Ben 2,9 milioni di italiani pensano che la Direttiva Case Green in Italia non diventerà mai operativa
Sarebbero circa 2,5 milioni gli italiani intenzionati a vendere la propria abitazione “inefficiente” per non doversi sobbarcare i costi di una ristrutturazione nel caso del recepimento della Direttiva Case Green in Italia. Attenzione però, sarebbero poco meno di 800.000 i nostri concittadini che vorrebbero “sfruttare” questa situazione per risparmiare sul prezzo d’acquisto puntando ad immobili nelle classi energetiche più basse.
Sono i numeri emersi a seguito di un sondaggio commissionato da Facile.it a mUp Research e Bilendi.
Gli italiani scelgono la classe A, ma per paura
L’indagine ha provato ad affrontare il tema dell’applicazione della Direttiva Case Green in Italia, sondando la predisposizione e l’umore degli italiani nei confronti della norma europea.
Ciò che è emerso è un sentimento prevalente di preoccupazione che sta spingendo circa 3 mln di italiani intenzionati ad acquistare casa, a modificare i propri criteri di selezione limitando la ricerca alle sole abitazioni efficienti. Una tendenza che trova maggiore riscontro al Nord Ovest con una percentuale del 60%, superiore anche alla media nazionale (50%).
Secondo le ultime stime sarebbero infatti circa 5 milioni gli edifici residenziali italiani che per adeguarsi alle richieste della Direttiva EPBD sulle prestazioni energetiche degli edifici, dovranno mettere mano al portafogli ristrutturando casa con costi variabili tra i 20 e i 55 mila euro a famiglia. Il 43% degli intervistati si dichiara spaventato dalla possibilità di dover far fronte a costi così importanti per ristrutturare casa e non sorprende vedere come in molti stiano pensando di vendere la propria abitazione piuttosto che mettere mano al portafogli.
Il 15% spera in nuovi incentivi statali
Parallelamente ai concittadini più timorosi c’è un 15% che si dichiara “fiducioso” del fatto che per applicare la Direttiva Case Green in Italia, lo Stato introdurrà appositi aiuti finanziari per contribuire alle ristrutturazioni. Convinzione particolarmente diffusa tra i residenti del Centro Italia dove la percentuale arriva a sfiorare il 18%.
Nonostante ciò sono circa 2,9 milioni di italiani che pensano che la norma non diventerà mai operativa in Italia, con le regioni del Nord Ovest più scettiche (10,5%), a fronte di una media nazionale pari al 9%.
E’ bene ricordare che l’obiettivo della Direttiva Case Green è quello di migliorare le condizioni abitative in cui versano la maggior parte dei cittadini europei. La norma, decisamente ammorbidita rispetto alla sua versione iniziale, chiederà agli edifici residenziali una riduzione del 16% nei consumi di energia primaria entro il 2030 per arrivare alla totale decarbonizzazione, ed efficientamento, entro il 2050.
Mutuo o prestito?
Al netto degli incentivi fiscali, al momento esistono due possibili strade per finanziare i lavori di ristrutturazione secondo Facile.it, il mutuo o un prestito personale. Per importi fino a 40-50mila euro, la strada maggiormente percorribile, secondo gli esperti di Facile.it, è quella del prestito personale, poiché gli istituti di credito tendono a non erogare mutui di tale entità. Secondo le simulazioni effettuate, ipotizzando un prestito da 35.000 euro per migliorare l’efficienza energetica dell’abitazione, da restituire in 10 anni, i migliori tassi (TAN) disponibili online partono dal 7,5%, con una rata mensile di 415 euro al mese.
Se si parla invece di un importo più elevato, superiore ad esempio ai 60.000 euro, la scelta ricadrà sul mutuo ristrutturazione: per un finanziamento da 60.000 euro in 20 anni, valore immobile 200.000 euro, i migliori tassi (TAN) disponibili online partono dal 3,10%, con una rata mensile pari a 335 euro. Valori ancora più bassi se la ristrutturazione consente di raggiungere la classe energetica A o B così da accedere ai cosiddetti mutui green: in questo caso, i migliori tassi (TAN) partono dal 2,70%.