E' il più gettonato per l'efficientamento, ma per garantire che continui ad esserlo servono più incentivi, maggiore formazione e ditte specializzate
Oltre l’88% dei progettisti sceglie il sistema a cappotto termico quale principale misura di efficientamento energetico di un edificio. Sembra essere sempre più diffusa la convinzione che la riduzione dei consumi passa prima di tutto dalla qualità dell’involucro dell’edificio. Inutile investire in energia pulita se prima non si migliora l’efficienza energetica della struttura riducendo gli sprechi ed il fabbisogno. E’ questo il pensiero che emerge dall’ultimo sondaggio di Cortexa realizzato intervistando oltre 700 progetti. Una tendenza che conferma quanto da sempre sostenuto dall’Associazione ovvero che “l’unica energia realmente sostenibile è quella risparmiata”.
Cappotto termico, i pro e contro
Partendo da un campione di 700 intervistati provenienti per la maggior parte dal Nord Italia (60%) con esperienza pluriennale in interventi di riqualificazione energetica degli edifici, Cortexa ha provato a scoprire cosa ne pensano tecnici e committenti del Cappotto termico, a che punto siamo e quali azioni saranno necessarie nel prossimo futuro per raggiungere la decarbonizzazione del patrimonio immobiliare italiano.
Il primo dato importante che emerge è la scelta del sistema a cappotto termico quale soluzione indispensabile per efficientare un edificio.
Allo stesso tempo però i progettisti denunciano alcuni punti critici che impediscono la totale diffusione di questo sistema:
- la mancanza di incentivi è considerato dal 72% dei progettisti il primo ostacolo da superare affinchè i committenti procedano con interventi di riqualificazione;
- l’errata convinzione che sia troppo costoso, quando invece i dati ENEA dimostrano come la coibentazione dell’involucro dell’edificio sia la misura più efficace per garantire un elevatissimo risparmio energetico al più basso costo per kW/h di energia risparmiata;
- la mancanza di un supporto formativo e consulenziale per progettare Sistemi a Cappotto a regola d’arte.
Come più volte sottolineato da Cortexa, è bene ribadire la differenza tra un “Sistema” a cappotto termico e l’installazione di una soluzione per la coibentazione dell’involucro composta però da elementi differenti acquistati separatamente. Il Sistema a cappotto garantisce la qualità del risultato grazie al fatto che tutti gli elementi che lo compongono sono certificati e testati per lavorare insieme. In secondo luogo, il sistema a cappotto termico è installato da ditte specializzate con tutte le competenze indispensabili a garantire la posa a regola d’arte del sistema.
Per il 76% dei progettisti il Cappotto termico sarà fondamentale per la Direttiva Case Green
Nonostante coloro che scelgono un sistema a cappotto siano sempre più consapevoli del valore di questo intervento, dal sondaggio Cortexa emerge chiaramente la necessità di aumentare e rendere strutturali incentivi fiscali che assicurino a tutti la possibilità di riqualificare l’involucro edilizio senza “indebitarsi”.
Questo pensiero viaggia di pari passo con la convinzione che, senza incentivi a lungo termine, sarà molto difficile attuare la Direttiva Case Green. Nonostante più della metà dei committenti abbia conoscenze scarse sulla nuova norma europea,
il 76% dei progettisti ritiene che il Sistema a Cappotto sarà determinante per raggiungere gli obiettivi previsti dalla direttiva europea.
Tuttavia, il 73% degli intervistati dichiara che non è sufficiente scegliere un “cappotto qualunque”, bensì un Sistema dotato di tutte le certificazioni necessarie.
Manca però un adeguato supporto formativo sulla progettazione del Sistema a Cappotto da parte dei produttori, a sottolineare ulteriormente l’esigenza di essere messi nelle condizioni di progettare ed eseguire lavori a regola d’arte.
Gli incentivi per il cappotto termico ed il conto termico
Per il 54% è fondamentale avere più chiarezza sulle soluzioni incentivabili che consentono un reale risparmio energetico. Questo dato è molto importante e fa riferimento a tutti i materiali edili che si propongono come isolanti ma non lo sono: “questi materiali “miracolosi” non sono una reale alternativa all’Isolamento Termico a Cappotto e, in virtù delle loro scarse prestazioni, non dovrebbero rientrare negli interventi che beneficiano degli incentivi fiscali”, sottolinea Stefano Deri, Presidente di Cortexa.
“Dall’indagine emerge un cambiamento profondo e positivo nella percezione del ruolo della qualità dei sistemi da costruzione, della loro corretta progettazione e posa in opera. I progettisti chiedono certificazioni ufficiali dei sistemi, imprese dalle competenze certificate, l’identificazione da parte del Governo delle priorità anche nella scelta di incentivare esclusivamente soluzioni in grado di fornire un contributo certo alla riduzione di consumi ed emissioni, quale il Sistema a Cappotto”.
La soluzione proposta dal 57% dei progettisti è la creazione di una lista di imprese esperte e formate. Attualmente, i posatori di Sistemi a Cappotto con competenze volontariamente certificate secondo la norma UNI 11716 sono circa 6.000 (-33% rispetto a giugno 2022), un calo legato soprattutto alla riduzione degli incentivi fiscali. E che non lascia ben sperare sulla qualità di una eventuale massiccia ripartenza degli interventi di riqualificazione legati alla “Direttiva Case Green”.
Al momento gli incentivi fiscali che consentono di ottenere “uno sconto” per l’installazione del cappotto termico sono:
- Superbonus 110% -70%;
- Superbonus 80% per strutture ricreative, ricettive e turistiche (alberghi)
- Ecobonus
- Bonus Ristrutturazioni
- Sismabonus
- Conto termico (solo per le PA).