Un iter di revisione durato due anni e mezzo quello che ha visto protagonista la Direttiva EPBD “Case Green”. Molte le novità introdotte in tema di riqualificazioni energetiche, installazione di impianti solari, mobilità sostenibile e smart building. L’Italia ora avrà tempo fino al 2026 per definire il proprio Piano di Ristrutturazione degli edifici.
La Direttiva entrerà in vigore tra 20 giorni, gli Stati membri avranno 48 mesi per recepirla
Si apre ufficialmente l’epoca delle Case Green. Ieri 8 maggio la Direttiva Europea 2024/1275 sulle Prestazioni energetiche degli edifici, Energy Performance of Building Directive (EPBD) è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Trascorsi 20 giorni la norma entrerà in vigore, mentre i singoli Stati Membri avranno a disposizione altri 48 mesi (dall’entrata in vigore) per recepire le disposizioni della direttiva applicandole alla legislazione nazionale.
Il motivo che ha spinto ad avviare una revisione della Direttiva sulle Performance energetiche degli edifici come parte integrante del pacchetto Fit for 55 è sostanzialmente uno: gli edifici sono responsabili del 40% del consumo finale di energia nell’Unione e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra associate all’energia. Di questo patrimonio il 75% è inefficiente dal punto di vista energetico, un problema non indifferente se consideriamo che l’85-95% degli edifici esistenti oggi sarà ancora in piedi nel 2050.
Le emissioni del comparto si devono anche al mercato del riscaldamento degli edifici, ancora dominato dal gas naturale che rappresenta circa il 39% del consumo energetico dovuto al riscaldamento degli ambienti nel settore residenziale. Seguono il petrolio, con l’11%, e il carbone, con circa il 3%.
Partendo da queste premesse l’Unione Europea ha deciso di prefissarsi degli obiettivi agendo secondo il motto “l’efficienza energetica al primo posto”, puntando a massimizzare l’elettrificazione degli edifici e l’uso di energie rinnovabili, nonchè ad aumentare le performance degli involucri per migliorare la qualità della vita dei residenti.
Nuove costruzioni: le scadenze della Direttiva Case Green
Entrando nel vivo del testo pubblicato in Gazzetta ieri, per facilità di lettura, è bene operare una distinzione tra gli edifici di nuova costruzione ed quelli oggetto di ristrutturazione. Partendo dalla prima categoria le due scadenze da tenere a mente relative alle nuove costruzioni sono:
- dal 1° gennaio 2028 tutti gli edifici di proprietà degli enti pubblici dovranno essere a Emissioni zero. Si introduce l’obbligo del conteggio del GWP(potenziale di riscaldamento globale-global warming potential) durante il ciclo di vita degli edifici di nuova costruzione con una superficie c.u. superiore a 1000 mq
- dal 1° gennaio 2030 l’obbligo delle emissioni zero diventa totale per qualsiasi tipologia di nuova costruzione ovvero anche il residenziale così come il conteggio del GWP
Edifici Esistenti e riqualificazioni: le scadenze della Direttiva Case Green
Ciascuno Stato Membro dovrà adottare misure affinché si arrivi ad una riduzione progressiva del consumo di energia primaria soddisfando i requisiti minimi di prestazione energetica che saranno definiti a livello nazionale, ma valutati dalla Commissione Europea, che avrà comunque il potere di chiedere una revisione del conteggio (articolo 6).
Complessivamente la riduzione dei consumi energetici dovrà provenire almeno dalla ristrutturazione del 55% degli edifici con le prestazioni peggiori. Vediamo nel dettaglio le scadenze distinguendo tra comparto residenziale e non residenziale.
Edifici Non Residenziali e Pubblici esistenti
Entro il 2030 si procederà alla ristrutturazione degli edifici non residenziali più energivori diminuendo il consumo di energia primaria del:
- 16 % a decorrere dal 2030;
- 26 % a decorrere dal 2033.
Edifici Residenziali esistenti
Per gli edifici residenziali il consumo di energia primaria dovrà diminuire:
- del 16% entro il 2030
- del 20-22% entro il 2035
La traiettoria nazionale per la ristrutturazione progressiva del parco immobiliare residenziale è espressa come un calo del consumo medio di energia primaria in kWh/(m2a) dell’intero parco immobiliare residenziale partendo quale riferimento dall’anno 2020 e individua il numero di edifici residenziali e unità immobiliari residenziali o la superficie coperta da ristrutturare ogni anno, compreso il numero o la superficie coperta del 43% degli edifici residenziali con le prestazioni peggiori e delle unità immobiliari residenziali.
Gli edifici esenti dagli obblighi
Saranno esclusi dagli obblighi della Direttiva Case Green gli edifici di particolare interesse culturale o utilizzati con frequenza sporadica. Le esenzioni si applicano a:
- edifici storici
- luoghi di culto
- edifici di proprietà delle forze armate utilizzati a scopi di difesa nazionale
- fabbricati temporanei con un tempo di utilizzo non superiore a due anni, siti industriali, officine ed edifici agricoli non residenziali a basso fabbisogno energetico
- edifici residenziali che sono usati meno di quattro mesi all’anno e con un consumo consumo energetico previsto inferiore al 25 % del consumo che risulterebbe dall’uso durante l’intero anno;
- fabbricati indipendenti con una superficie utile coperta totale inferiore a 50 mq.
Energia solare e mobilità green
L’articolo 10 stabilisce che gli Stati Membri dovranno predisporre tutti i nuovi edifici affinché siano adatti ad ospitare impianti per la produzione di energia solare sulla base dell’irraggiamento del sito.
