I progettisti non hanno neanche il diritto al credito d’imposta per i compensi del proprio lavoro già svolto
(Rinnovabili.it) – Come una valanga che aumenta potenza man mano che scende, così anche il blocco al Superbonus innescato dai crediti incagliati ha raggiunto pure i progettisti.
La denuncia arriva da un comunicato stampa Oice, Associazione delle Organizzazioni di ingegneria, architettura e di consulenza tecnico-economica, che lancia l’allarme dopo le strette al sistema bancario degli ultimi giorni.
Le affermazioni di Oice si allineano alle preoccupazioni espresse la scorsa settimana, dalla neo-presidente di Ance, Federica Brancaccio.
“Sono troppe le voci che danno per scontato o giustificabile uno stop immediato al superbonus 110% senza guardare compiutamente allo sfacelo delle conseguenze per chi ha semplicemente creduto in uno strumento del Governo, investendoci in questi anni”, commenta Fabio Tonelli, Coordinatore del Gruppo di Lavoro OICE Superbonus. “Di fronte ad un protrarsi dell’attuale posizione delle banche, se è vero che le imprese rischiano il fallimento, i professionisti e le società d’ingegneria stanno molto peggio perché le progettazioni sono propedeutiche alla valutazione di congruità degli advisors delle banche. A sua volta anche quest’attività è propedeutica alla decisione di acquisto dei crediti, pertanto i progetti sono stati fatti e ora le banche non acquistano più crediti, se i cantieri non partono, i progettisti non hanno neanche il diritto al credito d’imposta per i compensi del proprio lavoro già svolto. Si fa fatica solo a pensare all’ipotesi di chiedere il denaro ai condomini. Qui si sta parlando di un elevatissimo rischio di insolvenza per alcuni miliardi di euro per il solo settore professionale, con conseguenze devastanti proprio per questi studi e professionisti che nei prossimi anni dovrebbero essere pronti per le sfide del PNRR. Una tempesta perfetta”.
Il blocco del Superbonus mette in crisi la rete della progettazione
I progettisti lo sanno bene: le prestazioni “artistiche” o di ingegno, come ad esempio la redazione di un progetto preliminare per un intervento di riqualificazione, sono spesso sottovalutate, rilegandole ad un atto di valore secondario. Tuttavia il progetto è a monte di tutta la piramide dei lavori di ristrutturazione connessi ai bonus edili. E se le imprese possono “avere la fortuna” di aver introdotto nel contratto una clausola preliminare che blocca il cantiere prima che parta, nel caso di un no da parte della banca all’acquisto dei crediti, il progettista non ha questa fortuna.
Per questo OICE sollecita un intervento per fare chiarezza al blocco del Superbonus. “Perché non si va a fondo sul comportamento del sistema bancario? – continua Tonelli – perché uno stop agli acquisti così rapido e drastico? quali sono i “fondamentali” che giustificano un aumento imponente quanto repentino dei costi di cessione, che fino a pochissimi mesi fa erano compresi tra il 7 ed il 9% per un credito diluito in 5 anni, oggi sono al 15/22% per un credito diluito in 4 anni? Come può giustificarsi un comportamento così distratto da parte del governo sulla sorte di un intero settore che ha semplicemente creduto di poter confidare su una Legge dello Stato?”
Non tutto è perduto. Per Oice c’è ancora tempo per “correggere il tiro”. Bisogna però mettere mano ad alcuni meccanismi farraginosi del Superbonus e farlo subito.