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Stop all’autorizzazione Paesaggistica: la proposta modifica il Codice dei Beni Culturali

Autorizzazione Paesaggistica addio: il ddl che si scontra con la Soprintendenza
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E’ un colpo alla Soprintendenza quello inferto dal Disegno di legge presentato da un gruppo di senatori della Lega che vorrebbe introdurre modifiche significative all’autorizzazione Paesaggistica

Il testo, attualmente in esame presso le Commissioni Ambiente e Cultura del Senato, vorrebbe semplificare le pratiche burocratiche, accelerando i tempi di approvazione e riducendo il potere delle soprintendenze in determinati ambiti. La proposta prevede che il Ministero della Cultura (MiC) emani, entro 6 mesi dall’approvazione, i decreti legislativi necessari per attuare la riforma che di fatto andrebbe a modificare il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.

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Semplificazione delle procedure

Il ddl recante “Delega al Governo per la revisione del codice dei beni culturali e del paesaggio in materia di procedure di autorizzazione paesaggisticaal momento all’esame del Senato non è il primo tentativo del Carroccio di procedere in tal senso. Qualche mese fa, era stato presentato un emendamento al Dl Cultura con finalità simili. Tentativo subito bloccato dall’opposizione che aveva costretto al ritiro del testo. 

Questa nuova formulazione appare più accurata, ma l’intento è sempre lo stesso. Limitare il potere della Soprintendenza e svincolare determinati interventi in area vincolata sulle facciate, sulle aperture su strada, nella posa degli impianti e nel rimarcare il concetto di silenzio assenso già attuato per le difformità sanabili con il Salva Casa. 

Uno degli aspetti più rilevanti del disegno di legge è l’ampliamento delle opere escluse dall’autorizzazione paesaggistica. In questo modo rientrerebbe nel regime di Edilizia Libera anche:

Silenzio-assenso trascorsi 45 giorni

Inoltre, il Ddl prevede l’introduzione del silenzio-assenso, nel caso in cui la Soprintendenza non si pronunci entro 45 giorni dalla presentazione della pratica. 

La riforma punta a rendere il silenzio-assenso un principio cardine anche per le domande di compatibilità paesaggistica. Nel caso di richieste presentate ai sensi dell’articolo 167 del Codice dei beni culturali, il parere della soprintendenza diventerà automaticamente favorevole se non espresso entro 90 giorni. Questa misura riguarda le opere realizzate senza autorizzazione paesaggistica, ma che non abbiano comportato la creazione di nuovi volumi o superfici, l’uso di materiali difformi o modifiche riconducibili a interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria.

Diminuzione del potere vincolante delle soprintendenze

Un altro punto controverso riguarda la riduzione del ruolo decisionale delle soprintendenze in alcuni ambiti strategici. In particolare, il parere del soprintendente diventerà “obbligatorio ma non vincolante” lasciando all’amministrazione un margine decisionale maggiore sulle distanze, le varianti e le misure necessarie a garantire la conservazione dei beni culturali sottoposti a vincolo.

Ma la proposta di legge va oltre, proponendo una delega al Governo affinchè possa modificare il Codice dei Beni Culturali. La direzione sarebbe quella di bypassare il parere della Soprintendenza nel caso di autorizzazioni semplificata, facendo rientrare gli interventi nelle competenze degli enti locali che andrebbero unicamente a verificare la conformità con il Piano del paesaggio regionale. 

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