La Direttiva case Green stabilisce che, laddove tecnicamente appropriato ed economicamente e funzionalmente fattibile, si installino impianti solari a progressivamente e a partire dal 2027, sia per le nuove costruzioni che nel caso di ristrutturazioni importanti. Si partirà con obblighi dedicati agli edifici pubblici e non residenziali di nuova costruzione, inglobando progressivamente anche le altre tipologie.
Le scadenze sono le seguenti:
- entro il 31 dicembre 2026, dovranno essere installati impianti solari su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie coperta utile superiore a 250 mq;
- entro il 31 dicembre 2027 dovranno essere installati impianti solari su tutti gli edifici pubblici esistenti con superficie superiore a 2000 mq;
- entro il 31 dicembre 2027 dovranno essere installati impianti solari sugli edifici non residenziali esistenti con superficie superiore a 500 mq se sottoposti a ristrutturazioni importanti
- entro il 31 dicembre 2028 dovranno essere installati impianti solari su tutti i Nuovi Edifici Pubblici con superficie superiore a 750 mq;
- entro il 31 dicembre 2029, su tutti i nuovi edifici residenziali e tutti i nuovi parcheggi coperti adiacenti;
- entro il 31 dicembre 2030 su tutti gli edifici pubblici esistenti con superficie superiore a 250 mq.
Per approfondire leggi anche “Direttiva EPBD e fotovoltaico: scadenze e potenzialità“
Anche gli aspetti legati alla mobilità elettrica ricadono nello spettro di applicazione della direttiva Case Green. Gli edifici non residenziali dovranno garantire punti di ricarica per le auto elettriche e predisporre l’installazione di pre cablaggio e canalizzazioni per infrastrutture future e parcheggi per le biciclette elettriche. Anche in questo caso le scadenze saranno progressive a partire dal 2027.
Stop alle caldaie a combustibili fossili
A partire dal 2025 non sarà più possibile sfruttare incentivi fiscali per l’installazione di caldaie alimentate a combustibili fossili. Dal 2040 questi impianti saranno definitivamente esclusi eliminando qualsiasi possibilità di installare caldaie a gas. Ovviamente questa restrizione va a colpire le nuove installazioni, coloro che in casa possiedono già una caldaia di questo tipo non saranno costretti a sostituirla, tuttavia la loro commercializzazione non sarà più possibile.
Come precedentemente sottolineato, il 39% del consumo energetico dovuto al riscaldamento degli ambienti nel settore residenziale si deve al gas naturale. In ottica di decarbonizzazione la Direttiva fa invece leva sulle soluzioni elettriche abbinate alle energie rinnovabili.
Gli Smart Readiness Indicator
Una delle novità introdotte nella revisione della Direttiva Sulle Prestazioni energetiche degli edifici è il concetto di Smart Building. Al fine di valutare il livello di intelligenza dei nostri edifici, la Commissione ha istituito nel 2017 un gruppo di lavoro composto dai principali istituti di ricerca (tra i quali anche ENEA). Si tratta del primo tentativo di mettere nero su bianco lo Smart Readiness Indicator (SRI), l’indicatore per valutare la predisposizione all’intelligenza degli edifici. L’obiettivo comune è quello di definire un metro di giudizio e paragone che valuti la connettività delle strutture e la loro predisposizione all’inserimento di soluzioni smart.
La metodologia considera tecnologie come i contatori intelligenti, i sistemi di automazione e controllo degli edifici, i dispositivi autoregolanti per la regolazione della temperatura dell’aria interna, gli elettrodomestici integrati, i punti di ricarica per veicoli elettrici, l’accumulo di energia nonché le funzionalità specifiche e l’interoperabilità di tali sistemi, oltre ai benefici per le condizioni climatiche degli ambienti interni, l’efficienza energetica, i livelli di prestazione e la flessibilità così consentita.
L’Italia e la Direttiva Case Green: dove siamo e dove dobbiamo arrivare
Attualmente gli edifici rappresentano oltre un terzo delle emissioni di gas serra nell’UE. Secondo le nuove disposizioni entro il 2030 tutti i nuovi edifici dovranno essere edifici a emissioni zero, ed entro il 2050 il patrimonio edilizio dell’UE dovrà raggiungere la totale decarbonizzazione. Ma per assicurare il rispetto di questi obiettivi, sarà necessario raddoppiare se non triplicare il tasso di rinnovamento attualmente fermo sotto l’1% come media europea. Nel caso dell’Italia la percentuale scende allo 0,85%, un limite troppo basso se confrontato con il nostro patrimonio edilizio energivoro e vetusto.
Restando nel BelPaese e tracciando un confronto con trasporti e industria, gli edifici sono il settore che ha consumato più energia dal 2008, di cui oltre la metà proveniente da gas naturale. E’ bene sottolineare però che, a differenza dei due settori appena citati, il comparto edilizio presenta anche la più alta domanda di energia coperta da FER (>20%).
Purtroppo se il trend di riduzione delle emissioni di gas serra resterà pari all’attuale, l’Italia sarà in grado di raggiungere la completa decarbonizzazione solo nel 2.103, ben più in là rispetto al limite fissato dalla direttiva case Green al 2050 (fonte: The European House Ambrosetti).
In Italia, escludendo il patrimonio architettonico storico culturale, l’84,5% degli edifici è stato costruito prima del 1990 e i ¾ risultano ancora in classi energetiche inferiori alla D. Diventa dunque un passaggio dovuto quello di arrivare alla definizione di un Piano di Ristrutturazione degli edifici che, tenendo fede alle scadenze fissate dalla Direttiva Case Green, dovrà arrivare entro il 31 dicembre 2025.