Anche la Conferenza Unificata ha dato il suo via libera con “raccomandazioni” sul Correttivo Appalti, il D.Lgs che ha dato facoltà al Governo di correggere alcuni contenuti del Nuovo Codice dei Contratto pubblici.
Il parere della Conferenza sullo schema di decreto legislativo recante “Disposizioni integrative e correttive al codice dei contratti pubblici di cui al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36” è previsto dalla Legge Delega. Tuttavia sul tema “procedure” da seguire regna un po’ di incertezza. Questo soprattutto dopo il parere del Consiglio di Stato che ha completamente bocciato l’iter procedurale seguito per l’approvazione del Correttivo, che avrebbe richiesto invece un coinvolgimento preliminare del CdS.
Nonostante il “rischio di impugnativa” sottolineato da Palazzo Spada il Governo accelerare sull’approvazione del Correttivo Appalti per non farsi trovare impreparato su alcuni scadenze imminenti, prima fra tutte l’introduzione dell’obbligo di Bim per appalti con soglia tra 1 e 2 milioni.
Spostare l’obbligo di Bim a 4 milioni
Le 109 pagine del parere espresso dalla Conferenza Unificata sul Correttivo Appalti ribadiscono alcuni punti chiave che condizionano l’ok al testo:
- il rispetto di determinate richieste specifiche espresse dalle Regioni e dalla province autonome e inserite nel parere;
- l’accoglimento degli emendamenti presentati da ANCI.
Tra le richieste espresse merita un focus specifico l’intenzione di innalzare ulteriormente la soglia oltre la quale, ad un appalto pubblico, si dovranno applicare anche gli obblighi di utilizzo di BIM.
L’obbligo delle Digitalizzazione è stato introdotto dal nuovo Codice dei Contratti Pubblici D.Lgs. 36/2023. Questa prima versione dell’art.23 fissava al 1° gennaio 2025 la data a partire dalla quale, per gli importi a base di gara sopra 1 milione di euro, scatta l’obbligo BIM.
Il Correttivo Appalti ha proposto di innalzare la soglia a 2 milioni.
La Conferenza Unificata punta ancora più in alto e propone una soglia a 4 milioni di euro.
Le Motivazioni sono rese in chiaro nel parere:
“La previsione dell’innalzamento della soglia da 1 a 2 milioni di euro per gli appalti che dal 1° gennaio 2025 saranno soggetti all’obbligo di BIM non influisce sostanzialmente sull’impatto economico ed organizzativo che le stazioni appaltanti hanno per adeguare le loro strutture all’utilizzo del BIM. L’emendamento propone di prevedere l’obbligo per gli appalti sopra i 4 milioni di euro”.
Il parere della Conferenza Unificata sul Correttivo Appalti non è vincolante; il Governo potrebbe comunque decidere di procedere all’approvazione delle modifiche al D.Lgs n.36/2023. Tuttavia l’opinione espressa dalle Regioni e dalla Province autonome potrebbe influenzare le Commissioni parlamentari facendo probabilmente slittare l’approvazione del Correttivo nei primi mesi del 2025.
Scarica il parere della Conferenza Unificata sul Correttivo al Codice degli Appalti