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Meloni sul blocco cessioni del credito: “Il Superbonus è costato ad ogni italiano 2.000 euro”

La Premier Giorgia Meloni risponde dai social alle critiche sul DL presentato in CdM che ha previsto il blocco delle cessioni e lo stop agli interventi degli enti locali. Molte le critiche dal comparto che da sempre chiede una misura risolutiva

Blocco Cessioni, Meloni
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Atteso per oggi l’incontro con gli attori del comparto

(Rinnovabili.it) – Un weekend di vero trambusto quello appena trascorso dopo l’annuncio al termine del Consiglio dei Ministri che ha visto il blocco sulle cessioni di tutti i crediti futuri legate ai bonus edilizi. Le critiche da parte del comparto edile sono rivolte prima di tutto alla mancanza di una soluzione alternativa che possa finalmente permettere alle migliaia di aziende con “crediti incagliati”, i cosiddetti esodati del Superbonus, di riacquistare quella liquidità mancante per terminare i lavori e scongiurare la banca rotta. Questo perché, oltre a bloccare le future cessioni dei crediti o sconti in fattura, il Decreto licenziato dal CdM impone anche uno stop all’acquisto di questi crediti da parte degli Enti Locali, ultimi attori ad essersi aggiunti alla partita.

Il Superbonus genera 3 mld di crediti al mese”

A rispondere alle critiche pensa la Premier, Giorgia Meloni, attraverso la sua rubrica social.

I crediti hanno generato una sorta di moneta parallela, che rischia di impattare sui bilanci pubblici in maniera devastante”, sottolinea riferendosi allo stop imposto agli Enti locali. “Il Superbonus è costato circa 2.000 euro ad ogni italiano”, prosegue la leader di FdI, “se lasciassimo la situazione così non avremmo i soldi per fare la finanziaria”.

Le critiche rivolte all’incentivo principe per le riqualificazioni energetiche sono ancora una volta formali. La possibilità di portare in detrazione il 110% dei lavori, ha facilitato una deregulation dei prezzi dei materiali da costruzione. Mentre la possibilità in origine di cedere il credito illimitatamente, ha trasformato il sistema in una moneta fiscale facilmente soggetta alle truffe.

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La prima mossa dell’Esecutivo è stata quindi quella di ridimensionare la misura, abbassando l’aliquota al 90%. Il secondo punto in agenda è invece il tentativo di spingere banche e attori ad acquistare i crediti bloccati. “Dobbiamo facilitare l’acquisto di quei crediti incagliati” prosegue la Meloni, riferendosi alla seconda misura introdotta dal DL n.11/2023 che ridimensiona la responsabilità solidale dei cessionari. Un intervento però giudicato incompleto da Ance ed Abi che da tempo sollecitano un intervento risolutivo del Governo.

Necessaria misura tempestiva per ampliare la capacità d’acquisto delle banche

Se sul fronte del blocco alle cessioni, i costruttori si dicono contrari, l’intervento sulle responsabilità solidali del cessionario apre un minimo di dialogo. Per Ance ed Abi tuttavia manca tempestività. La misura proposta è ancora una volta la formula dell’utilizzo dei debiti fiscali raccolti con gli F24 dalle Banche, per ampliare la propria capacità di acquisto. Gli F24 andrebbero in compensazione dei crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquistati dalle banche. Il perchè il Governo non l’abbia ancora messa in atto è presto spiegato con l’eventuale impatto immediato che potrebbe avere sulle casse dello Stato. Un dubbio che sarà Eurostat a sciogliere, definendo in che modo contabilizzare le spese dei Bonus edili.