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Decarbonizzazione edifici, l’Italia non è sulla buona strada

Decarbonizzazione edifici: Italia ha ritardo preoccupante
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Il settore edilizio italiano non è sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi climatici. Quattro indicatori chiave della decarbonizzazione edifici non stanno seguendo il percorso verso i target per il 2030. I progressi sono “insufficienti”. E gli obiettivi stessi hanno un problema di fondo, visto che concentrano la maggior parte degli sforzi per il post 2030.

È il giudizio fornito da BPIE nella prima edizione del rapporto Italian Buildings Climate Tracker. Il settore edilizio italiano sta accumulando ritardi pericolosi nel percorso verso la neutralità climatica. Nonostante investimenti record, le emissioni e i consumi energetici non seguono i ritmi richiesti dagli accordi internazionali.

Decarbonizzazione edifici: tutti gli indicatori sono fuori rotta

Lo studio di BPIE misura i progressi del patrimonio immobiliare italiano attraverso un indice composito che valuta emissioni, consumi energetici, quota di rinnovabili e investimenti in riqualificazione.

In sintesi, tenendo il 2015 come anno di riferimento, i risultati raggiunti dall’Italia sono così distribuiti:

L’allarme principale riguarda la distribuzione temporale degli sforzi: il 69% delle riduzioni necessarie è stato procrastinato al periodo 2030-2050.

Vediamo in dettaglio la performance della decarbonizzazione degli edifici dell’Italia rilevata nel rapporto.

Emissioni: il lento declino non basta

Le emissioni degli edifici residenziali e del terziario sono diminuite di appena 12,4% rispetto al 2015, contro un obiettivo intermedio del 14,3%. Questo gap corrisponde a 1,4 milioni di tonnellate di CO2 in eccesso rilasciate in atmosfera.

Il settore residenziale mostra performance migliori (-16% dal 2015), mentre il terziario segna un preoccupante +5% nelle emissioni. La causa principale risiede nella dipendenza dal gas naturale, ancora utilizzato per il 48,2% del riscaldamento domestico.

Consumi energetici: efficienza a rilento

Il consumo finale di energia negli edifici è calato solo del 3% rispetto all’8,1% previsto. Un ritmo che, se mantenuto, richiederebbe 70 anni per raggiungere la neutralità climatica.

Particolarmente critica la situazione nel terziario:

I dati suggeriscono un paradosso: nonostante miglioramenti tecnologici, l’aumento delle temperature e l’adozione massiccia di sistemi di raffrescamento stanno vanificando i guadagni di efficienza.

Rinnovabili: la transizione energetica stenta

La quota di energia rinnovabile negli edifici è cresciuta a un ritmo 6 volte più lento del necessario:

Il rapporto evidenzia come l’Italia sia ancora intrappolata nel “lock-in tecnologico” dei combustibili fossili, con il gas che copre il 48,2% dei consumi termici residenziali. Servirebbe un’accelerazione di 15 volte negli impianti solari termici e geotermici per centrare i target 2030.

Superbonus: un successo finanziario dai risultati ambigui

Gli investimenti cumulati nella riqualificazione hanno superato ogni aspettativa, grazie al Superbonus:

Tuttavia, questo sforzo economico non si è tradotto in miglioramenti proporzionali delle performance energetiche. I motivi? Secondo BPIE:

Come recuperare il ritardo nella decarbonizzazione degli edifici in Italia?

Il rapporto delinea 4 azioni prioritarie:

Più in dettaglio, il rapporto rileva la necessità di migliorare il sistema di certificazione energetica (APE): il 47% degli attestati viene rilasciato per obbligo normativo anziché per effettivi interventi migliorativi.

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