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Corte dei Conti: i tempi di ritorno del Superbonus superano i 24 anni

Nell’analisi semestrale sul PNRR, la Corte dei Conti si esprime anche sul rapporto costi-benefici del Superbonus. Bene il risparmio energetico e la riduzione della CO2, ma la spesa si recupererà solo dopo 35 anni

Costo del Superbonus- i tempi di ritorno superano i 35 anni
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“In termini di risparmio energetico e di emissioni di CO2 gli obiettivi del Superbonus sono stati  ampiamente superati”, commenta la Corte dei Conti nella relazione semestrale appena approvata sullo stato di attuazione del PNRR. Ma se l’attenzione si sposta sul costo del Superbonus in rapporto ai benefici derivati, la musica cambia completamente. 

Dopo tutto, sono passati solo pochi mesi dalla pubblicazione del Rendiconto generale dello Stato nel quale l’Organo di controllo contabile attribuiva alla misura fiscale un “impatto macroscopico”. E in questa ultima pubblicazione si parla addirittura di un tempo di ritorno di oltre 20 anni, nell’opzione più “rosea” e cioè tenendo conto delle maggiori entrate fiscali. 

Efficientati oltre 35 milioni di mq con Superbonus e PNRR

La relazione delle sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei conti fa parte delle indagini semestrali sullo stato di attuazione del PNRR. All’interno del documento, dopo l’analisi sul conseguimento di milestone e target semestrali, sull’evoluzione della spesa e del quadro complessivo dello stato di avanzamento delle riforme e degli investimenti, ecco che la Corte dei Conti inserisce tre approfondimenti tematici, uno dei quali dedicato proprio ad un’analisi dei costi-benefici del Superbonus nel quadro del PNRR.

Come anticipato, i magistrati contabili confermano un impatto positivo della misura che ben si piazza nell’obiettivo complessivo di efficientare 35,8 milioni di mq entro fine 2025. I soli progetti PNRR inseriti nel ReGis hanno già efficientato 17,58 milioni di metri quadrati, permettendo di raggiungere il “target intermedio di 17 milioni a fine 2023 e assorbendo l’intero ammontare delle risorse PNRR destinate al Superbonus”.

“Tuttavia, rivolgendo lo sguardo all’orizzonte del 2030, il contributo positivo del Superbonus allo scenario di riferimento del consumo energetico del settore residenziale non appare sufficiente ad assicurare il conseguimento degli obiettivi fissati al 2030 dal nuovo PNIEC”, aggiunge però la Corte dei Conti.

Il ritorno dell’investimento si avrà solo nel 2057

In base alle indagine della Corte dei Conti, basate sui dati parziali dell’Enea, l’analisi costi-benefici fatta sia a livello livello aggregato che a livello di singola tipologia di intervento incentivato, restituisce una fotografia decisamente preoccupante. Il tempo di ritorno dell’investimento sul costo del Superbonus si avrebbe solo in un orizzonte a 35 anni.Non coerente con l’orizzonte di vita utile degli interventi incentivati”, aggiungono i magistrati. Il risultato principale di un’analisi di questo tipo è rappresentato proprio dal cosiddetto anno di ritorno dell’investimento che consiste nel numero di anni di benefici futuri necessari a ripagare l’investimento iniziale: tanto minore è l’anno di ritorno, tanto più attrattivo è l’investimento. 

Con le maggiori entrate fiscali il tempo di ritorno “scende” a 24 anni 

La Corte dei Conti è giunta alla stessa conclusione anche considerando un costo per lo Stato al netto delle maggiori entrate fiscali generate dalla misura. In questo caso il tempo di ritorno si attesta sui 24 anni. 

Una quantificazione sufficiente a giustificare il plauso della Corte dei Conti per le scelte del Governo di rivedere, in netta riduzione, la portata agevolativa della misura.

I magistrati contabili sottolineano quindi la necessità di introdurre opportuni schemi di detrazioni differenziate “che prevedano aliquote tanto maggiori quanto più efficiente è l’intervento incentivato”.

Scarica la Sintesi della Relazione contenente il capitolo L’efficientamento energetico degli edifici nel quadro del PNRR”.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.