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Bonus edilizi: sicurezza a rischio, oltre 11mila imprese nate in sei mesi

A lanciare l'allarme è Ance attraverso le pagine del Sole24Ore: “operatori che entrano in edilizia solo per sfruttare i bonus”, grosso rischio per sicurezza e qualità.

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Il 60% di queste imprese richiamate dai bonus, sono guidate da persone alla prima esperienza nel settore edile

(Rinnovabili.it) – Negli ultimi due anni i bonus edilizi hanno sicuramente fatto da traino economico cercando ci innescare un meccanismo di ripresa, purtroppo però hanno anche portato con sé la nascita di moltissime imprese improvvisate e di dubbia qualità.

E’ Ance a lanciare un preoccupante allarme in un’intervista sul Sole24Ore, da luglio 2021 ad oggi sono nate ben 11.563 nuove imprese che operano nel settore dell’edilizia privata. Un record che ha superato del 50% il numero di imprese nate nel secondo semestre del 2020, considerato comunque in crescita.

Dati preoccupanti che testimoniano l’incredibile volume d’affari innescato da Superbonus e bonus edilizi in generale.

E’ proprio perchè i numeri superano di gran lunga ogni previsione, che scatta l’allarme.

Si tratta di “operatori che entrano nel campo dell’edilizia solo per usufruire dei vantaggi dei bonus edilizi, senza competenze e professionalità adeguate. Con rischi notevoli sono solo di frodi e di mancanza di qualità degli interventi anche per la sicurezza dei lavoratori”, denuncia il Presidente di Ance Gabriele Buia.

Molteplici le conferme alla scarsa qualità delle neonate imprese

Oltre a superare di troppo le più ottimistiche prospettive di crescita, il secondo dato a conferma della dubbia provenienza delle imprese appena nate, è la partecipazione di soggetti con codice fiscale straniero. Secondo Ance questo dato farebbe pensare che una “buona parte della manodopera straniera del settore abbia deciso di mettersi in proprio”.

Delle oltre 11 mila imprese solo il 25% è rappresentata da società di capitale, inoltre, secondo un’indagine condotta dall’Associazione Costruttori, oltre il 60% di queste attività sono state create da imprenditori alla prima esperienza in assoluto nel settore edile.

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Da questi dati possiamo solo leggere una preoccupante destrutturazione del settore, che non potrà essere regolata unicamente aggiungendo paletti alla cessione del credito o aumentando la burocrazia con visti ed asseverazione.

Le soluzioni proposte da Ance

Nell’intervista sul quotidiano Sole24Ore Buia non si risparmia: “Sappiamo che per fare il costruttore nel settore privato non serve nessuna qualificazione, chiunque può entrare in attività”. “Questo non vale per nessun altro settore. Per fare il parrucchiere serve un attestato di formazione, in edilizia no”.

Per Ance i rimedi ci sarebbero ed hanno carattere di urgenza. La proposta prevede di introdurre per il settore privato un sistema di qualificazione per chi usufruisce delle detrazioni fiscali, simile a quello in vigore per gli appalti pubblici. Un sistema ovviamente più leggero ed obbligatorio solo per lavori con importo superiore ai 258.000 euro. Una proposta in realtà già presentata in Parlamento in occasione della Legge di Bilancio, ma poi bloccata dal Mef per i profili anticoncorrenziali.