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Blocco Cessioni del credito: per Ance in Manovra manca una moratoria sul credito

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Brancaccio “Inserire subito una norma salva imprese nel Decreto di gennaio”

(Rinnovabili.it) – La pubblicazione in GU della Legge di Bilancio 2023 non ha attenuato la grande paura che aleggia in questi ultimi mesi nel comparto delle costruzioni: il blocco delle cessioni del credito.

Il testo non apporta nessuna sostanziale modifica al meccanismo delle cessioni, rimandando invece il compito alla prossimo decreto di conversione in legge del DL Aiuti Quater. Una decisione presa consapevolmente e ulteriormente sottolineata dalle dichiarazioni del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti.

Accanto a un sistema di misure pensato per le famiglie e i più fragili c’è la volontà di scardinare un sistema di bonus e misure che, utilissime quando sono state varate, se confermate avrebbero drogato il mercato e messo in pericolo i conti pubblici con un rischio per la nostra stabilità come sistema Paese”, ha dichiarato Giorgetti dopo la pubblicazione della Manovra in Gazzetta.

Drammatica crisi di liquidità nel settore

Purtroppo però il problema centrale della mancanza di liquidità delle imprese con cassetti fiscali pieni di crediti, ma senza soldi per continuare i lavori, prosegue. A dare un primo giudizio a caldo è il Presidente Ance, Federica Brancaccio. “Siamo consapevoli che questa manovra di bilancio sconta una grave carenza di risorse che in gran parte sono andate a coprire il caro energia e altre misure emergenziali, ma le imprese sono allo stremo e dobbiamo subito intervenire per frenare l’emorragia di liquidità che rischia di farne fallire migliaia mettendo a repentaglio i lavori in corso, sia pubblici che privati”.

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Per l’Associazione dei Costruttori è essenziale inserire nel prossimo decreto una “misura straordinaria” ovvero una moratoria sul credito sulla scia del modello adottato due anni fa nel corso della pandemia. “Sospensione della restituzione della quota capitale sui finanziamenti. Si tratta di una misura che ha funzionato molto bene perché la sua automaticità ha permesso di salvare centinaia di migliaia di imprese che altrimenti avrebbero inesorabilmente chiuso”, spiega Brancaccio.

Si aggiunge il problema del caro materiali e caro energia

Al blocco delle cessioni del credito si aggiunge poi il dramma del caro materiali e del caro energia. Per molte imprese infatti ancora non sono arrivate tutte le compensazioni previste aggiungendo un ulteriore carico. “E’ la stessa Banca d’Italia ad aver lanciato per prima l’allarme sul progressivo deterioramento della qualità del credito, che dovrebbe raggiungere il picco alla fine del 2024”, sottolinea la Presidente dell’Ance che invita quindi il Governo a “inserire subito una norma salva imprese nel decreto di gennaio”.

Non resta che attendere la conversione in legge del DL n.176/2022 con i lavori che riprenderanno il 9 gennaio.

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