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Banca d’Italia: l’unica via per arrestare il costo del Superbonus è eliminarlo ora 

Costo del Superbonus
Immagine di freepik

Dal report Eneadi marzo 2024, il costo del Superbonus per le casse dello Stato per lavori conclusi ha superato i 122 mld

Tutt’altro che positive le considerazioni espresse da Banca d’Italia intervenuta in Commissione Finanze al Senato nel merito della conversione in legge del DL 39/2024 che a fine marzo, ha eliminato quasi completamente la possibilità di cedere il credito o utilizzare lo sconto in fattura, per gli interventi legati al Superbonus. In poche parole, se il Decreto non riuscirà a frenare “l’accumularsi dei crediti”, l’unica via che rimarrebbe da percorrere “sarebbe l’eliminazione del Superbonus prima della sua naturale scadenza alla fine del prossimo anno” mette in chiaro l’Istituto.

“Il decreto legge n. 39 rappresenta un passo necessario per ridurre l’incertezza sui costi del Superbonus”, prosegue Bankitalia ricordando che l’esperienza del decreto legge n. 11, cd. Blocca Cessioni, “sembrerebbe sconsigliare, al fine della sua efficacia, allentamenti rispetto al testo originale”.

Le aliquote superiori al 100% eliminano l’interesse a contenere i costi

Effettivamente il costo del Superbonus per le casse dello Stato è cresciuto fino a raggiungere e superare i 122 miliardi di euro per lavori già conclusi, che se esteso alle detrazioni all’intero ammontare della detrazione sfiora i 130 mld. Un impatto difficile da prevedere ai suoi esordi. “La valutazione ex ante dei costi era particolarmente complessa sia per la natura automatica del beneficio sia per la difficoltà di stimare come la cedibilità avrebbe interagito con la generosissima aliquota di agevolazione”, prosegue Banca d’Italia criticando poi l’eccessiva aliquota, superiore al 100%, che ha completamente annullato l’incentivo del contribuente a contenere i costi dell’investimento.

“In futuro, crediti d’imposta di entità potenzialmente rilevante e con caratteristiche innovative dovrebbero essere accompagnati da tetti di spesa sia complessiva (come quelli stabiliti dal DL 39 per le zone terremotate) sia per ciascun beneficiario. Le aliquote non dovrebbero comunque mai avvicinarsi al 100 per cento sottolinea l’Istituto che poi suggerisce la necessità di predisporre, già nella fase di disegno delle misure, un efficace meccanismo di monitoraggio dei costi in tempo reale. “Infine, gli esiti del monitoraggio andrebbero resi pubblici con chiarezza e tempestività”.

Il post Superbonus secondo Bankitalia

Fatto salvo il costo del Superbonus, senza però trascurare i benefici apportati a livello di riqualificazione del patrimonio edilizio, Banca d’Italia sottolinea la necessità per il nostro Paese di dotarsi di un sistema di incentivi per il miglioramento dell’efficienza energetica delle abitazioni. “Il settore immobiliare è infatti decisivo per il conseguimento degli ambiziosi obiettivi in termini di impatto climatico che l’Unione europea si è data negli ultimi anni, dato che una quota elevata delle emissioni di gas serra (circa un quarto al livello europeo) è attribuibile agli edifici”. In via preliminare, però, sarà necessario conoscere nel dettaglio le attuali condizioni degli immobili italiani, considerando sia l’efficienza energetica che l’esposizione al rischio idrogeologico.

“Il nuovo sistema di incentivi dovrà contemperare molteplici obiettivi, risultando stabile nel lungo periodo, sostenibile per le finanze pubbliche, efficiente (ovvero con un elevato rapporto tra benefici ambientali e costi per l’erario) ed equo (a tutela delle famiglie a basso reddito)”.

Per Bankitalia questi incentivi per l’edilizia dovranno in via preliminare essere indirizzati ai nuclei familiari più bisognosi, riguardando in via prioritaria gli immobili meno performanti, considerazione per altro già presente nel testo della nuova Direttiva Case Green

L’Istituto propone un mix di strumenti che tenga conto delle caratteristiche delle diverse categorie di destinatari: 

“Tenuto conto degli stringenti vincoli del bilancio pubblico, dovrebbero essere identificate forme di finanziamento degli interventi di agevolazione di pari entità, quali, ad esempio, tagli alle spese dannose dal punto di vista ambientale e l’introduzione di un sistema di carbon pricing complementare all’EU-ETS”.

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