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Tra efficienza, consumo di suolo e mobilità: i contenuti del Ddl Rigenerazione urbana

Ddl Rigenerazione urbana al Senato: dall’efficienza al consumo di suolo
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Il decreto legge sulla Rigenerazione Urbana adottato dalla Commissione Ambiente al Senato

E’ approdato in Senato a metà settembre il Ddl sulla Rigenerazione urbana, primo documento che unifica le precedenti proposte legislative. 

L’obiettivo del Testo Unificato sarà esattamente quello di chiarire definitivamente cosa sia la rigenerazione urbana ed in che modo applicarla alle realtà comunali, regionali e nazionali.

Un intervento indispensabile per superare quella che oggi è una procedura frammentata, composta solitamente di provvedimenti straordinari definiti caso per caso. 

Sono circa 26 anni che si parla di una riforma del Governo del territorio che definisca nuove regole di rigenerazione urbana per superare l’ormai vetusta disciplina urbanistica che in alcuni casi risale addirittura al 1942. 

Le finalità del Disegno di legge sulla Rigenerazione urbana

Entrando nel dettaglio del DDL 29/S e abb all’esame del Senato si scopre la reale portata del testo che spazia senza soluzione di continuità dall’urbanistica, alla salvaguardia ambientale passando per il settore delle costruzioni e quello energetico. Se gli obiettivi sono chiari, la speranza è che non diventi un “mappazzone” di interventi difficili da calare nella realtà territoriale nazionale.

Il DDL rigenerazione urbana definisce alcuni obiettivi di base:

Queste finalità si dovranno muovere di pari passo con l’obiettivo europeo di azzeramento del consumo di suolo entro il 2050

Per farlo la Legge individua una serie di obiettivi basilari da raggiungere:

La governance della Rigenerazione urbana: chi farà cosa

Il DDL Rigenerazione urbana suddivide le competenze tra Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, le Regioni ed i Comuni.

Al Ministero il compito di coordinare e aggiornare il Programma Innovativo nazionale per la Qualità dell’Abitare PinQua

Alle Regioni il compito di identificare le priorità di intervento e le risorse necessarie sulla base del PinQua. 

Ai Comuni entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge individuano sulla cartografia le aree per la rigenerazione urbana e programmano gli interventi.

Le risorse a disposizione della rigenerazione urbana in Italia

Il testo del disegno di legge sulla rigenerazione urbana sottolinea che parte dei finanziamenti necessari che saranno individuati dal Programma nazionale per la rigenerazione urbana proverranno dal PNRR, ed in parte dal Fondo nazionale per la rigenerazione urbana.

Quest’ultimo Fondo avrà una dotazione pari a:

Le risorse del Fondo sono destinate al finanziamento degli interventi di rigenerazione attuativi del Piano nazionale per la rigenerazione urbana.

La legge parla anche di possibili incentivi fiscali ed economici per promuovere gli interventi oltre ad una serie di agevolazione sul pagamento delle tasse sulla casa come l’IMU o la TARI. 

Le tempistiche

Una volta approvata la legge ci saranno 4 mesi di tempo dall’entrata in vigore per definire il  Piano nazionale per la rigenerazione urbana, da adottare con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Comitato interministeriale per le politiche urbane (CIPU), e sentita la Conferenza unificata. 

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