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Dal Testo Unico dei bonus edilizi alla sicurezza sismica: le proposte di CNI e CNAPPC al Senato

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Per entrambe le figure la messa in sicurezza sismica non deve passare in secondo piano

(Rinnovabili.it) – Semplificare, rendere strutturale e diluire nel tempo. Sono le tre parole chiave emerse dalle audizioni in Senato di CNI e CNAPPC in merito al futuro dei bonus edilizi e delle detrazioni fiscali.

Per entrambe le figure tecniche lo strumento dell’incentivo è l’unico sufficientemente potente da garantire una ristrutturazione edilizia totale del patrimonio, in linea con gli obiettivi europei.

Architetti, serve un Testo Unico dei bonus edilizi

A farsi portavoce della categoria in Commissione Finanze del Senato è il Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Francesco Miceli. Secondo i CNAPPC si deve partire dalla semplificazione, creando un Testo Unico dei Bonus edilizi e per gli incentivi fiscali. “Il legislatore dovrebbe “parametrare” e quindi graduare i maggiori benefici fiscali tenendo conto del raggiungimento di obiettivi di qualità in termini di efficientamento energetico”.

Il suggerimento è quello di premiare gli interventi migliori andando oltre il semplice edificio, ma parlando invece di processi di rigenerazione urbana definiti dalle amministrazioni locali stesse.

Un punto dolente emerso dall’Audizione è la mancanza di un obiettivo a lungo termine per la messa in sicurezza sismica. Come sappiamo, molte aree urbane del Bel Paese si trovano in zone sismiche a medio o altro rischio. In questo caso l’incentivo per la messa in sicurezza delle abitazione non può essere un lusso di pochi, ma una garanzia per tutti. “Il regime premiale dovrà attribuire maggiori benefici fiscali agli interventi su immobili ubicati in zone del Paese in cui maggiore è il rischio sismico. In questi casi, il legislatore dovrà tenere conto che tali interventi vengano dichiarati indifferibili in termini di sicurezza per le popolazioni ed anche al fine di evitare i successivi costi sostenuti per la ricostruzione a seguito degli eventi calamitosi “.

Ingegneri, non esistano reali alternative alle detrazioni fiscali

Si allineano al pensiero degli architetti anche gli Ingegneri italiani, rappresentati in Audizione al Senato da Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI.

Senza l’effetto leva generato dall’intervento pubblico attraverso lo strumento del credito d’imposta è molto improbabile che nel prossimo futuro si riusciranno a centrare gli obiettivi di efficientamento energetico”, esordisce il Perrini. Un elemento indispensabile dunque quello dei bonus edilizi confermato dalle cifre snocciolate in Audizione e provenienti dalle elaborazioni del Centro Studi del CNI. Dal 2014 al 2021 l’utilizzo dell’Ecobonus ha permesso un risparmio energetico superiore a 10.000 GWh/anno. Mentre grazie ai 62,4 miliardi di euro investiti con il Superbonus, da agosto 2020 a dicembre 2022, si è arrivati a ad un risparmio energetico vicino ai 900 milioni di metri cubi standard di gas, “il 32% del risparmio energetico pianificato per fare fronte alla crisi in atto, per la stagione invernale 2022-2023”.

Nella valutazione di questi strumenti”, sostieneFrancesco Estrafallaces del Centro Studi CNI, autore delle elaborazioni dei dati citati, “ci si sofferma troppo sull’ammontare degli investimenti, sottovalutando le ricadute positive per la collettività”. Il riferimento è ovviamente al maggiore gettito fiscale generato dai lavori connessi al Superbonus che, secondo i calcoli del Centro Studi CNI, ammonterebbe a circa 25,9 mld di euro nel periodo 2020-2022.

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Occorre trovare una quota di detrazione che preveda la compartecipazione del singolo proprietario di immobile per una quota minima indispensabile”. Ed una volta individuata un’aliquota sostenibile renderla stabile per almeno 15-20 spalmando i lavori nel tempo.

Il blocco della cessione dei crediti ha ricadute dirette sulla ricostruzione

Così come i cugini architetti, anche gli ingegneri esprimono preoccupazione in merito alle modalità con cui si sta affrontando il problema della messa in sicurezza sismica del Paese. Essendo profondamente legati, Supersismabonus e Superbonus, il blocco della cessione dei crediti che ha interessato il 110% si è trasformato in un “blocco della ricostruzione”. “Come Consiglio Nazionale Ingegneri siamo pronti a collaborare per individuare le soluzioni più efficaci per giungere ad una reale semplificazione delle procedure”.

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