Troppo carbonio incorporato, insostenibilità del progetto e poca attenzione al patrimonio preesistente, Tulip Tower riceve un no secco
Il progetto preliminare di Tulip Tower risale al 2018
(Rinnovabili.it) – Dopo un anno di tira e molla l’11 novembre è arrivato il no definitivo: il governo UK ha respinto il progetto per “Tulip Tower” il nuovo grattacielo di Foster + Partners che avrebbe dovuto sorgere a Londra.
Oltre all’impatto negativo sul patrimonio architettonico circostante, le motivazioni sul no parlano addirittura di “preoccupazioni per il carbonio incorporato” associato all’edificio.
La torre da 305,3 m aspettava il via libera da ottobre, per potersi aggiungere allo skyline di Londra proprio accanto al grattacielo Gherkin, dello stesso architetto.
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L’idea era quella di una nuova attrazione turistica culturale, dove promuovere le tecnologie high-tech più innovative.
Nella lettera di accompagnamento alle motivazioni per la negata approvazione si legge che “lo scopo, i materiali, la forma e la posizione scelti, avrebbero arrecato un danno considerevole alla Tower of London e ulteriori danni ad altri beni del patrimonio”, superando i vantaggi promessi in termini economici, turistici ed educativi.
Sostenibilità bocciata
Nonostante Tulip promettesse di raggiungere un livello di certificazione BREEM tra i più elevati, le indagini svolte dalla commissione in fase preliminare, hanno evidenziato un valore troppo alto di energia consumata nell’arco dell’intero ciclo di vita del grattacielo.
Il secondo punto della lettera parla poi di insostenibilità del progetto in merito ai livelli di carbonio incorporato. Le misure adottate durante la costruzione non avrebbero potuto compensare le emissioni dovute al quantitativo di cemento armato necessario alla costruzione delle fondazioni e del vano ascensore per poter arrivare così in alto.
Insomma poche ore prima della conclusione della Conferenza sul Clima Cop26, il Regno Unito punta il dito sulle emissioni di carbonio incorporato negli edifici e dice no all’archistar.