale, ovvero una riduzione delle emissioni di CO2 del 16%, è già stata raggiunta soprattutto grazie agli interventi di riqualificazione. A favorire i lavori sono stati gli incentivi fiscali messi in campo tra il 2020 ed il 2023 (Superbonus 110%, Ecobonus, Bonus Casa, Bonus Facciate) e che hanno consentito di ottenere l’8,9% del risparmio energetico. Rimane dunque da conseguire un ulteriore risparmio del 7,1% dei consumi energetici entro il 2030.
“Gli obiettivi della Direttiva Case Green rappresentano un’occasione non solo per riqualificare parte del patrimonio residenziale italiano e ridurre le emissioni atmosferiche ma, al contempo, possono contribuire a dare un impulso a tutta la filiera delle costruzioni, dalle imprese di produzione e installazione di impianti alle aziende che realizzano interventi strutturali sull’involucro degli edifici, con conseguenti benefici economici anche per le casse dello stato, grazie alle entrate fiscali derivanti da tali investimenti”, commenta Barbara Da Rin, Senior Project Manager di Nomisma.
Servono altri 83,4 miliardi di euro
Dall’analisi di Nomisma e Rockwool emerge chiaramente un dato: investendo altri 83,4 miliardi di euro, in interventi di riqualificazione, sia completi che di sola sostituzione di impianti, si potrebbe raggiungere l’obiettivo UE in 5 anni intervenendo su circa il 10% degli edifici residenziali.
Ovviamente a sostenere questi interventi dovrà essere un’azione congiunta tra pubblico e privato, in modo da ridurre il più possibile l’impatto sulle casse dello Stato.
Sul totale degli 83,4 miliardi, si stima che:
- la spesa media per unità immobiliare ammonterebbe a 24.846 euro,
- variando da 15.000 euro per un’abitazione in un grande condominio
- a 42.000 euro per un edificio unifamiliare.
Gli interventi necessari per conseguire gli obiettivi della Direttiva EPBD IV permetteranno inoltre:
- di ridurre le emissioni atmosferiche di 3,2 milioni di tonnellate di CO2 equivalente,
- pari al 7% delle emissioni di CO2 dell’intero settore residenziale,
- ottenendo un risparmio medio del 36% in termini di bolletta energetica per unità immobiliare,
- con risparmi che variano da 390 euro l’anno per le case situate nelle zone climatiche più calde fino a 1.241 euro l’anno per le abitazioni nelle zone più fredde d’Italia.