C’è un problema non indifferente tra le righe della Legge di Bilancio 2025 dedicate alle novità sulle detrazioni fiscali per l’edilizie. Bonus Ristrutturazioni, Ecobonus, Sismabonus, potranno sfruttare un’aliquota maggiorata solo nel caso in cui i lavori interessino l’abitazione principale. Ma cosa si intende realmente per prima casa e quanto incide l’avere sin da subito la residenza sull’immobile da ristrutturare per ottenere lo sconto dei Bonus edilizi al 50%?
A quanto pare il rapporto è poco chiaro e mette a rischio gran parte degli interventi.
Quali proprietari hanno diritto ai Bonus edilizi al 50%?
Secondo la Legge di Bilancio, l’aliquota maggiorata al 50% prevista per le detrazioni edilizie è prevista solo nel caso in cui le spese siano sostenute dai titolari di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale.
Tuttavia, come ha avuto modo di sottolineare anche Confindustria, ci sono diverse difficoltà interpretative in questa affermazione, difficoltà che meriterebbero un intervento specifico da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Se la residenza c’è solo a fine lavori
Partiamo dal bonus ristrutturazioni. Per ottenere l’aliquota al 50% l’immobile oggetto dei lavori deve risultare come residenza principale. Ma se l’immobile viene acquistato per ristrutturarlo e solo in seguito ai lavori ci si trasferisce effettuando il cambio di residenza? L’aliquota massima potrebbe essere a rischio.
Problema analogo si ha per il Sismabonus Acquisti. Per ottenere l’agevolazione è necessario avere la residenza sull’immobile acquistato al momento del rogito. L’aliquota massima potrebbe essere a rischio.
Ai locatari niente bonus edilizi al 50%
Altro problema non irrilevante saranno tutti gli alloggi in locazione nei condomini per i quali l’inquilino sarebbe disposto a pagare i lavori di riqualificazione, ma non detenendo un diritto reale, non potrà accedere allo sgravio del 50%.
Rimanendo nei condomini, problema analogo potrebbe sorgere nel caso di lavori effettuati sulle parti comuni, tema rimasto fuori dai chiarimenti della Legge di Bilancio.
I familiari conviventi esclusi dai Bonus edilizi al 50%
Interpretando alla lettere i contenuti della Legge di Bilancio 2025 per ottenere il bonus maggiorato si devono possedere due requisiti: detenere un diritto reale sull’immobile ristrutturato ed averlo destinato ad abitazione principale. In questo caso resterebbero fuori dalla detrazione massima i familiari conviventi ed il coniuge stesso, che potrebbero invece accedere solo allo sconto del 36%.
La proposta di Confedilizia
Intervenuta sul tema Confedilizia ha provato a trovare delle soluzioni concrete a questi problemi che rischiano di coinvolgere una fetta cospicua della popolazione.
Confedilizia propone di attenersi all’interpretazione che l’Agenzia delle entrate ha fornito sul Superbonus nel 2023 e contenuto in due documenti:
- la circolare n. 13/E del 2023
- e la risposta all’interpello n. 377 del 2023.
L’Agenzia spiega che qualora l’immobile non sia adibito ad abitazione principale all’inizio dei lavori, l’agevolazione spetta “a condizione che il medesimo immobile sia adibito ad abitazione principale al termine dei lavori”.
Un suggerimento analogo andrebbe fatto nel caso di interventi sulle parti comuni e limitatamente alla parte a carico del titolare del diritto di proprietà.