Entra in vigore dal 1° marzo 2024 l’aumento all’11% della ritenuta d’acconto sui bonifici parlanti inerenti ai bonus edilizi
Negli ultimi otto anni la percentuale era rimasta fissa all’8%
(Rinnovabili.it) – E’ entrato ufficialmente in vigore l’aumento di tre punti percentuali sulle ritenute d’acconto dei bonifici parlanti per i bonus edilizi. Un rincaro che ha suscitato non poche obiezioni da parte del comparto imprenditoriale delle costruzioni.
Dal 1° marzo 2024 la ritenuta dei bonifici parlanti sale all’11%
A decidere in merito all’aumento sulla ritenuta nei bonifici parlanti dei bonus edilizi, è la Legge di Bilancio 2024 n.213/2023 che modifica l’art.25 del DL 78/2010 portando la percentuale dall’8% all’11% e che recita:
“All’articolo 25 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, le parole: « del 8 per cento » sono sostituite dalle seguenti: « dell’11 per cento ». La disposizione di cui al presente comma si applica a decorrere dal 1° marzo 2024“, comma 88 art.1 Legge di Bilancio 2024.
La nuova disposizione entra in vigore a partire dal 1° marzo 2024 su tutti i bonifici disposti dai contribuenti a favore delle imprese che si sono occupate di effettuare interventi agevolati secondo il Superbonus, Ecobonus, Sismabonus, Bonus Ristrutturazione, Bonus Barriere Architettoniche 75%.
La ritenuta sui bonifici parlanti ricordiamo essere un acconto sull’Irpef dovuto dai contribuenti per i lavori di edilizia agevolata. Questo 11% viene trattenuto direttamente dalle Banche o dalle Poste, in questo modo il pagamento all’impresa tramite bonifico parlante arriverà già decurtato della percentuale. Secondo quanto evidenziato dal Senato sul dossier inerente la Legge di Bilancio 2024, questo aumento dovrebbe favorire un maggior gettito nel 2024, pari a 1,22 miliardi di euro.
Superbonus: attenzione alla rendita catastale ed alle plusvalenze
Ma l’aumento della ritenuta sui bonifici parlanti non è l’unica novità connessa ai bonus edilizi 2024. Da tenere a mente saranno anche le verifiche che effettuerà il Fisco sulla rendita catastale dell’immobile oggetto di Superbonus, oltre alla tassazione al 26% sulla plusvalenza di un immobile in vendita precedentemente sottoposto a lavori di riqualificazione con il Superbonus.