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Habemus Case Green: ok definitivo alla Direttiva sulla Prestazione degli edifici

Fumata bianca per la revisione “rafforzata” della Direttiva sulla Prestazione energetica degli edifici, c.d Case Green. Prepariamoci a ridurre gli sprechi energetici ed emissivi, a riqualificare 5 mln di edifici, a dire addio alle caldaie a gas, a diventare solar ready

Case Green
Immagine di freepik

A partire dal 1° gennaio 2030 tutti i nuovi edifici dovranno garantire emissioni zero in loco

La Commissione accoglie con favore l’adozione definitiva della direttiva rafforzata sulla prestazione energetica nell’edilizia, un’altra pietra miliare del Green Deal europeo. Esordisce così il comunicato stampa che, finalmente, annuncia l’approvazione definitiva della cd. Direttiva Case Green, un processo lungo due anni e mezzo, e non senza colpi di scena.

Italia vota contro le Case Green

L’ultimo via libera è arrivato oggi dal Consiglio Ue Ecofin. Nonostante l’unanimità portata a casa con il voto di ieri, in quest’ultimo step l’Italia ha deciso di votare contro, ribadendo la sua antipatia nei confronti del testo ribattezzato a suo tempo quale “patrimoniale europea”.

Ma il tempo del dialogo è scaduto: è ora di passare alla pratica mettendo mano ad un patrimonio immobiliare europeo estremamente energivoro, vetusto e poco sicuro. Attualmente infatti, circa il 35% degli edifici dell’UE hanno più di 50 anni e quasi il 75% del parco immobiliare è inefficiente dal punto di vista energetico. E, purtroppo, il tasso medio annuo di rinnovamento energetico è solo dell’1% circa, un range estremamente basso.

Ridurre il consumo medio del 16% entro il 2030

L’obiettivo della Direttiva Case Green sarà quello di ridurre le emissioni e il consumo di energia negli edifici in tutta l’UE per migliorare la qualità della vita e la salute dei suoi cittadini. Come ampiamente già ricordato, il testo rafforzato della nuova Energy Performance of Buildings Directive (EPBD) perde la sua rigidità a favore di una maggiore flessibilità degli Stati Membri. Complessivamente le nuove politiche energetiche dovranno portare ciascun Paese UE a ridurre del 55% i consumi energetici, riqualificando almeno il 43% degli edifici più energivori che, nel caso dell’Italia, significherà intervenire su circa 5 milioni di immobili.

Per gli edifici residenziali l’obiettivo sostanziale sarà la riduzione del consumo medio di energia primaria del patrimonio immobiliare:

  • del 16% entro il 2030
  • del 20-22% entro il 2035
  • progressiva riduzione con revisione ogni 5 anni fino alla decarbonizzazione totale al 2050.

Gli edifici non residenziali invece dovranno ristrutturare:

  • il 16% degli immobili con le prestazioni peggiori entro il 2030
  • il 26% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il 2033.

Edifici storici, case di vacanza, immobili utilizzati per brevi periodi potranno rientrare in particolari categorie di esenzione che ciascuno Stato membro avrà la possibilità di redigere.

Nuovi edifici a emissione zero dal 2028 e addio alle caldaie a gas

La Direttiva Case Green EPBD rafforzerà l’indipendenza energetica dell’Europa. Tutti i nuovi edifici residenziali e non residenziali dovranno avere zero emissioni in loco da combustibili fossili: 

  • dal 1° gennaio 2028 per gli edifici di proprietà pubblica
  • dal 1° gennaio 2030 per tutti gli altri nuovi edifici.

Dovremo dire addio ai sistemi di riscaldamento alimentati da combustibili fossili per far spazio ad impianti rinnovabili, garantendo che i nuovi edifici siano “Solar ready“. 

Dal 1° gennaio 2025, inoltre, non saranno più consentiti sussidi per l’installazione di caldaie autonome alimentate da combustibili fossili. Un tema, quest’ultimo, molto discusso ma che non deve spaventare i proprietari che dovranno ristrutturare, come ricorda Riccardo Bani, Presidente ARSE (Associazione per il Riscaldamento Senza Emissioni). 

“È incoraggiante vedere che le caldaie alimentate esclusivamente a combustibili fossili si avviano a essere sostanzialmente ‘rottamate’  poiché il prossimo divieto alla loro incentivazione fiscale e la fine della produzione e commercializzazione segnano la fine pratica di questo tipo di riscaldamento. La riduzione del costo delle bollette e dell’inquinamento delle aree urbane dipende dall’abbandono del riscaldamento a gas e dall’efficientamento del parco immobiliare, in linea con gli obiettivi stabiliti dall’Europa. 

Aggiungiamo inoltre, cosa importante, che la sostituzione della caldaia con la pompa non è eccessivamente costosa, è agevolabile ancora con incentivi importanti e accresce il valore dell’abitazione: uno studio della Banca d’Italia sottolinea come le case appartenenti alle 4 classe energetiche migliori sono messe in vendita a prezzi di circa il 25% più alti rispetto a quelli di classe G”.

I prossimi step

L’entrata in vigore della Direttiva Case Green sulle Prestazioni Energetiche degli edifici avverrà dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Unione entro le prossime settimane. Gli Stati Membri avranno tempo fino al 31 dicembre 2025 per trasmettere alla Commissione la prima proposta di piano di ristrutturazione degli edifici. Entro 24 mesi dall’entrata in vigore delle Direttiva EPBD si dovrà stabilire una traiettoria nazionale per la ristrutturazione progressiva del parco immobiliare in linea con la tabella gli obiettivi 2030, 2040 e 2050.“Migliorare la prestazione energetica degli edifici è fondamentale per raggiungere la nostra ambizione di neutralità climatica e per rafforzare l’indipendenza energetica dell’Europa. Le ristrutturazioni sono investimenti per un futuro migliore”, ha commentato Kadri Simson, commissario per l’Energia a chiusura dei lavori sulla rinnovata Direttiva Case Green.

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